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Paradise lost
Faith divides us - death unites us (ltd. gold vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2009 sevan mater / the circle music
heavy metal
heavy metal
Edizione limitata a 500 copie in vinile color oro (altre 500 copie sono state contemporaneamente pressate in vinile rosso), copertina apribile in tre. Ristampa del 2024 ad opera della Sevan Mater / The Circle Music, con un brano in meno ("Cardinal zero") e copertina apribile in tre pannelli e non più in due. Originariamente pubblicato nel settembre del 2009 dalla Century Media, giunto alla 122esima posizione in classifica nel Regno Unito, il dodicesimo album in studio, successivo a "In requiem" (2007) e precedente "Tragic idol" (2012). Un disco ricollegato stilisticamente dalla critica a "Draconian times" del 1995, di cui è considerato un successore (ma non "il" successore"), "Faith divides us" integra elementi di goth metal e doom metal in una atmosfera solenne, tragica e cupissima, un approccio vocale che riprende il filo dell'abrasività e della durezza, senza però giungere agli estremi esiti del cantato gutturale e diabolico, ma mantenendo una vena melodica sotto la superficie, e le potenti e dense chitarre che sono ritornate pienamente al centro del sound della band. Formatisi ad Halifax in Inghilterra nel 1988, i Paradise Lost sono considerati fra i fondatori del doom e del death metal. Dopo i primi dischi, dal suono piu' abrasivo, fra cui l'acclamato "Gothic" (1991), il gruppo raffina il proprio stile con "Icon" (1993) e "Draconian times" (1995), per poi cimentarsi con contaminazioni elettroniche in "One second" (1997), seguendo un approccio eclettico abbastanza inusuale nel loro genere. Seguono "Host" del 1999, "Believe in nothing" del 2001, "Symbol of life" del 2002, "Paradise lost" del 2005, "In requiem" del 2007 e "Faith divides us – Death unites us" (2009).
Paradise lost
Faith divides us - death unites us (ltd. red)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2009 sevan mater / the circle music
heavy metal
heavy metal
Edizione limitata di 500 copie in vinilerosso (altre 500 copie sono state contemporaneamente pressate in vinile dorato), copertina apribile in tre. Ristampa del 2024 ad opera della Sevan Mater / The Circle Music, con un brano in meno ("Cardinal zero") e copertina apribile in tre pannelli e non più in due. Originariamente pubblicato nel settembre del 2009 dalla Century Media, giunto alla 122esima posizione in classifica nel Regno Unito, il dodicesimo album in studio, successivo a "In requiem" (2007) e precedente "Tragic idol" (2012). Un disco ricollegato stilisticamente dalla critica a "Draconian times" del 1995, di cui è considerato un successore (ma non "il" successore"), "Faith divides us" integra elementi di goth metal e doom metal in una atmosfera solenne, tragica e cupissima, un approccio vocale che riprende il filo dell'abrasività e della durezza, senza però giungere agli estremi esiti del cantato gutturale e diabolico, ma mantenendo una vena melodica sotto la superficie, e le potenti e dense chitarre che sono ritornate pienamente al centro del sound della band. Formatisi ad Halifax in Inghilterra nel 1988, i Paradise Lost sono considerati fra i fondatori del doom e del death metal. Dopo i primi dischi, dal suono piu' abrasivo, fra cui l'acclamato "Gothic" (1991), il gruppo raffina il proprio stile con "Icon" (1993) e "Draconian times" (1995), per poi cimentarsi con contaminazioni elettroniche in "One second" (1997), seguendo un approccio eclettico abbastanza inusuale nel loro genere. Seguono "Host" del 1999, "Believe in nothing" del 2001, "Symbol of life" del 2002, "Paradise lost" del 2005, "In requiem" del 2007 e "Faith divides us – Death unites us" (2009).
Paradise lost
Live death
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1989 peaceville
heavy metal
heavy metal
Label grigio/nera con scritte bianche e rosa, catalogo VILELP970. Per la prima volta disponibile in vinile grazie a questa edizione del 2022 ad opera della Peaceville, il contenuto musicale delle registrazioni dal vivo già edite in formato videocassetta nel 1990, del concerto dato dai Paradise Lost alla Queen's Hall di Bradford, Inghilterra, il 4 novembre del 1989. Nick Holmes (voce), Stephen Edmondson (basso), Matthew Archer (batteria), Aaron Aedy (chitarra) e Gregor McIntosh (chitarra) suonano sul palco brani che poi sarebbero quasi tutti apparsi di lì a pochi mesi nel loro primo album in studio "Lost paradise" (febbario 1990), con una ferocia belluina, il cantante Holmes che non esce mai dal personaggio, intrattenendo il pubblico con una sinistra voce gutturale anche negli intermezzi fra un brano e l'altro; il gruppo esprime una densa ed annichilente sintesi fra doom e death metal, fluida nei suoi cambi ritmici e nel passare fra rapide esplosioni di furia e lente colate laviche di suono e marce funeree. Questa la scaletta: "Deadly Inner Sense", "Frozen Illusion", "Breeding Fear", "Paradise Lost", "Our Saviour", "Rotting Misery", "Internal Torment". Formatisi ad Halifax in Inghilterra nel 1988, i Paradise Lost sono considerati fra i fondatori del doom e del death metal. Dopo i primi dischi, dal suono piu' abrasivo, fra cui l'acclamato "Gothic" (1991), il gruppo raffina il proprio stile con "Icon" (1993) e "Draconian times" (1995), per poi cimentarsi con contaminazioni elettroniche in "One second" (1997), seguendo un approccio eclettico abbastanza inusuale nel loro genere. Seguono "Host" del 1999, "Believe in nothing" del 2001, "Symbol of life" del 2002, "Paradise lost" del 2005, "In requiem" del 2007 e "Faith divides us – Death unites us" (2009).
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