Autore | Grateful dead | Euro 37,00 |
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Titolo | hometown blues winterland broadcast 1967 |
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supporto | lp2 | edizione | nuovo | stereo | |||
anno | 1967 | stampa | eu | etichetta parachute | codice 2133005![]() |
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versione per stampa |
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Doppio album, realizzato dalla Parachute nel 2024, copertina apribile. Contiene l' intera registrazione (di ottima qualita' sonora) del concerto effettuato dalla storica band californiana di San Francisco il 22 ottobre del 1967 al Winterland di San Francisco, concerto trasmesso anche radiofonicamente, tra il primo album "Grateful Dead" ed il secondo "Anthem of the Sun", una fase cruciale della storia artistica della band. Dall' album i Dead eseguono una torrenziale versione di "Morning Dew" di Bonnie Dobson, "Beat It Down The Line" di Jesse Fuller ed il traditional "Cold Rain and Snow", a cui si aggiungono le versioni di "It Hurts Me Too" di Tampa Red e "Turn On Your Love Light" di Bobby Blue Bland, e due tracce originali ancora in via di sviluppo, che poi saranno incluse nel secondo album in studio "Anthem Of the Sun": "New Potato Caboose" e "That's It For The Other One", quest' ultima qui nella sua prima esecuzione nota. Sebbene tre di loro suonassero insieme dal '63, e' due anni dopo che si completo', naturalmente a San Francisco, la formazione storica dei Dead, suonando, all' epoca con il nome di Warlocks, un rock blues piuttosto convenzionale. L' incontro con gli acidi lisergici e con Ken Kesey muto' pero' immediatamente l' indirizzo musicale e presto anche il nome del gruppo. Ospiti fissi dei suoi "acid test" (un disco a nome di Kasey fu pubblicato a testimonianza di quegli "happenings"), i Grateful Dead iniziarono a dedicarsi a brani lunghi, largamente improvvisati e psichedelici, aumentando non poco il volume degli amplificatori. Il primo album risultante dal contratto con la Warner Bros, successivo all' ingresso di un secondo batterista, Mickey Hart, sembra pero' il frutto degli anni trascorsi a suonare country-rock e blues, aprendosi poco alle sperimentazioni lisergiche che caratterizzarono invece i dischi successivi fino a "Live Dead", uno degli albums live piu' belli ed importanti della storia del rock, dopo del quale i Dead tornarono a forme musicali piu' tradizionali, riprendendo anche l' uso di strumenti acustici. Nel contempo, pero', dal vivo la band accentuo' la tendenza alla improvvisazione ed alla dilatazione dei brani, costruendosi una fama smisurata con concerti, sempre esauriti, dalla regolare durata di 5 o 6 ore. Con qualche cambiamento d' organico (da ricordare almeno la morte dell' originario tastierista, Ron "Pigpen" Mckernan, nel '73 per abusi alcoolici) e l' abbandono della Warner Bros per un periodo di indipendenza prima di approdare alla Arista, la storia dei Dead continuo' con successo per molti anni ancora. Furono tutti impegnati anche su altri fronti, pubblicando, spesso per la autogestita Round, molti dischi solisti e non, per i quali rimandiamo alla consultazione dei singoli autori: Jerry Garcia, Bob Weir, Mickey Hart, Phil Lesh, Robert Hunter, Keith & Donna Godchaux, i Touchstone di Costantin... | |||||||
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