Autore | Anderson laurie | Euro 25,00 |
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Titolo | Home of the brave |
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supporto | Lp | edizione | originale | stereo | |||
anno | 1986 | stampa | ger | etichetta Warner Bros | codice 250296 |
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condizioni [vinile] Excellent [copertina] Excellent |
versione per stampa |
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Copia ancora incellophanata, l' originale stampa europea, pressata in Germania, copertina lucida fronte retro con barcode, completa di inner sleeve con foto e testi, label blu e bianca custom, catalogo 925 400-1. Pubblicato nell'aprile del 1986 dalla Warner Bros, non entrato in classifica sulle due sponde dell'Atlantico, ''Home of the brave'' e' il terzo album (senza contare il mastodontico quintuplo "United States Live") di Laurie Anderson, uscito dopo ''Mister Heartbreak'' (1984) e prima di ''Strange angels'' (1989). La multimediale artista di Chicago, basata a New York, capace di portare la musica sperimentale e d'avanguardia nelle zone alte delle classifiche (clamoroso il successo del singolo ''O Superman'' nel 1981...), diede alle stampe questo lp, tratto dalla tournee' del precedente "Mister Heartbreak", e quindi come quello in parte tratto dal complesso progetto "United States" (come gia' l' album d'esordio "Big Science"), piu' accessibile dei lavori precedenti, ma sospeso al solito tra atmosfere oniriche e metropolitane, tra wave e musica contemporanea. 'Home of the brave'' (che fu anche, e principalmente, un film/concerto di grande fascino) si avvale della collaborazione di numerosissimi artisti importanti, tra i quali William Burroughs, Bill Laswell, Nile Rodgers e David Van Tieghem, con risultati ancora una volta sorprendenti. "Language is a Virus", che sa molto, come altri episodi del disco, di Talking Heads, fu anche un singolo di buon successo. Ben tre anni passeranno prima che la Anderson torni ad incidere ("Strange Angels"). Musa dell'avanguardia americana, anticipatrice della multimedialita' nella musica pop, Laurie Anderson e' stata tra i primi artisti ad utilizzare l'elettronica nelle sue performances, anche per deformare la voce; e fra i primi a tenere "readings", cosi' come il suo compagno attuale Lou Reed; esponente della Performance Art, o come preferisce definirsi "una raccontatrice di storie", artista a tutto tondo, performer nata e autrice di suggestivi shows multimediali, Laurie Anderson ha trasformato la voce nel suo strumento musicale per eccellenza con esiti, a volte, stupefacenti. Troppo spesso si e' abusato dell'espressione "artista multimediale", ma se c'e' qualcuno che puo' fregiarsi realmente di questo titolo e' proprio Laurie Anderson. Nel corso della sua carriera ha svolto innumerevoli ruoli: artista visiva, compositrice, poeta, fotografa, compositrice, regista, maga dell'elettronica, corista, strumentista, riuscendo sempre a coniugare la sperimentazione sull'elettronica con un linguaggio accessibile al grande pubblico. Inizia la sua carriera nei primi anni settanta con performance bizzarre, che rielaborano in modo originale le forme della musica minimale, nascono cosi' progetti audaci come "Automotive" (concerto per automobili del 1972), "Duets on Ice" (messo in scena a New York nel 1974), "Songs and Stories for the Insomniac" (presentato all'Artist Space di New York e al Museum of Contemporary Art di Chicago nel 1975) e "The Hand Phone Table" (installazione sonora e visiva, realizzata presso il Projects Gallery di New York nel 1978). In quegli stessi anni, si avvicina ad alcuni musicisti d'avanguardia che si riveleranno poi decisivi per la sua maturazione artistica, da Philip Glass a Brian Eno, da John Cage a Lou Reed. Con il singolo "O Superman" e con l'album "Big Science" Laurie Anderson si impone alla ribalta internazionale conquistando critica e pubblico, merito del suo linguaggio universale, fatto di trovate spettacolari, come l'uso in scena di un violino digitale, e di una ricerca incessante sulla vocalita'. La sua voce, infatti, si trasforma costantemente: filtrata dal vocoder, nascosta da mille effetti, inquietante, oppure semplice ed angelica, e' il suo strumento musicale per eccellenza. Negli anni, Laurie Anderson realizza anche diversi video e film, compone colonne sonore per film di Wim Wenders, Jonathan Demme e per balletti tra cui ricordiamo quelli di Trisha Brown e Molissa Fenleyi, oltre a scrivere brani per la National Public Radio, la Bbc e l'Esposizione di Siviglia, nonche' diversi pezzi da orchestra. Ma la sua carriera si puo' leggere anche come un percorso a ritroso: dall'uso della tecnologia alla riscoperta degli strumenti "tradizionali" come le percussioni che sono in particolare al centro delle sue piu' recenti ricerche. | |||||||
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