Autore | Grateful dead | Euro 128,00 |
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Titolo | Fox Theatre St. Louis 1971 (5lp Box) |
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supporto | LPBOX | edizione | nuovo | stereo | |||
anno | 1971 | stampa | eu | etichetta grateful dead / rhino | codice 2127263 |
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versione per stampa |
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Edizione limitata a 12000 copie, cofanetto contenente cinque vinili da 180 grammi, con la decima facciata scolpita ("etched"), inserto formato 12" con note storiche a cura dello studioso ed archivista dei Dead Nicholas G. Meriwether, piccolo adesivo a colori con logo del Grateful Deadcast (il podcast ufficiale del gruppo), label custom di colore diverso e con differente artwork su ciascun vinile, con l'eccezione della facciata scolpita che ne è priva, catalogo R1 654081. Pubblicato nell'ottobre del 2021 dalla Rhino, questo cofanetto contiene la registrazione dell'intero concerto dato dai Dead al Fox Theatre di St. Louis, Missouri, il 10 dicembre del 1971, qui proposto con una eccellente qualità di registrazione (il mastering è come al solito a cura del fidato Jeffrey Norman); la bella sala da concerti era particolarmente apprezzata dal gruppo per la sua eccellente acustica. Si tratta di una delle più amate testimonianze di una delle incarnazioni meno famose e meno longeve della band, quella con Jerry Garcia, Phil Lesh, Bob Weir, Bill Kreutzmann, il da poco entrato in formazione Keith Godchaux ed il mitico Ron "Pigpen" McKernan, da poco ritornato sui palchi dopo un periodo di convalescenza dovuto a problemi di salute che purtroppo si sarebbero aggravati di lì a poco, portandolo al ritiro dalle scene circa sei mesi dopo, ed alla prematura morte nel 1973. I Dead erano in grande forma nel dicembre del 1971, e fornirono prove consistenti per tutto il mese: il sound del gruppo è qui in un momento di transizione, nel quale si incontrano i Dead compatti, rootsy ed energici del 1971 con quelli più aperti a voli pindarici del leggendario tour europeo della primavera del 1972 (si ascoltino la lunga versione di "Good lovin'", che il gruppo stava portando già qui a livelli mai sentiti prima, e quella di "The other one", sintesi fra le classiche versioni del 1971 e quelle sempre più spaziali ed astratte del 1972); l'organo tipicamente soul / r'n'b di Pigpen (un po' sullo sfondo come volume) coesiste con il piano jazzato e boogie di Godchaux, che stava progressivamente inserendosi nell'impasto sonoro della band, con discrezione ma con efficacia, la coesistenza fra chiari riferimenti alla Americana (soul, funk, blues, folk, country che si incontrano) e decolli psichedelici, ma anche e soprattutto una band che suona precisa, energica ed incisiva, senza strafare con le jam e restando anche i brani più lunghi sotto i venti / ventidue minuti, il lasso di tempo nel quale i Dead davano il meglio, concentrando invenzione e tensione. Questa la scaletta: "Bertha", "Me and my uncle", "Mr. Charlie", "Loser", "Beat it down the line", "Sugaree", "Jack straw", "Next time you see me", "Tennessee jed", "El paso", "Big railroad blues", "Casey jones", "Good lovin'", "Brokedown palace", "Playing in the band", "Run rudolph run", "Deal", "Sugar magnolia", "Comes a time", "Truckin' / Drums", "The other one / Sitting on top of the world / The other one", "Not fade away / Goin' down the road feeling bad / Not fade away", "One more saturday night". | |||||||
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