Autore | Getz stan | Euro 19,00 |
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Titolo | interpretations n.3 (+1 track) |
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supporto | lp | edizione | nuovo | stereo | |||
anno | 1955 | stampa | eu | etichetta jazz wax | codice 3023922![]() |
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versione per stampa |
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Ristampa in vinile 180 grammi, rimasterizzata con sistema Dmm (Direct Metal Mastering), arricchita della presenza di uan traccia bonus, "Pot Luck", registrata il 9 novembre del 1954, durante quindi parte delle sessions degli altri brani dell' album, e gia' proveniente da un 78 giri, pubblicato anche come 45 giri; copertina pressoche' identica sul fronte a quella della seconda rara tiratura su Verve del 1957, successiva alla primissima tiratura su Norgran, che aveva copertina diversa. Originariamente pubblicato nel 1955 dalla Norgran negli USA, il terzo dei tre album del quintetto di Stan Getz intitolati "Interpretations by the Stan Getz Quintet", uscito dopo i primi due editi nel 1954. Inciso a Los Angeles il 30 luglio del 1953 da Stan Getz (sax tenore), Bob Brookmeyer (trombone a pistoni), John Williams (pianoforte), Teddy Kotick (contrabbasso) e Frank Isola (batteria), ed il 9 novembre del 1954 dalla stessa formazione, ma con Kotick sostituito da Bill Anthony, questo album beneficia dell'efficace interazione fra Getz e Brookmeyer, attraverso cinque brani fra jazz westcoastiano cool e bop, caratterizzato da un andamento vivace ma non troppo, atmosfere solari ed avvolgenti, sonorità melodiche che sprigionano grande colore da parte degli ottoni, che carezzano l'udito con melodie morbide e deliziose. Quattro dei cinque brani sono standards, mentre "Oh, jane snavely" è una scrittura di Brookmeyer. Questa la scaletta: "It Don't Mean A Thing (If It Ain't Got That Swing)", "The varsity drag", "Give me the simple life", "I'll remember april", "Oh, jane snavely". Uno dei massimi interpreti del sassofono tenore, soprannominato "The Sound" per la bellezza del suo suono, Stan Getz (1927-1991) si fece le ossa suonando giovanissimo nelle big band di Jack Teagarden, Stan Kenton, Jimmy Dorsey e Benny Goodman durante la prima metà degli anni '40. Alla fine del decennio arrivò la fama con la partecipazione all'orchestra di Woody Herman (1947-49). Dopo l'uscita da quest'ultimo ensemble, Getz proseguì il resto della sua lunga carriera come band leader, sviluppando uno stile personale nel corso degli anni '50 e contaminando il proprio suono con la bossa nova. Nel corso degli anni '60 il sassofonista continuò a sperimentare nuove sonorità, utilizzando un quartetto con vibrafono ma senza pianoforte, incidendo con Joao Gilberto (il best seller "Getz/Gilberto", 1963); pregiate sono anche le sue collaborazioni con Chick Corea a cavallo fra gli anni '60 ed i '70. | |||||||
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