Autore | Can | Euro 36,00 |
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Titolo | Live in keele 1977 (etched 4th side) |
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supporto | LP2 | edizione | nuovo | stereo | |||
anno | 1977 | stampa | eu | etichetta future days / spoon / mute | codice 2133071![]() |
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versione per stampa |
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Vinile doppio, inciso su tre facciate e con la quarta scolpita ("etched"), completo di inserto di quattro pagine con foto e note a cura di Jennifer Lucy Allan, label custom in bianco e nero con particolari dello artwork di copertina (l'etichetta è assente sul lato scolpito), catalogo FDSPOON69. Pubblicato nel novembre del 2024 dalla Future Days Music / Spoon / Mute, questo album è parte della serie Can Live, che documenta in forma ufficiale l'attività concertistica del seminale gruppo tedesco. Questa volta la serie ci trasporta all'Università di Keele, Inghilterra, il 2 marzo del 1977, quindi due giorni prima del concerto già pubblicato nello stesso 2024 come "Live in Aston", nello stesso mese di pubblicazione dell'ottavo album dei Can "Saw delight": questo volume è il secondo della serie "Can live" dove compare il bassista Rosko Gee (già con i Traffic), che si era recentemente unito al gruppo tedesco, permettendo all'originario bassista Holger Czukay di impegnarsi con differente strumentazione; completano la formazione gli immancabili Irmin Schmidt (tastiere, synth), Michael Karoli (chitarra) e Jaki Liebezeit (batteria). L'album contiene cinque tracce per lo più strumentali, nelle quali la musica dei Can si fa più lineare rispetto alle loro fasi maggiormente sperimentali, ma mantiene gli accenti psichedelici, il groove elastico ed ipnotico e le melodie spaziali di tastiere e sintetizzatore, generando in alcuni passaggi delle trame che sembrano presagire il "punk funk" prossimo venturo, ma con caratteri più spaziali e diltatati nello sviluppo, ben lontani dalla tipica forma canzone. Questa la scaletta: "Keele 77 Eins", "Keele 77 Zwei", "Keele 77 Drei", "Keele 77 Vier", "Keele 77 Fünf". Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che è passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen e dal funk come dal pop dei Beatles e dal rock rivoluzionario dei primi Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce più duratura, seppure tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1971) e ''Future days'' (1973). | |||||||
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