Autore Waits tom   Euro
40,00
Titolo swordfishtrombones (180 gr.)  
supporto Lp edizione nuovo          stereo  
anno 1983 stampa eu etichetta   island   codice 2130581

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ristampa del 2023, rimasterizzata ed in vinile 180 grammi, copertina pressoche' identica a quella della prima tiratura. Il magnifico settimo vero album in studio dell' artista americano, uscito nel settembre del 1983, nello stesso anno della colonna sonora ''One from the heart'' ma a ben tre anni di distanza dal precedente "Heartattack and Vine", giunto al numero 62 delle classifiche Uk e non entrato in quelle americane. Capolavoro tra i piu' belli, intensi ed importanti di Waits, segna il passaggio dalla Asylum che ne aveva pubblicato i dischi precedenti alla Island, con la quale l' artista intraprendera' un fruttuoso e duraturo legame; la vecchia etichetta rifiuto' infatti di pubblicarlo spiazzata da una liberta' espressiva a cui Waits era arrivato gradualmente ma inevitabilmente, e che qui lo porta ed esplorare scenari lirici inediti, toni talora devastati ed acidi, sonorita' imprevedibili e spesso dissonanti, con il risultato in effetti di allontanare ulteriormente Waits dal grande pubblico, ma riproponendolo come artista a 360 gradi tra i piu' creativi ed interessanti della scena degli anni '80, piu' che mai idolatrato dalla critica, sopratutto europea, a dispetto dei poche che "non capirono"...Come la copertina, bellissima e felliniana, preannuncia, si tratta di un disco in un certo senso quasi cinematografico, che regala si' alcuni brani divenuti dei veri e propri "classici" del repertorio di Tom Waits (la vivace "16 Shells From A 30.6", la malinconica "In the Neighborhood", la concitata "Down Down Down") ma soprattutto da' vita ad un immaginario poetico straordinariamente ricco ed evocativo, ora lacerato da infiniti struggimenti, dolente e malinconico ("Shore Leave", le struggenti "Johnsburg, Illinois" e "Soldier's Things", la desolata "Town with no Cheer"), ora entusiasticamente coinvolto nella ricerca gioiosa di strumenti espressivi nuovi, dove le influenze non sono piu' solo quelle del blues, del jazz, della scena dei grandi cantautori della West Coast, ma anche le musiche da circo, Nino Rota, la musica popolare, le marcette ("Underground", la pazzesca "Trouble's Braids", una manciata di brani strumentali che sono una parte importante dell' equilibrio miracoloso del disco), Nino Rota, in brani talora scarni, ma sempre ricchi di geniali soluzioni strumentali, dove per la prima volta Tom Waits canta, urla, sussurra, non solo incurante ma persino forte dei propri limiti vocali, trasportato da una ispirazione imprevedibile ed irripetibile. Un disco di rara densita', tra i massimi capolavori degli anni '80, sebbene certo il piu' accessibile successivo "Rain Dogs" abbia maggiormente incontrato i favori del pubblico un paio di anno dopo.    
   
     
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