Hai cercato: Can --- Titoli trovati: : 44
Pag.:
oggetti:
Can
delay 1968 (ltd. pink vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1969 spoon / mute
rock 60-70
rock 60-70
ristampa del 2021, rimasterizzata, EDIZIONE LIMITATA IN VINILE ROSA, copertina senza barcode pressoche' identica alla prima rara tiratura, corredata di coupon con codice per il download digitale. Pubblicato originariamente nel 1981 su Spoon, l' etichetta del gruppo, il disco contiene, per la prima volta riesumate, le leggendarie registrazioni antecedenti al primo album, risalenti al 1968 e 1969 ed effettuate allo Schloss Norvenich, con la formazione che vedeva Holger Czukay, Michael Caroli, Jaki Liebezeit, Irmin Schmidt, Malcolm Mooney. Sette brani nello stile del primo album "Monster movie" con un feeling ancora piu' grezzo e senza compromessi. Ecco la lista del materiale contenuto: "Butterfly", "Pnoom", "Nineteen century man", "Thief", "Man named Joe", "Uphill", "Little star of Bethlehem". Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can
ege bamyasi
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1972 mute / spoon
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa rimasterizzata, copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura, e corredata di inner sleeve. Pubblicato in Germania dopo "Tago mago" e prima di "Future days", nell' agosto del 1972, mantiene la potente ritmica dei lavori precedenti, ma e' ancora piu' bizzarro, con percussioni tribali e la voce di Damo Suzuki che passa dai sussurri alle grida, e' un album di passaggio tra il primo periodo, piu' oscuro e sperimentale, e quello atmosferico che comincera' con "Future days". contiene il leggendario brano "Spoon". Il seguito di "Tago Mago" e' piu' corto nella durata ma altrettanto intenso; Liebezeit,diviene ancora piu' minimalista e funky, e fornisce una meravigliosa base agli azzoli di Karoli , vedi "Pinch" , "Spoon." l'ultimo brano, e' stato uno dei piu' influenti del decennio ed ha condizionato pesantemente la musica di gruppi quali Ultravox , vedi "Hiroshima Mon Amour" e dei migliori episodi di Gary Numan, l'accoppiata Liebezeit - Czukay possiede una potentissima groove su "One More Night," anch'essa fonte di influenza per esempio per gli Stereolab , la lunga "Soup," vede un altra delle leggendarie escursioni del gruppo nella parte oscura con Schmidt e Liebezeit che si caricano parte iniziale e Suzuki e gli altri che aggiungono mano a mao i loro immani talenti . Suonato benissimo, vedi Suzuki su "Pinch"; la tastiera di "Vitamin C"; e la chitarra di "I'm So Green." con la particolarmente raffinata e gentile "Sing Swan Song" che vede ancora Schmidt e Czukay a supportare la magnetica voce di Suzuki. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can
ege bamyasi (eu)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1972 spoon / private
rock 60-70
rock 60-70
RIstampa private press, in vinile pesante, copertina lucida pressoche' identica alla prima rara tiratura, sebbene con barcode. Pubblicato in Germania dopo "Tago mago" e prima di "Future days", nell' agosto del 1972, mantiene la potente ritmica dei lavori precedenti, ma e' ancora piu' bizzarro, con percussioni tribali e la voce di Damo Suzuki che passa dai sussurri alle grida, e' un album di passaggio tra il primo periodo, piu' oscuro e sperimentale, e quello atmosferico che comincera' con "Future days". contiene il leggendario brano "Spoon". Il seguito di "Tago Mago" e' piu' corto nella durata ma altrettanto intenso; Liebezeit,diviene ancora piu' minimalista e funky, e fornisce una meravigliosa base agli azzoli di Karoli , vedi "Pinch" , "Spoon." l'ultimo brano, e' stato uno dei piu' influenti del decennio ed ha condizionato pesantemente la musica di gruppi quali Ultravox , vedi "Hiroshima Mon Amour" e dei migliori episodi di Gary Numan, l'accoppiata Liebezeit - Czukay possiede una potentissima groove su "One More Night," anch'essa fonte di influenza per esempio per gli Stereolab , la lunga "Soup," vede un altra delle leggendarie escursioni del gruppo nella parte oscura con Schmidt e Liebezeit che si caricano parte iniziale e Suzuki e gli altri che aggiungono mano a mao i loro immani talenti . Suonato benissimo, vedi Suzuki su "Pinch"; la tastiera di "Vitamin C"; e la chitarra di "I'm So Green." con la particolarmente raffinata e gentile "Sing Swan Song" che vede ancora Schmidt e Czukay a supportare la magnetica voce di Suzuki. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can
future days
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1973 spoon
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa ufficiale rimasterizzata, pressoche' identica alla prima tiratura su United Artists, copertina senza barcode, con parti in rilievo "embossed" sul fronte e sul retro, inner sleeve. Uscito dopo ''Ege Bamiasy'' e prima di ''Soon Over Babaluma'', il quarto album. L'ultimo lavoro con Damo Suzuki che lascera' la band il 25 agosto del 1973, il disco contiene alcuni classici, come ''Future days'', ''Spray'', ''Bel air''; certamente il piu' atmosferico capitolo del gruppo e per alcuni critici anche il piu' bello in assoluto, vede brani dagli arrangiamenti spartani e vicini al jazz con contributi vocali minimali e grande utilizzo di tastiere che creano celestiali tappeti sonori che fanno da contrappunto alla intricata e complessa batteria di Jaki Liebezeit. "Future Days" e' un lavoro intenso e radicale, con idee del tutto innovative ed originalissime e corona in maniera magistrale la seconda fase della carriera del gruppo. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can
limited edition
Lp [edizione] ristampa stereo eu 1974 united artists / private
[vinile] excellent [copertina] excellent rock 60-70
[vinile] excellent [copertina] excellent rock 60-70
Ristampa private press degli anni 2000, copertina senza barcode, pressoche' identica alla prima rara tiratura inglese (la famosa cosiddetta ''rat cover'') dell' album all' epoca non uscito in Germania, etichetta crema con scritte e logo marroni con "A product of Liberty-United Artists Records Ltd." in basso, catalogo USP.103. trail off incisi a mano che presentano solo in numero di catalogo del disco seguito dalla facciata. Pubblicato in Inghilterra nell' Agosto del 1974, dopo ''Future Days'' e prima di ''Soon Over Babaluma'', non entrato nelle classifiche UK e non pubblicato in Germania. Raccoglie 13 brani assolutamente inediti altrove dei Can registrati all' Inner Space Studio; stampato soltanto in Inghilterra, venduto al prezzo all' epoca piu' che politico di ''97 p'', limitato a 15.000 copie, fu acquistato e restituito in massa ai negozi dagli acquirenti, ignari della musica del gruppo, ma incoraggiati dal bassissimo prezzo, le copie rese andarono distrutte. Contiene registrazioni che vanno dal 1968 al 1974, ovvero il periodo compreso tra gli albums ''Monster Movie'' e "Future Days''. Tra i brani, tutti spettacolari ed assolutamente allucinati, le celebri ''Gomorrha'' e ''Mother Upduff'', entrambi tra i cavalli di battaglia live degli anni '70 del grippo. Ecco la lista del materiale inclusio: Gomorrha, Do Ko E, lh 702, I'm Too Leise, Musette, Blue Bag, E.F.S. No 27., TV Spot, E.F.S. no 7, The Empress and the Ukraine King, E.F.S. no 10, Mother Upduff, E.F.S. no 36.
Can
Live in aston 1977
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1977 spoon / mute
rock 60-70
rock 60-70
Completo di inserto di quattro pagine con foto e note a cura dell'ex Sex Pistols Glen Matlock, label custom in bianco e nero, catalogo FDSPOON68. Pubblicato nel maggio del 2024 dalla Spoon / Mute, questo album è parte della serie Can Live, che documenta in forma ufficiale l'attività concertistica del seminale gruppo tedesco. Questa volta la serie ci trasporta all'Università di Aston, Birmingham, Inghilterra, il 4 marzo del 1977, poco dopo l'uscita dell'ottavo album dei Can "Saw delight": questo volume è il primo della serie dove compare il bassista Rosko Gee (già con i Traffic), che si era recentemente unito al gruppo tedesco, permettendo all'originario bassista Holger Czukay di impegnarsi con differente strumentazione (è qui accreditato agli "waveform radio and spec. sounds", quindi quasi certamente all'elettronica); completano la formazione gli immancabili Irmin Schmidt (tastiere, synth), Michael Karoli (chitarra) e Jaki Liebezeit (batteria). L'album contiene quattro lunghi brani per lo più strumentali, nei quali la musica dei Can si fa più lineare rispetto alle loro fasi maggiormente sperimentali, ma mantiene gli accenti psichedelici, il groove elastico ed ipnotico e le melodie spaziali di tastiere e sintetizzatore. Questa la scaletta: "Aston 77 Eins", "Aston 77 Zwei", "Aston 77 Drei", "Aston 77 Vier". Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che è passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen e dal funk come dal pop dei Beatles e dal rock rivoluzionario dei primi Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce più duratura, seppure tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1971) e ''Future days'' (1973).
Can
Live in brighton 1975
lp3 [edizione] nuovo stereo eu 1975 spoon / mute
rock 60-70
rock 60-70
Triplo album, copertina apribile in tre parti, adesivo di presentazione sul cellophane, booklet di 16 pagine. Pubblicato nel dicembre del 2021, descrizione completa a seguire. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen e dal funk come dal pop dei Beatles e dallo underground dei primi Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce più duratura, seppure tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1971) e ''Future days'' (1973).
Can
Live in brighton 1975 (inca gold)
lp3 [edizione] nuovo stereo eu 1975 spoon / mute
rock 60-70
rock 60-70
Triplo album, in vinile dorato, copertina apribile in tre parti, adesivo di presentazione sul cellophane, booklet di 16 pagine. Pubblicato nel dicembre del 2021, descrizione completa a seguire. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen e dal funk come dal pop dei Beatles e dallo underground dei primi Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce più duratura, seppure tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1971) e ''Future days'' (1973).
Can
Live in cuxhaven 1976 (ltd. coloured)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1976 spoon / mute
rock 60-70
rock 60-70
Edizione limitata in vinile di colore azzurro semitrasparente, allegato codice per il download digitale dell'album, copertina con tasca interna di colore nero e con artwork bianco, inserto apribile con ricche note e foto in bianco e nero, label custom in bianco e nero con artwork diverso su ciascuna facciata, catalogo SPOON65. Pubblicato nell'ottobre del 2022 dalla Spoon, questo album contiene registrazioni dal vivo effettuate nel 1976 a Cuxhaven, Germania, dai Can nella conformazione strumentale a quattro: Jaki Liebezeit (batteria), Holger Czukay (basso), Irmin Schmidt (tastiere) e Michael Karoli (chitarra) suonano quattro lunghi brani, della durata fra i sei e gli otto minuti, con ottima qualità di registrazione, elaborando un funk teutonico psichedelico dalle tessiture elastiche ma anche ipnotizzanti, su cui si stagliano gli intrecci fra la chitarra di Caroli, ora funkeggiante ora acida, e l'organo ed il synth di Schmidt, dalle linee minimali ma anche riecheggianti l'Oriente. Si passa dalle note ombrose ed incalzanti di "Cuxhaven 76 ein" a quelle dilatate, eteree e sottilmente malinconiche di "Cuxhaven 76 zwei", da quelle vivaci e funkeggianti, crescenti di intensità fino ad una sorta di rave up finale in stile Can, di "Cuxhaven 76 drei", a quelle più rilassante e dondolanti di "Cuxhaven 76 vier". Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che è passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen e dal funk come dal pop dei Beatles e dallo underground dei primi Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce più duratura, seppure tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1971) e ''Future days'' (1973).
Can
Live in keele 1977 (etched 4th side)
LP2 [edizione] nuovo stereo eu 1977 future days / spoon / mute
rock 60-70
rock 60-70
Vinile doppio, inciso su tre facciate e con la quarta scolpita ("etched"), completo di inserto di quattro pagine con foto e note a cura di Jennifer Lucy Allan, label custom in bianco e nero con particolari dello artwork di copertina (l'etichetta è assente sul lato scolpito), catalogo FDSPOON69. Pubblicato nel novembre del 2024 dalla Future Days Music / Spoon / Mute, questo album è parte della serie Can Live, che documenta in forma ufficiale l'attività concertistica del seminale gruppo tedesco. Questa volta la serie ci trasporta all'Università di Keele, Inghilterra, il 2 marzo del 1977, quindi due giorni prima del concerto già pubblicato nello stesso 2024 come "Live in Aston", nello stesso mese di pubblicazione dell'ottavo album dei Can "Saw delight": questo volume è il secondo della serie "Can live" dove compare il bassista Rosko Gee (già con i Traffic), che si era recentemente unito al gruppo tedesco, permettendo all'originario bassista Holger Czukay di impegnarsi con differente strumentazione; completano la formazione gli immancabili Irmin Schmidt (tastiere, synth), Michael Karoli (chitarra) e Jaki Liebezeit (batteria). L'album contiene cinque tracce per lo più strumentali, nelle quali la musica dei Can si fa più lineare rispetto alle loro fasi maggiormente sperimentali, ma mantiene gli accenti psichedelici, il groove elastico ed ipnotico e le melodie spaziali di tastiere e sintetizzatore, generando in alcuni passaggi delle trame che sembrano presagire il "punk funk" prossimo venturo, ma con caratteri più spaziali e diltatati nello sviluppo, ben lontani dalla tipica forma canzone. Questa la scaletta: "Keele 77 Eins", "Keele 77 Zwei", "Keele 77 Drei", "Keele 77 Vier", "Keele 77 Fünf". Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che è passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen e dal funk come dal pop dei Beatles e dal rock rivoluzionario dei primi Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce più duratura, seppure tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1971) e ''Future days'' (1973).
Can
Live in paris 1973
LP2 [edizione] nuovo stereo eu 1973 spoon / mute
rock 60-70
rock 60-70
Vinile doppio. Pubblicato nel 2024 dalla Spoon / Mute, questo album è il secondo volume della serie Can Live, ed il primo ad offrire una performance con il cantante Damo Suzuki in formazione. Si tratta del concerto dato dal gruppo all'Olympia di Parigi il 13 maggio del 1973; la produzione è curata dall'originario tasterista dei Can, Irmin Schmidt, insieme al produttore ed ingegnere del suono René Tinner, che ha accuratamente restaurato il materiale d'archivio contenente questa performance. Fu uno degli ultimi concerti di Suzuki con il gruppo: il cantante se ne sarebbe andato pochi mesi dopo, lasciando un vuoto difficile da colmare. L'album contiene cinque lunghi brani, composizioni metamorfiche in cui il materiale dei recenti album in studio, fra cui "Ege bamyasi" (uscito nell'ottobre del 1972), viene manipolato e trasformato dal quintetto fino ad assumere una forma radicalmente nuova, accanto a pezzi inediti su lp. Questa la scaletta: "Whole People Queueing", "One More Night", "Spoon", "Stars And Lines", "Vitamin C". Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che è passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen e dal funk come dal pop dei Beatles e dal rock rivoluzionario dei primi Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce più duratura, seppure tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1971) e ''Future days'' (1973).
Can
Live in stuttgart 1975 (ltd. orange vinyl)
LP3 [edizione] nuovo stereo uk 1975 spoon
rock 60-70
rock 60-70
Edizione limitata in triplo vinile di colore arancione, allegato codice per il download digitale dell'album, copertina apribile in tre, inserto apribile con ricche note, label custom in bianco e nero con particolari dello artwork di copertina, diversi su ciascuna delle sei facciate, catalogo SPOON63. Pubblicato nel maggio del 2021 dalla Spoon, questo album contiene le registrazioni finora inedite di una performance dal vivo data dai Can a Stoccarda nel 1975, con la formazione a quartetto composta dai membri fondatori Irmin Schmidt (tastiere, synth), Jaki Liebezeit (batteria), Michael Karoli (chitarre) e Holger Czukay (basso). Proprio Irmin Schmidt ha curato la preparazione di questa storica pubblicazione, che documenta una performance di novanta minuti, per lo più strumentali, in cui i Can si lanciano in una serie di lunghe improvvisazioni supportate dal groove ritmico preciso, raffinato ed inesauribile di Liebezeit e Czukay, su cui Schmidt ricama ipnotizzanti bordoni di organo ed elettronica, e Karoli porta la sua chitarra al confine fra funk, psichedelia e jazz: come alcuni critici hanno fatto notare (Fred Thomas), non mancano affinità con il Miles Davis elettrico degli anni '70 in questi tour de force ritmico-melodici, ma è distinguibilissimo anche il marchio dei Can, con il loro groove "elastico" e le loro atmosfere cerebrali e misteriose. Questa la scaletta: "Stuttgart 75 eins", "Stuttgart 75 zwei", "Stuttgart 75 drei (part 1)", "Stuttgart 75 drei (part 2)", "Stuttgart 75 drei (part 3)", "Stuttgart 75 vier", "Stuttgart 75 funf". Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che è passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen e dal funk come dal pop dei Beatles e dallo underground dei primi Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce più duratura, seppure tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1971) e ''Future days'' (1973).
Can
Monster movie (ltd. monster sky vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1969 spoon / mute
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa ufficiale del 2022, rimasterizzata, EDIZIONE LIMITATA IN VINILE AZZURRO, copertina senza barcode, pressoche' identica alla prima tiratura su Liberty, realizzata dopo quella, completamente diversa, della rarissima tiratura in stampa privata su Music Factory, inner sleeve, coupon per scaricare il disco anche in mp3. Pubblicato in Germania nel maggio del 1969 prima di ''Soundtracks'', non entrato nelle classifiche tedesche. Il primo album. Una delle opere d'arte piu' rivoluzionarie ed influenti di tutti i tempi, non solo in ambito europeo continentale, considerato dalla critica moderna come il piu' radicale ed innovativo album di debutto mai realizzato, e' un indescrivibile mix allucinato tra Hendrix, i Pink Floyd, il primo cosmic rock e la musica contemporanea Tedesca, Europea ed Americana, con riferimenti al lavoro di Berio, Cage, Stockhausen. Tutti i brani contenuti sono assolutamente indimenticabili e coverizzati infinite volte fino ai giorni nostri, sul primo lato "Father cannot yell", "Mary Mary so contrary", "Outside my door", sul secondo lato la indimenticabile, mantrica ed oscura ''Yoo doo right'', che occupa tutta la facciata. Il lavoro venne registrato privatamente nello studio del gruppo, lo Schloss Norvenich, live ed in diretta, con una formazione di cinque elementi che vedeva alla voce il folle Malcoom Mooney che finira' poi in manicomio, Irmin Schmidt, Jacky Liebezeit, Hoger Czukay e Michael Caroli. Si tratta senza ombra di dubbio di uno dei massimi esempi della controcultura e dell' innovazione musicale del secolo passato. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can
out of reach
lp [edizione] ristampa stereo eu 1978 spoon / mute
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Copia ancora incellophanata, ristampa del 2013, in vinile 180 grammi e rimasterizzata, copertina senza barcode pressoche' identica alla prima rara tiratura, corredata di coupon con codice per il download digitale, non sappiamo se ancora utilizzabile, catalogo XSPOON51. Pubblicato nel luglio del 1978 dopo ''Saw Delight'' e prima di ''Can'', non entrato nelle classifiche tedesche ne' in quelle Uk, il decimo album. Uno dei piu' sconosciuti e rari lavori del gruppo, registrato subito dopo l'abbandono di Holger Czukay e della semi-dismissione del batterista Jaki Liebezeit che lascia molta della parte ritmica a Reebop Kwaku Baah. Come e piu' che nel precedente "Saw Delight", il nuovo bassista Rosko Gee porta la band vicino ad un suono jazz e fusion con partiture strumentali molto complesse e raffinate, con un' attenzione molto focalizzata sull' improvvisazione, come in "November" e "Serpentine". Un lavoro contestatissimo e fonte di polemiche ultradecennali. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can
out of reach
lp [edizione] ristampa stereo eu 1978 trade mark of q.
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Ristampa del 2009 in tiratura limitata in 200 copie numerate a mano sul retro, con copertina con barcode adesivo, pressoche' identica alla prima tiratura del 1978, ed etichetta interamente bianca. Pubblicato nel luglio del 1978 dopo ''Saw Delight'' e prima di ''Can'', non entrato nelle classifiche tedesche ne' in quelle Uk, il decimo album. Uno dei piu' sconosciuti e rari lavori del gruppo, registrato subito dopo l'abbandono di Holger Czukay e della semi-dismissione del batterista Jaki Liebezeit che lascia molta della parte ritmica a Reebop Kwaku Baah. Come e piu' che nel precedente "Saw Delight", il nuovo bassista Rosko Gee porta la band vicino ad un suono jazz e fusion con partiture strumentali molto complesse e raffinate, con un' attenzione molto focalizzata sull' improvvisazione, come in "November" e "Serpentine". Un lavoro contestatissimo e fonte di polemiche ultradecennali. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can
out of reach
lp [edizione] nuovo stereo eu 1978 trade mark of q.
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa in tiratura limitata numerata, con copertina pressoche' identica alla prima tiratura del 1978, con etichetta bianca. Pubblicato nel luglio del 1978 dopo ''Saw Delight'' e prima di ''Can'', non entrato nelle classifiche tedesche ne' in quelle Uk, il decimo album. Uno dei piu' sconosciuti e rari lavori del gruppo, registrato subito dopo l'abbandono di Holger Czukay e della semi-dismissione del batterista Jaki Liebezeit che lascia molta della parte ritmica a Reebop Kwaku Baah. Come e piu' che nel precedente "Saw Delight", il nuovo bassista Rosko Gee porta la band vicino ad un suono jazz e fusion con partiture strumentali molto complesse e raffinate, con un' attenzione molto focalizzata sull' improvvisazione, come in "November" e "Serpentine". Un lavoro contestatissimo e fonte di polemiche ultradecennali. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can
Rite time
Lp [edizione] ristampa stereo eu 1989 spoon / mute
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Copia ancora incellophanata, ristampa del 2013, in vinile 180 grammi e rimasterizzata, copertina senza barcode pressoche' identica alla prima tiratura, corredata di inner sleeve con foto e note, coupon con codice per il download digitale, non sappiamo se ancora utilizzabile, catalogo XSPOON29. Originariamente pubblicato nel 1989 dalla Mercury, il dodicesimo ed ultimo album dei Can, successivo a ''Can'' (1979). Considerato una sorta di reunion per la band, il cui precedente lp datava dieci anni prima, ''Rite time'' venne inciso con la formazione del primo album ''Monster movie'', quella che vedeva al microfono il cantante afroamericano Malcolm Mooney, insieme alla storica sezione strumentale formata da Liebezeit, Schmidt, Karoli e Czukay. L' album, inciso in Francia verso la fine del 1986, e' considerato dalla critica un dignitoso ritratto della band come era in quel momento, mantenendo l' identita' che la caratterizzava con il suo approccio minimalista, ma mettendone in maggior risalto il lato pop e giocoso, facendo pensare piu' a un ''krautpop'' che al ''krautrock''; la voce di Mooney risulta ancora riconoscibile e caratteristica, per quanto piu' quieta e meno frenetica rispetto ai tempi di ''Monster movie''. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can
soundtracks (clear purple vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1970 spoon / mute
rock 60-70
rock 60-70
ristampa del 2022, edizione limitata in vinile viola trasparente, e corredata di download code, copertina senza barcode, pressoche' identica alla prima rara tiratura, e corredata di inner sleeve. Pubblicato in Germania ed in Inghilterra su United Artists/Liberty nell' ottobre del 1970 dopo ''Monster Movie'' e prima di ''Tago Mago'' , non entrato nelle classifiche Tedesche. Il secondo magnifico album. Uno dei dischi piu' geniali dell' intera carriera del gruppo, contiene brani tratti dalle colonne sonore di cinque films di sconosciuti registi underground tedeschi; i brani, tutti oramai entrati nella leggenda del Cosmic rock, sono "Deadlock", "Tango Whiskeyman", "Deadlock Instrumental" (registrati nell' agosto del 1970, dal film "Deadlock" di Roland Klick), "Don't Turn the Light On, Leve Me Alone" (registrato nel giugno del 1970, dal film "Cream" di Leonidas Capitanos), "Soul Desert" (registrato nel dicembre del 1969, dal film "Madchen mit gewalt" di Roher Fritz), "Mother Sky" (registrato nel luglio del 1970, dal film "Deep End" di Jercy Skolimovsky), "She Brings The Rain" (registrato nel novembre del 1969, dal film "Bottom" di Thomas Schamoni). Registrato all' Inner space studio da Holger Czukay, Jaki Liebezeit, Michael Caroli, Damo Suzuki, Malcom Mooney, e' il primo album con Damo Suzuky alla voce e l'ultimo che vede la partecipazione di Malcom Mooney, che torna negli States dopo l'aggravarsi dello stato di instabilita' mentale alla fine del 1969, decretando cosi' la fine della prima fase dei Can. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can
Unlimited Edition
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1976 spoon / mute
rock 60-70
rock 60-70
Doppio album in vinile 180 grammi, ristampa del 2014, rimasterizzata, copertina apribile senza barcode, pressoche' identica alla prima rara tiratura, corredata di coupon con codice per il download digitale. Pubblicato nel 1976, questo doppio album e' una versione ampliata dell' album ''Limited Edition'', pubblicato in 15.000 copie nel 1974, e contiene materiale completamente inedito registrato tra il 1968 ed il 1974. Tra i brani di "Limited Edition", tutti notevolissimi e degni del periodo piu' creativo del gruppo, "Mother Upduff'', con la voce di Malcoom Mooney, e ''Gomorrha'', del periodo di ''Soundtracks''; il materiale del secondo lp e' invece completamente inedito e vede episodi registrati live in studio dal gruppo dal 1968 al 1975, caratterizzati da un qualita' artistica straordinaria e non inferiore a nessuno degli albums del periodo classico. Ecco la lista completa dei brani: Gomorrha / 2 Doko E / 3 LH 702 / Shenai – Michael Karoli / 4 I'm Too Leise / 5 Musette / 6 Blue Bag (Inside Paper) / 7 E.F.S. No. 27 / 8 TV Spot / 9 E.F.S. No. 7 / 10 The Empress And The Ukraine King / 11 E.F.S. No. 10 / 12 Mother Upduff / 13 E.F.S. No. 36 / 14 Cutaway / 15 Connection / 16 Fall Of Another Year / 17 E.F.S. No. 8 / 18 Transcendental Express / 19 Ibis. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Can am des puig (book of am)
Book of am part v: night
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1977 wah wah
rock 60-70
rock 60-70
Copertina apribile, lucida all'esterno e liscia all'interno, senza codice a barre, con testi e disegni nella parte interna, label bianca con scritte nere, disegno di digura femminile in bianco e nero a sinistra, logo Wah Wah nero in alto, catalogo LPS213. Pubblicato nel 2018 dalla Wah Wah, questo album contiene il quinto volume del progetto ''Book of am'', il cui raro primo volume usci' su album nel lontano 1978 in Francia; nel 2006 la Wah Wah ristampo' quel primo volume a cui aggiunse il secondo, quindi nel 2013 i Can Am Des Puig presentarono sulla stessa label il terzo ed il quarto, composti da brani in gran parte scritti ad Ibiza ed a Maiorca negli anni '70 ma mai incisi prima. I membri originari di questo misterioso progetto sono Leslie McKenzie e Juan Arkotxa, e finalmene con la pubblicazione di questa ''Part V'' completano l'opera ''The book of am'', integrando registrazioni risalenti al 1977 con nuove sovraincisioni, realizzate anche con la collaborazione di oG e di Will Z dei belgi Cosmic Trip Machine. Ancora una volta, ascoltiamo un classico acid folk, sognante ed appena ammodernato rispetto alle sonorita' degli anni '70, caratterizzato da arrangiamenti elettrocustici scarni che alimentano l'atmosfera di raccoglimento del disco, affine per certi versi ai lavori degli Incredible Stringband, Donovan e Mark Fry, ma con un atmosfera piu' dilatata e spaziale, che suggerisce una definizione di ''folk cosmico''. Armonie vocali maschili e femminili cantano brani ispirati da una possibile sintesi di poetica occidentale ed orientale. Questi i brani presenti: ''Calling the lapsed soul'', ''The Unexpected mirror'', ''Volver'', ''Naad'', ''Death'', ''The end''.
Canali giorgio
Rossofuoco
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2002 la scena
indie 90
indie 90
vinile 180 grammi, inner sleeve. Prima ristampa, del 2023 per il secondo album di Giorgio Canali , il titolo dell’album diventerà dal lavoro successivo il nome della band Giorgio Canali & Rossofuoco con membri che collaborano a questo disco. Come nel debutto alterna testi in italiano che in francese. Brani che rabbiosamente affrontano tematiche sociali, di differenza di classe, musicalmente alternano intimismo a rock più distorto come nel classico "Rossocome" uno dei cavalli di battaglia nei live dell'artista.
Giorgio Canali, classe 1958, chitarrista rock comincia a suonare in alcuni gruppi punk della scena romagnola (es. i Potemkin), poi nel 1986 con i Politrio pubblica un LP per la Rockgarage, "Effetto Eisenhower": un disco di new wave cantato italiano dalle tessiture sintetiche. Fa poi il tecnico del suono per PFM e Litfiba, ed entra poi nei CCCP, in seguito si trasferisce in Francia e lavora come produttore e chitarrista. Nel 1992è tra i fondatori de Il l Consorzio Suonatori Indipendenti (CSI). Nel 1998 esce il disco debutto solista, "Che fine ha fatto Lazlotòz". Nel 1999 lavora alla colonna sonora del film "Guardami" (Davide Ferrario) e produce l'esordio dei Verdena. Finita la storia del C.S.I., entra a far parte dei PGR e forma un nuovo gruppo di musicisti, i Rossofuoco, con i quali pubblica sette dischi: "Rossofuoco" (2002), "Giorgio Canali & Rossofuoco" (2004), "Tutti contro tutti" (2007), "Nostra signora della dinamite" (2009), "Rojo" (2011), "Perle per porci" (2016) , "Undici canzoni di merda con la pioggia dentro" nel 2018 e "venti" (2020)
Canali giorgio & rossofuoco
Pericolo giallo
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2023 la tempesta
indie 90
indie 90
copertina apribile. descrizione da parte dell'etichetta "Giorgio Canali torna su La Tempesta Dischi con il decimo album, il nono se contiamo quelli realizzati, come quest’ultimo, con i Rossofuoco. Pericolo giallo esce a tre anni dal doppio album Venti passando dagli umori e dai presagi di un annus horribilis a quelli di un mondo post-epidemico afflitto da nuovi conflitti, tensioni, disuguaglianze, fascismi e conservatorismi. Ne è testimonianza C’era ancora il sole, lead single di una prova che acquista (anche) i toni di un ottimismo nichilista, e sono le parole dello stesso Canali, una cavalcata cantautoralmente rock guidata da una chitarra sanguinante vagamente frippiana (pensate a Heroes)."
Giorgio Canali, classe 1958, chitarrista rock comincia a suonare in alcuni gruppi punk della scena romagnola (es. i Potemkin), poi nel 1986 con i Politrio pubblica un LP per la Rockgarage, "Effetto Eisenhower": un disco di new wave cantato italiano dalle tessiture sintetiche. Fa poi il tecnico del suono per PFM e Litfiba, ed entra poi nei CCCP, in seguito si trasferisce in Francia e lavora come produttore e chitarrista. Nel 1992è tra i fondatori de Il l Consorzio Suonatori Indipendenti (CSI). Nel 1998 esce il disco debutto solista, "Che fine ha fatto Lazlotòz". Nel 1999 lavora alla colonna sonora del film "Guardami" (Davide Ferrario) e produce l'esordio dei Verdena. Finita la storia del C.S.I., entra a far parte dei PGR e forma un nuovo gruppo di musicisti, i Rossofuoco, con i quali pubblica i dischi: "Rossofuoco" (2002), "Giorgio Canali & Rossofuoco" (2004), "Tutti contro tutti" (2007), "Nostra signora della dinamite" (2009), "Rojo" (2011), fatevi fottere (2011), "Perle per porci" (2016) , "Undici canzoni di merda con la pioggia dentro" nel 2018, "venti" (2020), "pericolo giallo" (2023)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2011 la scena
indie 90
indie 90
ristampa limitata, inner sleeve. Il quarto album, originariamente uscito solo in cd e formato digitale. Un album dedicato alla Resistenza, descritto dalla label con le seguenti parole: dentro "Rojo" ci sono armoniche dylaniane (e dilaniate), citazioni deviate ("Alice guardando i gatti/ ha imparato a scopare"), vere e proprie chiamate alle armi ("Risoluzione strategica # 6"), incondivisibile situazionismo sociale e personale ("Un crepuscolo qualunque"), crociate anticlericali (un po' ovunque), ritratti delle confusioni cerebrali del suo autore e del mondo che lo ospita, e tanto, tanto straripante rock'n'roll. Un disco rivoluzionario, nel senso letterale del termine, con un titolo secco, conciso, quattro lettere, R-O-J-O, rosso, come il fuoco, come il sangue, come la rabbia, come l'amore: non poteva esserci scelta migliore per contenere il capolavoro personale di Giorgio Canali."
Giorgio Canali, classe 1958, chitarrista rock comincia a suonare in alcuni gruppi punk della scena romagnola (es. i Potemkin), poi nel 1986 con i Politrio pubblica un LP per la Rockgarage, “Effetto Eisenhower”: un disco di new wave cantato italiano dalle tessiture sintetiche. Fa poi il tecnico del suono per PFM e Litfiba, ed entra poi nei CCCP, in seguito si trasferisce in Francia e lavora come produttore e chitarrista. Nel 1992è tra i fondatori de Il l Consorzio Suonatori Indipendenti (CSI). Nel 1998 esce il disco debutto solista, “Che fine ha fatto Lazlotòz”. Nel 1999 lavora alla colonna sonora del film “Guardami” (Davide Ferrario) e produce l’esordio dei Verdena. Finita la storia del C.S.I., entra a far parte dei PGR e forma un nuovo gruppo di musicisti, i Rossofuoco, con i quali pubblica sei dischi: “Rossofuoco” (2002), “Giorgio Canali & Rossofuoco” (2004), “Tutti contro tutti” (2007), “Nostra signora della dinamite” (2009), “Rojo” (2011) e “Perle per porci” (2016).
LP2 [edizione] nuovo stereo eu 2020 la tempesta
indie 90
indie 90
doppio vinile, copertina apribile. l'ottavo album, venti canzoni inedite frutto della schietta poetica dell'artista. note a seguire.
Giorgio Canali, classe 1958, chitarrista rock comincia a suonare in alcuni gruppi punk della scena romagnola (es. i Potemkin), poi nel 1986 con i Politrio pubblica un LP per la Rockgarage, "Effetto Eisenhower": un disco di new wave cantato italiano dalle tessiture sintetiche. Fa poi il tecnico del suono per PFM e Litfiba, ed entra poi nei CCCP, in seguito si trasferisce in Francia e lavora come produttore e chitarrista. Nel 1992è tra i fondatori de Il l Consorzio Suonatori Indipendenti (CSI). Nel 1998 esce il disco debutto solista, "Che fine ha fatto Lazlotòz". Nel 1999 lavora alla colonna sonora del film "Guardami" (Davide Ferrario) e produce l'esordio dei Verdena. Finita la storia del C.S.I., entra a far parte dei PGR e forma un nuovo gruppo di musicisti, i Rossofuoco, con i quali pubblica sette dischi: "Rossofuoco" (2002), "Giorgio Canali & Rossofuoco" (2004), "Tutti contro tutti" (2007), "Nostra signora della dinamite" (2009), "Rojo" (2011), "Perle per porci" (2016) , "Undici canzoni di merda con la pioggia dentro" nel 2018 e "venti" (2020)
Candyland
Kingdom
12'' [edizione] originale stereo uk 1992 non fiction
[vinile] Excellent [copertina] Very good indie 90
[vinile] Excellent [copertina] Very good indie 90
prima stampa inglese, copertina (con qualche segno di invecchiamento) in cartoncino sottile semilucido, senza costola, con barcode 5020597120092, con vinile estraibile dall'alto e sagomatura sul lato di apertura, label nera con piccoli loghi Non Fiction in bianco e nero ripetuti lungo il bordo, scritte bianche, catalogo YESX9. Pubblicato nel novembre del 1992 dalla Non Fiction in Gran Bretagna, non uscito negli USA, il terzo singolo del gruppo, ed il primo ad uscire dopo l'unico album ''Suck it and see'' (4/92). Questa versione su 12'' contiene quattro tracce, due in piu' di quella su 7'': tre versioni della title track, in mix diversi da quello sull'album: ''Kingdom (chapman + verse mix)'', ''Kingdom (chapmental mix)'' e ''Kingdom (islamix)'', oltre all'inedita su album ''Maker''. Un crossover fra pop ed elettronica house molto vicino all'estetica ed alle atmosfere da party della scena di ''Madchester'', con ritmiche incalzanti e sonorita' dalle sfumature psichedeliche ma ammodernate dall'elettronica. Formati a Londra nel 1990 dal cantante Felix Tod e dal chitarrista David Wesley Ayers Jr., i Candyland erano un gruppo interetnico che proponeva una musica vicina alla scena di ''Madchester'', fondendo sonorita' e ritmi della dance elettronica di marca house con influssi pop e sfumature psichedeliche di lontana derivazione sxities. Il loro primo singolo ''Fountain o' youth'' (1991) fu un discreto successo in Gran Bretagna, preludendo all'uscita dell'unico album ''Suck it and see'' (1992), ma dopo pochi altri singoli il gruppo si sciolse nel 1993. Tod lavoro' in seguito come produttore, collaborando in questa veste con la cantante Heather Nova.
Page: 1 of 2
Pag.: oggetti:
Indice autori contenenti "Can":
can - Dead can dance - Soda can -
altri autori contnenti le parole cercate:
can - Dead can dance - Soda can -
altri autori contnenti le parole cercate: