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Chameleons Dali' s picture / auffuhrung in berlin (blue vinyl)
lp2 [edizione] nuovo  stereo  uk  1983  blue apple music 
punk new wave
Doppio album, in vinile celeste; realizzato nel settembre 2022, contiene in una unica confezione i due albums, molto rari nelle loro originarie edizioni, "Dali's Picture" e "Auffuhrung in Berlin", entrambi usciti nel 1993 su etichetta Imaginary (che gia' all' epoca li mise anche indieme in un doppio cd dalla tiratura limitata, oltre che pubblicarli individualmente sia in cd che in vinile), Si tratta di imperdibili tasselli della storia artistica della cult band britannica: "Dali's Picture" contiene dieci brani registrati in studio tra il 1981 ed il 1982, ben prima del primo album "Script of the Bridge" (agosto 1983), che peraltro conterra' solo due di questi brani, ovviamente in versioni diverse: "Monkeyland" e "Less Than Human", mentre gli altri rimarranno momentaneamente inediti ("Looking Inwardly" sara' riregistrata per il secondo album del 1985 "What Does Anything Mean? Basically", e nello stesso periodo sara' riregistrata "Nostalgia", che apparira' come b-side di un singolo), poi comparsi in queste o in altre versioni su pubblicazioni postume. Il live "Auffuhrung in Berlin" contiene undici brani registrati dal vivo il 18 dicembre del 1983 al Loft di Berlino, con molti classici del primo periodo della band e la bellissima cover di "Splitting in Two" degli Alternative Tv. Questi i brani dei due dischi: "DALI's PICTURE": Everyday And Crucified / Monkeyland / Dreams In Celluloid / Love Is / The Fan, The Bellows / Looking Inwardly / Dali's Picture / Nostalgia / Less Than Human / Things I Wish I'd Said. "AUFFUHRUNG IN BERLIN": Less Than Human / Paper Tigers / Monkeyland / Thursday's Child / Second Skin / Pleasure And Pain / Singing Rule Britannia (While The Walls Close In) / Perfume Garden / One Flesh / In Shreds / Splitting In Two. I Chameleons sono stati uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, e destinati anche per questo, nonostante l'incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici, ha pochi eguali nell'ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Euro
37,00
codice 2136794
scheda
Chameleons edge sessions (live from the edge)
LP2 [edizione] nuovo  stereo  usa  2022  metropolis 
punk new wave
Doppio album, copertina apribile; pubblicato nel 2022 (a giugno, in questa versione vinilica), questo album vede il ritorno della amata sigla Chameleons, chiusa la parentesi ChameleonsVox, poiche', dopo circa un ventennio, Reg Smithies, uno dei due chitarristi della formazione originale, si e' riunito al cantante e bassista Mark Burgess, con i due accompagnati dal chitarrista Chris Oliver e dal batterista Stephen Rice, gia' con Burgess nei ChameleonsVox. Il frutto di questo ennesimo tassello nella lunga storia della cult band inglese di Manchester e' questo disco registrato live in studio nel maggio del 2021 (fu all' epoca trasmesso in streaming), con il gruppo, in splendida forma, intento ad eseguire scintillanti ed intense versioni di alcuni dei suoi brani piu' classici, talora in versioni particolarmente estese che incorporano citazioni di brani di altri artisti (l' esecuzione di "Soul of Isolation" si apre a citazioni prima di "The End" dei Doors e poi di "Eleanor Rigby" dei Beatles, mentre quella di "Singing Rule Britannia" cita "Transmission" dei Joy Division". Sette brani, contenuti nelle prime tre facciate ("A Person Isn't Safe Anywhere These Days", "Return Of The Roughnecks", "Up The Down Escalator", "Anyone Alive", "Soul In Isolation", "Singing Rule Britannia (As The Walls Close In)", "Second Skin"), mentra la quarta facciata contiene tre brani registrati in periodi diversi dai ChameleonsVox, alle prese con versioni inedite di "Sychopants" (versione registrata con un altro storico membro dei Chameleons, il batterista John Lever, purtroppo morto nel 2017) ed "Heaven" (tra i pochi brani originali del gruppo, perlopiu' intento ad eseguire i vecchi brani dei Chameleons) ed "Ever After", brano poco noto dei "vecchi" Chameleons. I Chameleons sono stati uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, e destinati anche per questo, nonostante l'incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici, ha pochi eguali nell'ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Euro
40,00
codice 2113202
scheda
Chameleons John Peel sessions (2x12")
12"x2 [edizione] ristampa  stereo  uk  1981  blue apple music 
  [vinile]  Excellent  [copertina]  Excellent punk new wave
ristampa rimasterizzata uscita nel dicembre del 2014, ormai fuori catalogo, con gli stessi brani della rara edizione originaria contenuti in due 12" in vinile 180 grammi a 45 giri, per una migliore resa sonora, copertina per l' occasione apribile, che riprende sul fronte l' immagine della prima edizione ma con una "cornice" rossa, catalogo BAMLP14. Il ricercatissimo album, uscito originariamente in poche copie per la Strange Fruit nel dicembre 1990; racchiude inedite e splendide versioni di 12 brani registrate in 3 differenti sessions realizzate negli studi della BBC tra il Giugno del 1981 ed il Maggio del 1984 per la trasmissione radiofonica curata dal compianto John Peel; classici affascinanti, imperdibili e memorabili realizzazioni della band originaria di Manchester, suprema perla oscura anglosassone dedita ad una new wave sognante sospesta tra post-punk e psichedelia, veramente inarrivabili. THE FAN & THE BELLOWS - HERE TODAY - LOOKING INWARDLY - THINGS I WISH I'D SAID - DON'T FALL - NOSTALGIA - SECOND SKIN - PERFUMED GARDEN - DUST TO DUST - RETURN OF THE ROUGHNECKST - ONE FLESH - INTRIGUE IN TANGIERST - P.S. GOODBYE: molti brani inediti su album o qui in versioni precedenti a quelle degli albums. Imperdibile. I Chameleons sono uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, e destinati anche per questo, nonostante l'incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici, ha pochi eguali nell'ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Euro
45,00
codice 264094
scheda
Chameleons live at the camden palace (ltd. coloured vinyl + cd + poster)
lp2 [edizione] nuovo  stereo  eu  1984  Moochin' About 
punk new wave
Doppio album, edizione limitata in vinile colorato, corredata di versione in cd del disco e di poster apribile a colori con artwork, copertina apribile senza barcode, adesivo sul cellophane sia sul fronte che sul retro (quello sul retro con tracklist, note e foto). Pubblicato per la prima volta in vinile in questa edizione del marzo 2022, questo live album contiene la testimonianza quasi completa (manca un brano) del celebre e bellissimo concerto eseguito il 9 novembre del 1994 al Camden Palace di Londra, tra il primo album "Script of the Bridge" (agosto 1983) ed il secondo "What does anything mean? basically" (maggio 1985), di cui vengono qui anticipati ben tre brani. Le prime tre facciate sono occupate dai tredici brani di quel concerto, in cui La band si produce in una performance particolarmente efficace e talora aggressiva, regalando anche una bella cover di "Splitting in Two" degli Alternative Tv, concerto testimoniato gia' nel 1985 da una rara videocassetta ufficiale (ci sara' poi anche un dvd nel 2005); la qualita' sonora e' eccellente, come anche quella della della quarta facciata, che contiene quattro brani registrati sempre dal vivo ma in studio per una emittente televisiva della Catalogna durante il 1985. Il concerto di Londra era gia' noto per la pubblicazione in videocassetta gia' nel 1985 ed in dvd nel 2004. Questa la scaletta: 1 Don't Fall 2 Intrigue In Tangiers 3 Monkeyland 4 Second Skin 5 Singing Rule Britannia 6 Pleasure And Pain 7 Return Of The Roughnecks 8 A Person Isn't Safe 9 In Shreds 10 Splitting In Two 11 Here Today 12 Thursday's Child 13 Paper Tigers; Catalonian Tv Show: Return of the Roughnecks / Less Than Human / Splitting in Two / Here Today. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Euro
58,00
codice 2108906
scheda
Chameleons recorded live at the manchester hacienda, january 28th, 1983
lp [edizione] nuovo  stereo  eu  1983  radiation reissues 
punk new wave
Edizione limitata in vinile colorato, come da adesivo di presentazione posto sulla busta plastificata esterna, ristampa del 2025, con copertina realizzata per l' occasione, senza barcode, dell' album gia' realizzato in 500 copie numerate dalla stessa Radiation in occasione del Record Store Day dell' aprile 2017, ma in quella prima edizione priva di copertina. Contiene la registrazione (di buona qualita') del concerto della grande band inglese di Manchester effettuato il 28 gennaio del 1983 all' Hacienda di Manchester. La band aveva all' epoca pubblicato soltanto il suo singolo d' esordio, la cui facciata A "In Shreds" e' qui' contenuta, ma sebbene il suo primo album "Script of the Bridge" fosse ancora di la' da venire (Agosto 1983), la personalita' e la statura del gruppo sono qui' gia' chiaramente avvertibili, con un sound gia' perfettamente delineato ed un repertorio zeppo di molti brani che diverranno dei classici del suo repertorio, con brani che saranno contenuti nel primo album, come "Paper Tigers", "Pleasure and Pain", "Don't Fall" e "Second Skin", oltre alle meno note "Men Of Steel" e "Years Ago", di cui alcune versioni compariranno negli anni su alcune pubblicazioni postume, e alla gia' citata "In Shreds". I Chameleons sono uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, e destinati anche per questo, nonostante l'incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici, ha pochi eguali nell'ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Euro
20,00
codice 2135432
scheda
Chameleons Tony Fletcher Walked On Water (purple vinyl)
12" [edizione] nuovo  stereo  uk  1990  blue apple music 
punk new wave
Ep in formato 12", ristampa del 2022, rimasterizzata ed in vinile viola, coeprtina pressoche' identica alla prima molto rara tiratura su Glass Pyramid; pubblicato nell' ottobre 1990, il formidabile e rarissimo ultimo testamentario capitolo (prima delle varie ricostituzioni del gruppo) della cult band inglese, che testimonia la grandezza di una delle piu' scandalosamente sottovalutate band degli anni ottanta. Quattro brani altrimenti inediti ("Is It Any Wonder", "Free For All", "The Healer" e "Denims And Curls"), brani registrati nel 1986, durante le sessions per la Geffen che avrebbero dovuto portare al seguito del terzo album "Strange Times"; purtroppo il loro manager, primo sostenitore e soprattutto loro grande amico, Tony Fletcher, mori' durante le registrazioni del disco, che non fu mai ultimato. I quattro Chameleons furono tristemente segnati da questo episodio in seguito al quale decisero di porre (momentaneamente) fine alla vita del gruppo. Questi quattro brani, tratti da quelle sessions, videro la luce solo nel 1990 in questo 12" significativamente intitolato "Tony Fletcher Walked On Water", dovuto tributo commemorativo per colui che e' sempre stato considerato dallo stesso gruppo come il quinto componente dei Chameleons. Uno dei gruppi piu' originali e sottovalutati degli anni ottanta, sospesi tra post punk, psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici. Da sempre amati nel resto dell' Europa e seguiti da un pubblico di culto, sono, non a caso, stati celebrati da innumerevoli albums postumi, sebbene a rappresentarli sia soprattutto una trilogia di albums che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco piace, e' elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce l￾, o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Euro
30,00
codice 2127684
scheda
Chameleons What does anything mean? basically
Lp [edizione] nuovo  stereo  eu  1985  statik / private 
punk new wave
ristampa private press, in vinile pesante, copertina lucida senza barcode, non apribile. Uscito nel maggio del 1985 e giunto al 60esimo posto delle classifiche inglesi, il secondo capolavoro della band di Mark Burgess, da Manchester, uno dei gruppi piu' originali e sottovalutati degli anni ottanta, giustamente oggi riscoperti e celebrati. Dopo lo splendido album d'esordio "Script of the Bridge", questo disco conferma il gruppo come uno dei piu' innovativi ed originali prodotti dalla perfida terra d'albione nella prima meta' degli ottanta, sebbene anche uno dei piu' scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese (sin dal primo singolo del 1981), cosi' spesso pronta ad idolatrare effimeri gruppetti buoni per un singolo o due, ed invece incapace di cogliere la bellezza della musica di questa band, sospesa tra post punk, psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici. Da sempre amati nel resto dell' Europa e seguiti da un pubblico di culto, sono, non a caso, stati celebrati da innumerevoli albums postumi, sebbene a rappresentarli sia soprattutto una trilogia di albums ("Strange Times" il successivo) che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco piace, e' elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Euro
18,00
codice 3037769
scheda
Chameleons What does anything mean? basically (clear vinyl)
Lp [edizione] nuovo  stereo  eu  1985  blue apple music 
punk new wave
Ristampa ufficiale, rimasterizzata, in edizione limitata di 1000 copie in vinile chiaro, pesante 180 grammi, con copertina apribile esclusiva (rielaborazione di quella originaria e come quella realizzata dal chitarrista Reg Smithies) corredata inoltre di inner sleeve. Uscito nel maggio del 1985 e giunto al 60esimo posto delle classifiche inglesi, il secondo capolavoro della band di Mark Burgess, da Manchester, uno dei gruppi piu' originali e sottovalutati degli anni ottanta, giustamente oggi riscoperti e celebrati. Dopo lo splendido album d'esordio "Script of the Bridge", questo disco conferma il gruppo come uno dei piu' innovativi ed originali prodotti dalla perfida terra d'albione nella prima meta' degli ottanta, sebbene anche uno dei piu' scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese (sin dal primo singolo del 1981), cosi' spesso pronta ad idolatrare effimeri gruppetti buoni per un singolo o due, ed invece incapace di cogliere la bellezza della musica di questa band, sospesa tra post punk, psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici. Da sempre amati nel resto dell' Europa e seguiti da un pubblico di culto, sono, non a caso, stati celebrati da innumerevoli albums postumi, sebbene a rappresentarli sia soprattutto una trilogia di albums ("Strange Times" il successivo) che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco piace, e' elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Euro
33,00
codice 3029658
scheda
Chameleons What does anything mean? basically (picture disc)
Lp [edizione] ristampa  stereo  eu  1985  blue apple music 
  [vinile]  Excellent  [copertina]  Excellent punk new wave
Ristampa ufficiale del 2018, rimasterizzata, versione non numerata sull' adesivo posto sulla busta esterna plastificata (erano numerate le prime 500 copie), in vinile picture con artwork esclusivo, catalogo BAMLP18. Questa pubblicazione contiene una dedica alla memoria di John Lever, batterista storico del gruppo, purtroppo scomparso nel 2017. Uscito nel maggio del 1985 e giunto al 60esimo posto delle classifiche inglesi, il secondo capolavoro della band di Mark Burgess, da Manchester, uno dei gruppi piu' originali e sottovalutati degli anni ottanta, giustamente oggi riscoperti e celebrati. Dopo lo splendido album d'esordio "Script of the Bridge", questo disco conferma il gruppo come uno dei piu' innovativi ed originali prodotti dalla perfida terra d'albione nella prima meta' degli ottanta, sebbene anche uno dei piu' scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese (sin dal primo singolo del 1981), cosi' spesso pronta ad idolatrare effimeri gruppetti buoni per un singolo o due, ed invece incapace di cogliere la bellezza della musica di questa band, sospesa tra post punk, psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici. Da sempre amati nel resto dell' Europa e seguiti da un pubblico di culto, sono, non a caso, stati celebrati da innumerevoli albums postumi, sebbene a rappresentarli sia soprattutto una trilogia di albums ("Strange Times" il successivo) che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco piace, e' elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Euro
28,00
codice 264092
scheda
Chameleons Why call it anything
Lp [edizione] nuovo  stereo  uk  2001  blue apple music 
punk new wave
Doppio album in vinile pesante, con un disco di colore arancione e l' altro azzuro, copertina apribile. Per la prima volta in vinile in questa edizione (rimasterizzata) curata dalla Blue Apple Music, il misconosciuto ma notevole album della cult band inglese di Manchester, pubblicato (originariamente solo in cd) nel luglio del 2001, dopo "Strip", che nel 2000 aveva segnato l' inatteso ritorno della storica line up originale, ma che conteneva vecchi brani riletti in studio in chiave unplugged, cosi' come sara' nel 2002 per l' album che chiudera' definitivamente la discografia (live esclusi) del gruppo, "This Never Ending Now". Si tratta, quindi, a distanza di quindici anni da "Strange Times", del quarto ed ultimo album in studio composto da nuovi brani, dieci episodi prodotti da David M Allen, che gia' aveva lavorato proprio a "Strange TImes". Mark Burgess, Dave Fielding, Reg Smithies e John Lever dimostrano di essere ancora in splendida forma, in un disco che, senza possedere forse la magia dei vecchi classici del gruppo, non li fa troppo rimpiangere, tra episodi chitarristici ed a loro modo anthemici che riportano in vita il classico ed inimitabile suono della band, come "Shades" ed "Indiana", ed altri piu' dilatati e distesi, atmosferici ed autunnali, che sviluppano un approccio piu' dolente e maturo, gia' intravisto in "Strange Times", e che sono il vero punto di forza di un album ispirato e meritevole di riscoperta. I Chameleons sono stati uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, e destinati anche per questo, nonostante l'incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici, ha pochi eguali nell'ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda del bassista Mark Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon (con Lever), Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana, mentre Smithies e Fielding danno vita ai Reegs, autori di due albums nel 1991 e nel 1992. Ma l'affetto per i Chameleons non si e' spento, se possibile si e' rafforzato con gli anni, ed i quattro sono incoraggiati a superare vecchi dissapori e ritrovarsi per una reunion che frutta all' inizio del nuovo millennio due albums con vecchi brani riletti in chiave unplugged ed un album di nuovo materiale, "Why Call It Anything". Poi il nuovo, definitivo, scioglimento, con Lever che suonera' sia con Fielding nei Red-Sided Garter Snakes (due album nel 2014 e 2016) sia con Burgess nei ChameleonsVox, dediti essenzialmente alla riproposizione del vecchio materiale dei Chameleons (eccellenti dal vivo). Lever stesso morira' nel 2017, dopo una breve malattia.
Euro
34,00
codice 2131970
scheda
Chameleons vox (chameleons uk) strange times... live
lp2 [edizione] originale  stereo  uk  2019  Moochin' About 
  [vinile]  Excellent  [copertina]  Excellent punk new wave
doppio album, l' originale stampa, nella versione in vinile nero, limitata in 800 copie, copertina apribile, etichetta custom, catalogo MOOCHIN17. Pubblicato nel giugno del 2019, questo live album testimonia attraverso notevoli registrazioni effettuate dal vivo il 13 dicembre del 2018 alla Preston Guild Hall di Preston, Lancashire, Inghilterra, di un tour che ha visto la riproposizione dell' album "Strange Times" (originariamente pubblicato nel settembre del 1986), da parte della formazione nata per iniziativa di Mark Burgess, cantante e bassista degli inglesi Chameleons, dopo il definitivo scioglimento degli stessi e le dispute sull' uso del nome della band (nel frattempo Burgess ha pero' anche guidato Sun and the Moon, Sons of God, Invincible e Black Swan Lane). "Strange Times" e' riproposto nella sua interezza, con grande efficacia ed intensita', e con il medesimo ordine dei brani, che ne occupano le prime tre facciate ("Mad Jack", "Caution", "Tears", "Soul In Isolation", "Swamp Thing", "Time | The End Of Time", "Seriocity", "In Answer", "Childhood", "I'll Remember"), mentre la quarta facciata contiene i tre brani dell' ep realizzato dai Chameleons Vox nel 2017 "Where in the World" ("Denims & Curls", "Dali's Picture" e "Free For All", vechci brani dei Chameleons in nuove versioni in studio), con l' aggiunta del brano "Ever After", che in quell' ep era disponibile solo come download. I Chameleons sono stati uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, e destinati anche per questo, nonostante l'incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici, ha pochi eguali nell'ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Euro
28,00
codice 264095
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