Autore Moore anthony (slapp happy), tobias grewenig, dirk specht   Euro
17,00
Titolo April sessions  
supporto Lp edizione nuovo          stereo  
anno 2021 stampa eu etichetta   sub rosa   codice 3516180

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Copertina senza codice a barre, label custom gialla e nera con artwork diverso su ciascuna facciata, catalogo SRV512. Pubblicato nel 2021 dalla Sub Rosa, il terzo album in collaborazione fra Anthony Moore, Dirk Specht e Tobias Grewenig, dopo "The present is missing" (2016), accreditato alla Missing Present Band, progetto al quale tutti e tre presero parte, ed "Ore talks" (2017), questo realizzato da Moore con il Therapeutische Hörgruppe Köln, del quale facevano parte anche gli altri due sopracitati artisti. Dirk Specht è un musicista che ha lavorato in diversi campi disciplinari, dalla coreografia ai drammi radiofonici, dalla "sound art" alle colonne sonore; Tobias Grewenig è un artista che lavora principalmente con installazioni e performances audiovisive non lineari, avvalendosi soprattutto di strumentazione elettronica da lui concepita e sviluppata. Con "The April sessions", i tre realizzano quattro lunghi brani che configurano una meditazione sonica ed un paesaggio sonoro interiore, una interazione fra introspezione e connessione con il mondo esterno, attraverso droni oscillanti, circolari o dilatati, screziati da eventi sonori casuali e sporadici. Il musicista inglese Anthony Moore è stato cofondatore della eccellente art rock band Slapp Happy nei primi anni '70 (che avrebbe pubblicato il primo lp "Sort of" nel 1972), e collaboratore dei leggendari Henry Cow. Moore ha anche pubblicato un buon numero di dischi solisti, a partire da "Pieces from the cloudland ballroom" del 1971, inciso come il seguente "Secrets of the blue bag" (1972) a Wumme, la base degli amici Faust, e prodotto ancora una volta dal produttore di questi ultimi, Uwe Nettelbeck. Quei suoi primi lp sono fortemente influenzati dal minimalismo dei maestri americani come Richard Youngs e Steve Reich, ma insieme ad esse si avverte anche una sorta di rappresentazione moderna, e fors'anche elegantemente iconoclasta, di musiche per piccoli ensemble seicentesche e settecentesche. Il successivo "Out" (1976), inizialmente realizzato solo sotto forma di cassetta promozionale, fu invece prodotto da Peter Jenner, il manager dei Pink Floyd ai tempi di Syd Barrett, e si distanzia radicalmente dai primi due album solisti, configurandosi come un disco di canzoni "pop", non lontano dalla musica proposta dagli Slapp Happy, e quindi percorse da una vena almeno sottilmente eccentrica ed anche un po' stralunata e barrettiana. I successivi "Flying doesn't help" (1979) e "World service" (1981) usciranno su piccole etichette ma rimangono lavori apprezzati nella sua discografia, che si prolungherà nel corso dei primi decenni del XXI secolo.    
   
     
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