Autore | Blakey art and jazz messengers | Euro 30,00 |
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Titolo | Reflections in blue (ltd. numbered 180 gr. coloured vinyl) |
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supporto | Lp | edizione | nuovo | stereo | |||
anno | 1978 | stampa | eu | etichetta music on vinyl | codice 3514556 |
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versione per stampa |
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Edizione limitata a 2000 copie numerate sul retro copertina in basso, in vinile da 180 grammi di colore blu semitrasparente, copertina "texture" fronte retro. Ristampa del 2022 ad opera della Music On Vinyl, nell'ambito della serie che celebra il 45esimo anniversario della label olandese Timeless, e pressoché identica alla prima stampa appunto olandese, che ha artwork completamente diverso da quella USA. Originariamente pubblicato nel 1979 dalla Timeless Muse negli USA e dalla Timeless in Olanda, questo album fu inciso al Fendal Sound Recording Studio di Loenen aan de Vecht, Paesi Bassi, il 4 dicembre del 1978, da Art Blakey (batteria), Valery Ponomarev (tromba), Robert Watson (sax alto), David Schnitter (sax tenore), James Williams (pianoforte) e Dennis Irwin (contrabbasso). Quella che il critico Scott Yanow ricorda come una delle migliori incarnazioni dei Jazz Messengers degli anni '70, propone in questo lavoro un set composto in gran parte da nuove composizioni dei membri del gruppo, oltre ad un "ballad medley" composto da standards di autori come Billy Strathorn e Duke Ellington; lo stile è un inossidabile, energico e melodico hard bop. Questa la scaletta: "Reflections in blue", "E.T.A.", "Say dr. 'J'", "Mishima", "Ballad medley: My foolish heart / My one and only love / Chelsea bridge / In a sentimental mood", "Stretching". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, è stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguirà sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz. | |||||||
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