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Blakey art
A night at birdland volume 1 (original version on 10")
Lp [edizione] ristampa mono jap 1954 blue note / toshiba emi
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
Minialbum in formato 10", splendida e rara ristampa giapponese del 1999, in mono, completa dell' originario obi, ancora intatto, con prezzo indicato di 3000 Yen, copertina in cartoncino pesante, laminata fronte e retro, senza barcode, pressoche' identica alla prima tiratura, etichetta Blue Note bianca e blu, catalogo TOJJ-5037 BN-5037. Originariamente pubblicato nel 1954 dalla Blue Note, il primo dei tre volumi contenenti registrazioni dal vivo (che nel 1956 saranno raccolte in due volumi dallo stesso titolo) effettuate da Art Blakey con il suo quintetto al leggendario Birdland di New York, il 21 febbraio del 1954, con formazione composta da Art Blakey (batteria), Clifford Brown (tromba), Lou Donaldson (sax alto), Horace Silver (pianoforte) e Curly Russell (contrabbasso). Blakey ed i suoi dettero alcune infuocate perfomances quel giorno, con questo gruppo pre-Jazz Messengers che alcuni critici considerano uno dei suoi migliori, qui alle prese con un eccelso hard bop nel quale risplendono i talentuosissimi solisti, non ultimo il compianto Clifford Brown, capace di struggente lirismo come di scoppiettanti tirate con la sua tromba. Questa la scaletta: ''Split kick'', ''Once in a while'' e ''Quicksilver''. Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art
A night at birdland volume 2 (original version on 10")
Lp [edizione] ristampa mono jap 1954 blue note / toshiba emi
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
Minialbum in formato 10", splendida e rara ristampa giapponese del 1999, in mono, completa dell' originario obi, ancora intatto, con prezzo indicato di 3000 Yen, copertina in cartoncino pesante, laminata fronte e retro, senza barcode, pressoche' identica alla prima tiratura, etichetta Blue Note bianca e blu, catalogo TOJJ-5038 BN-5038. Originariamente pubblicato nel 1954 dalla Blue Note, il secondo dei tre volumi contenenti registrazioni dal vivo (che nel 1956 saranno raccolte in due volumi dallo stesso titolo) effettuate da Art Blakey con il suo quintetto al leggendario Birdland di New York, il 21 febbraio del 1954, con formazione composta da Art Blakey (batteria), Clifford Brown (tromba), Lou Donaldson (sax alto), Horace Silver (pianoforte) e Curly Russell (contrabbasso). Blakey ed i suoi dettero alcune infuocate perfomances quel giorno, con questo gruppo pre-Jazz Messengers che alcuni critici considerano uno dei suoi migliori, qui alle prese con un eccelso hard bop nel quale risplendono i talentuosissimi solisti, non ultimo il compianto Clifford Brown, capace di struggente lirismo come di scoppiettanti tirate con la sua tromba. Questa la scaletta: ''Wee-Dot", "Mayreh" e "A Night In Tunisia". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
A night in tunisia (1958)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1958 music on vinyl
jazz
jazz
ristampa in vinile 180 grammi per audiofili, copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura. Pubblicato originariamente dalla RCA nel 1958 (ma da non confondere con un album dallo stesso titolo uscito nel 1960 su Blue Note), inciso l'8 aprile del 1957 a New York con formazione a sei composta da Bill Hardman (tromba), Jackie McLean (sax alto), Johnny Griffin (sax tenore), Sam Dockery (pianoforte), Spanky De Brest (contrabbasso) ed Art Blakey (batteria). Questo album ad opera della seconda incarnazione dei Jazz Messengers propone un hard bop assai apprezzato da alcuni critici, contraddistinto dalla presenza di due sassofoni e dalle potenti e vitali percussioni del grande Art Blakey, in particolare evidenza nella celebre ''A night in Tunisia'' di Dizzy Gillespie, dove assume toni quasi tribali. Questa la scaletta dei brani: ''A night in Tunisia'', ''Off the wall'', ''Theory of art'', ''Couldn't it be you?'', ''Evans''. Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
art blakey
Lp [edizione] originale stereo ita 1989 musica jazz
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
stampa originale italiana, disco fuori commercio allegato al n.10/89 della rivista Musica Jazz pubblicata dalla Rusconi Editore, copertina (con lievi segni di invecchiamento) senza barcode, etichetta bianca con cerchio marrone e la scritta grande "Jazz" rossa in alto a sinistra, di questa raccolta appositamente compilata per i lettori della rivista che presenta due diverse versioni dei Jazz Messengers divise da dieci anni. Sul primo lato, la band composta da Freddie Hubbard alla tromba, Curtis Fuller al trombone, Wayne Shorter al sax tenore, Reggie Workman al contrabbasso ed il "piccolo" grande Blakey alla batteria, esegue "Ugetsu" ("Birdland", New York, 16 giugno 1963), "Sweet 'n' sour" (New York 23 o 24 ottobre '62), "Kyoto" (New York, 20 febbraio '64). Sul lato B il disco presenta tre brani tratti da altrettanti album Prestige: "Buhaina", "Child's dance", "Anthenagin". I brani, suonati da tre diverse formazioni dei Jazz Messengers, sono: "Moanin' ", "Child's dance" e "Fantasy in D". Nati alla fine del '54 dal legame tra il sodalizio musicale del pianista Horace Silver e del batterista Art Blakey e l'attivita' di un allora popolarissimo quintetto, i Jazz Messengers. Dopo una fase iniziale sotto la direzione di Silver e con solisti eccellenti quali Kenny Dorham alla tromba - sostituito poi da Donald Byrd - e Hank Mobley al sassofono tenore, ragioni diverse portano Silver e Blakey a separarsi dopo soli due anni di attivita' del gruppo e Blakey caratterizzera' i suoi Messengers come una sorta di contenitore di proposte diverse, come quella qui presente, in funzione di compositori-arrangiatori, oltre che di solisti. Nella movimentata vicenda di questi Messengers si distinguono, a partire dal '57, tre periodi significativi: una breve fase dominata dall'interesse solistico e dalla figura di Johnny Griffin, sassofonista tenore tra i migliori dell'hard-bop, il fortunato periodo funky di Benny Golson e Bobby Timmons con Lee Morgan alla tromba, e un periodo, alle soglie dei '60, in cui il gruppo appare rinnovato nello stile e nella struttura, con l'aggiunta di Curtis Fuller al trombone, la sostituzione di Morgan con Freddie Hubbard, trombettista vicino agli ambienti del nascente free, e soprattutto quella di Golson con Wayne Shorter, tenorista di scuola coltraniana in seguito con Herbie Hancock e Miles Davis. Soltanto dalla meta' degli anni '60, infine, la capacita' creativa di Blakey e del suo gruppo iniziera' ad affievolirsi, nonostante i continui ricambi di formazione.
Blakey art and jazz messengers
Art blakey and the jazz messengers
lp [edizione] ristampa stereo fra 1959 blue note
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
Copia ancora incellophanata, rara e bella ristampa francese del 1983, copertina cartonata senza barcode, completa dell' originario obi, ancora intatto, etichetta Blue Note bianca e blu, pressoche' identica alla prima molto rara tiratura; sul fronte e sul retro vi compare il titolo originario "Art blakey and the jazz messengers", solo sulla costola e sull' etichetta lo stesso titolo e' riportato come "Moanin' ". Uscito nel gennaio del 1959, il settimo album (il quarto in realta' se si uniscono i doppi volumi delle tre opere precedenti) su Blue Note dei Messengers, qui nella loro veste piu' tipica e piu' funky, con Lee Morgan alla tromba, Benny Golson al sassofono tenore, Bobby Timmons al piano (subentrato ad Horace Silver), Jymie Merritt al basso e Art Blakey alla batteria. Il titolo originale dell'album e' "Art Blakey and The Jazz Messengers". Golson e Timmons sono gli autori delle composizioni e degli arrangiamenti: il classico "Moanin", di Timmons, si ricollega alla musica religiosa nera e ne conserva tutto il potere di coinvolgimento; "Blues March", di Golson, e' letteralmente un blues a ritmo di marcia militare, gioioso nella sua atmosfera da gospel; "Thunder Suite", pure di Golson, e' l'apoteosi delle rituali rullate di Blakey. Altri due bellissimi brani di Golson, "Are You Real" e "Along Come Betty", prodotti del filone romantico-melanconico golsoniano, sono ricondotti all'estetica funky dalla forma dell'esecuzione. Nati alla fine del '54 dal legame tra il sodalizio musicale del pianista Horace Silver e del batterista Art Blakey e l'attivita' di un allora popolarissimo quintetto, i Jazz Messengers. Dopo una fase iniziale sotto la direzione di Silver e con solisti eccellenti quali Kenny Dorham alla tromba - sostituito poi da Donald Byrd - e Hank Mobley al sassofono tenore, ragioni diverse portano Silver e Blakey a separarsi dopo soli due anni di attivita' del gruppo e Blakey caratterizzera' i suoi Messengers come una sorta di contenitore di proposte diverse, come quella qui presente, in funzione di compositori-arrangiatori, oltre che di solisti. Nella movimentata vicenda di questi Messengers si distinguono, a partire dal '57, tre periodi significativi: una breve fase dominata dall'interesse solistico e dalla figura di Johnny Griffin, sassofonista tenore tra i migliori dell'hard-bop, il fortunato periodo funky di Benny Golson e Bobby Timmons con Lee Morgan alla tromba, e un periodo, alle soglie dei '60, in cui il gruppo appare rinnovato nello stile e nella struttura, con l'aggiunta di Curtis Fuller al trombone, la sostituzione di Morgan con Freddie Hubbard, trombettista vicino agli ambienti del nascente free, e soprattutto quella di Golson con Wayne Shorter, tenorista di scuola coltraniana in seguito con Herbie Hancock e Miles Davis. Soltanto dalla meta' degli anni '60, infine, la capacita' creativa di Blakey e del suo gruppo iniziera' ad affievolirsi, nonostante i continui ricambi di formazione.
Blakey art and jazz messengers
Art blakey and the jazz messengers (1961)
Lp [edizione] originale stereo ita 1961 la voce del padrone
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
Prima rara stampa italiana, copertina laminata fronte e retro, flipback sul retro su due lati, etichetta viola con scritte argento e porzione in alto con logo con cane e grammofono, "Biem" riquadrato a sinistra, catalogo QELP8052, data "14-12-61" incisa sul trail off dei due lati; sull' etichetta e sulla costola della copertina il cognome dell' artista e' riportato erroneamente come "Blackey". Pubblicato dalla Impulse! in Usa nel settembre del 1961, da non confondersi con l' omonimo album del 1959 su Blue Note, inciso al Rudy Van Gelder Studio di Englewood Cliffs, New Jersey, in due sessioni, il 13 ed il 14 giugno del 1961, con formazione composta da Art Blakey (batteria), Lee Morgan (tromba), Curtis Fuller (trombone), Wayne Shorter (sax tenore), Bobby Timmons (pianoforte) e Jymie Merritt (contrabbasso). Il primo dei soli due album del batterista pubblicati dalla Impulse, questo lp e' un lavoro essenzialmente hard bop con gli ottoni in preminenza, e non sorprende visti i nomi in formazione. Questa la scaletta: ''Alamode'', ''Invitation'', ''Circus'', ''You don't know what love is'', ''I hear a rhapsody'', ''Gee baby, ain't I good to you''. Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
Art blakey and the jazz messengers (moanin')
12"x2 [edizione] ristampa stereo usa 1959 analogue productions / blue note
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
Copai ancora contenuta nella originaria busta esterna plastificata, con adesivo "AcousTech Mastering..." sul fronte, rara e ricercata ristampa del 2008 per audiofili, limitata e numerata, copertina pressoche' identica alla prima tiratura (e come quella questa ristampa intitola il disco "Art blakey and the jazz messengers" e non "Moanin' " come in gran parte delle ristampe), senza barcode, con adesivo argentato sul retro che riporta la numerazione (copia numero 1969), due vinili pesanti 180 grammi che girano a 45 giri per un'ascolto con una dinamica e una profondità superiori al normale 33 giri, catalogo AP-84003 509995-16827-1-2. Uscito nel gennaio del 1959, il settimo album (il quarto in realta' se si uniscono i doppi volumi delle tre opere precedenti) su Blue Note dei Messengers, qui nella loro veste piu' tipica e piu' funky, con Lee Morgan alla tromba, Benny Golson al sassofono tenore, Bobby Timmons al piano (subentrato ad Horace Silver), Jymie Merritt al basso e Art Blakey alla batteria. Il titolo originale dell'album e' "Art Blakey and The Jazz Messengers". Golson e Timmons sono gli autori delle composizioni e degli arrangiamenti: il classico "Moanin", di Timmons, si ricollega alla musica religiosa nera e ne conserva tutto il potere di coinvolgimento; "Blues March", di Golson, e' letteralmente un blues a ritmo di marcia militare, gioioso nella sua atmosfera da gospel; "Thunder Suite", pure di Golson, e' l'apoteosi delle rituali rullate di Blakey. Altri due bellissimi brani di Golson, "Are You Real" e "Along Come Betty", prodotti del filone romantico-melanconico golsoniano, sono ricondotti all'estetica funky dalla forma dell'esecuzione. Nati alla fine del '54 dal legame tra il sodalizio musicale del pianista Horace Silver e del batterista Art Blakey e l'attivita' di un allora popolarissimo quintetto, i Jazz Messengers. Dopo una fase iniziale sotto la direzione di Silver e con solisti eccellenti quali Kenny Dorham alla tromba - sostituito poi da Donald Byrd - e Hank Mobley al sassofono tenore, ragioni diverse portano Silver e Blakey a separarsi dopo soli due anni di attivita' del gruppo e Blakey caratterizzera' i suoi Messengers come una sorta di contenitore di proposte diverse, come quella qui presente, in funzione di compositori-arrangiatori, oltre che di solisti. Nella movimentata vicenda di questi Messengers si distinguono, a partire dal '57, tre periodi significativi: una breve fase dominata dall'interesse solistico e dalla figura di Johnny Griffin, sassofonista tenore tra i migliori dell'hard-bop, il fortunato periodo funky di Benny Golson e Bobby Timmons con Lee Morgan alla tromba, e un periodo, alle soglie dei '60, in cui il gruppo appare rinnovato nello stile e nella struttura, con l'aggiunta di Curtis Fuller al trombone, la sostituzione di Morgan con Freddie Hubbard, trombettista vicino agli ambienti del nascente free, e soprattutto quella di Golson con Wayne Shorter, tenorista di scuola coltraniana in seguito con Herbie Hancock e Miles Davis. Soltanto dalla meta' degli anni '60, infine, la capacita' creativa di Blakey e del suo gruppo iniziera' ad affievolirsi, nonostante i continui ricambi di formazione.
Blakey art and jazz messengers
At the cafe bohemia volume 2
Lp [edizione] ristampa mono jap 1955 blue note
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
Ristampa giapponese del 1983, in mono, con artwork pressoché identico a quello della rarissima prima stampa USA, copertina cartonata lucida fronte retro senza barcode e con prezzo impresso sul retro di 2.300 yen, inserto con note in lingua giapponese che terminano con la data 27/7/1983, label bianca e blu con scritte blu e logo Blue Note bianco in basso ed a sinistra, catalogo BLP1508. Originariamente pubblicato nel 1956 dalla Blue Note negli USA, questo è il secondo dei tre album che documentano i concerti dati al Cafe Bohemia di New York il 23 novembre del 1955 dai Jazz Messengers (i primi due volumi uscirono entrambi nel 1956, il terzo vide poi la luce solo in Giappone nel 1983). la formazione era composta da Art Blakey (batteria), Kenny Dorham (tromba), Hank Mobley (sax tenore), Horace Silver (pianoforte) e Doug Watkins (contrabbasso). Questo secondo volume, che contiene brani registrati durante tre dei quattro i set suonati dal gruppo in quella data, offre un eccellente set di classico hard bop suonato da uno dei gruppi che hanno definito quel genere in modo indelebile. Partendo da idee e basi solide e semplici, supportate dalla granitica ritmica condotta da Blakey, capace di cambiare i tempi con una fluidità ed una coordinazione sbalorditive, i solisti sviluppano fantastici assoli melodici di sax e tromba; una parte della critica sostiene che questo secondo volume sia addirittura superiore al primo, grazie ad una maggiore energia e coesione nelle performances, mettendo in particolare evidenza le due composizioni di Hank Mobley, la propulsiva e cristallina "Sportin' crowd" e "Avila & tequila", quest'ultima resa scoppiettante dagli accenti afro-cubani della ritmica dettata da Blakey, prima che la scaletta si concluda con una struggente ballata come "I waited for you". Questa la scaletta: "Sportin' crowd", "Like someone in love", "Yesterdays", "Avila and tequila", "I waited for you". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, è stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguirà sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
Big beat (180 gr.)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1960 blue note / universal
jazz
jazz
Ristampa del 2021, in vinile da 180 grammi, masterizzata dai nastri analogici originali da Kevin Gray, copertina pressoché identica alla rara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1960 dalla Blue Note, inciso al Rudy Van Gelder Studio di Englewood Cliffs, New Jersey, il 6 marzo del 1960, da Art Blakey (batteria), Lee Morgan (tromba), Wayne Shorter (sax tenore), Bobby Timmons (pianoforte) e Jymie Merritt (contrabbasso), questo album, uno dei più conosciuti ed amati dei Jazz Messengers, è un classico dello hard bop, propulso con grandissima energia dal batterista e leader ed impreziosito dal talento compositivo di Wayner Shorter (che firma tre dei sei brani in scaletta), così come dalla classe di quest'ultimo e di Lee Morgan con i rispettivi ottoni. Una performance deliziosa per la combinazione di energia, precisione e calore espressivo. Questa la scaletta: "The Chess Players", "Sakeena's Vision", "Politely", "Dat Dere", "Lester Left Town", "It's Only A Paper Moon". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, è stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguirà sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
Caravan (+1 extra track)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1962 waxtime
jazz
jazz
Ristampa rimasterizzata limitata in vinile 180 grammi per audiofili, con l' aggiunta di una traccia in piu', versione alternativa di "Sweet'n'Sour". Originariamente pubblicato nel 1962 dalla Riverside, il primo album su di Art Blakey ed i suoi Messengers su questa etichetta. Inciso ai Plaza Sound Studios di New York il 23 ed il 24 ottobre; la band, ormai in forma di sestetto, comprende: Art Blakey alla batteria, Freddie Hubbard alla tromba, Curtis Fuller al trombone, Wayne Shorter al sax tenore, Cedar Walton al piano e Reggie Workman al contrabbasso. Qui il gruppo esegue, tra gli altri pezzi, due composizioni di Wayne Shorter ("Sweet 'n' Sour" e "This is for Albert", quest'ultima dedicata a Bud Powell, il cui primo nome pare fosse proprio Albert), e una composizione di Freddie Hubbard ("Thermo", con un suo fantastico assolo). Un disco in cui la critica ha messo in evidenza soprattutto la potenza e l'intensita' delle performance del sestetto, all'opera con un vibrante hard bop. Questa la scaletta: ''Caravan'', ''Sweet'n'sour'', ''In the wee small hours of the morning'', ''This is for albert'', ''Skylark'', ''Thermo''. Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
drum suite
Lp [edizione] ristampa mono hol 1957 cbs
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
ristampa europea pressata in Olanda su Cbs (il disco e' uscito originariamente su Columbia nel '57), uscita per la serie "I love jazz", copertina senza barcode esclusiva di questa edizione, etichetta rossa con logo bianco in alto, di questo album registrato in parte (il lato A, comprendente i brani, "The Sacrifice", "Cubano Chant" e "Oscalypso") il 22 febbraio 1957 a New York con una formazione che vede Art Blakey e Jo Jones alla batteria, Candid Camero (conga), "Sabu" Martinez (bongo), Specs Wright (Tympahi), Ray Bryant (piano) e Oscar Pettiford (basso), mentre per l'altra (il lato B, comprendente i brani "Nica's Tempo"," D' S Dilemma" e "Just For Marty") e' registrata a New York il 13 dicembre 1956 con una formazione che vede Art Blakey alla batteria, Bill Hardman (tromba), Jackie McLean (sax alto), Sam Dockery (piano) e Spanky De Brest (basso). Nati alla fine del '54 dal legame tra il sodalizio musicale del pianista Horace Silver e del batterista Art Blakey e l'attivit… di un allora popolarissimo quintetto, i Jazz Messengers. Dopo una fase iniziale sotto la direzione di Silver e con solisti eccellenti quali Kenny Dorham alla tromba - sostituito poi da Donald Byrd - e Hank Mobley al sassofono tenore, ragioni diverse portano Silver e Blakey a separarsi dopo soli due anni di attivit… del gruppo e Blakey caratterizzer… i suoi Messengers come una sorta di contenitore di proposte diverse, in funzione di compositori-arrangiatori, oltre che di solisti. Nella movimentata vicenda di questi Messengers si distinguono, a partire dal '57, tre periodi significativi: una breve fase dominata dall'interesse solistico e dalla figura di Johnny Griffin, sassofonista tenore tra i migliori dell'hard-bop, il fortunato periodo funky di Benny Golson e Bobby Timmons con Lee Morgan alla tromba, e un periodo, alle soglie dei '60 (e come in questa registrazione), in cui il gruppo appare rinnovato nello stile e nella struttura, con l'aggiunta di Curtis Fuller al trombone, la sostituzione di Morgan con Freddie Hubbard, trombettista vicino agli ambienti del nascente free, e soprattutto quella di Golson con Wayne Shorter, tenorista di scuola coltraniana in seguito con Herbie Hancock e Miles Davis. Soltanto dalla met… degli anni '60, infine, la capacit… creativa di Blakey e del suo gruppo inizier… ad affievolirsi, nonostante i continui ricambi di formazione ed alcune opere sempre degne di attenzione.
Blakey art and jazz messengers
First flight to tokyo: the lost 1961 recordings (ltd. 180 gr.)
LP2 [edizione] nuovo stereo eu 1961 blue note
jazz
jazz
Edizione limitata in doppio vinile da 180 grammi, copertina apribile, che include libretto di sedici pagine con photo, un saggio di Bob Blumenthal ed interviste esclusive con Wayne Shorter e Lou Donaldson, fra gli altri, e sei cartoline collezionabili, label bianca e blu con scritte blu e logo Blue Note bianco in basso ed a sinistra, catalogo 00602435952864. Pubblicato nel dicembre del 2021 dalla Blue Note, questo benemerito album contiene le registrazioni, finora INEDITE, e masterizzate dall'abile Bernie Grundman, del concerto dato da Art Blakey con i suoi Jazz Messengers alla Hibiya Public Hall di Tokyo, il 14 gennaio del 1961: fu la prima esibizione del gruppo in Giappone. La formazione era composta da Blakey (batteria), Lee Morgan (tromba), Wayne Shorter (sax tenore), Bobby Timmons (pianoforte) e Jymie Merritt (contrabbasso): questa è ricordata come una delle migliori incarnazioni di sempre del celebre complesso del batterista afroamericano. Le registrazioni del concerto avrebbero dovuto essere la colonna sonora di un documentario che però non fu mai completato, e sono rimaste custodite negli archivi per sessant'anni. Quello che ascoltiamo è uno splendido set di hard bop di prima qualità, che include una interpretazione di quasi ventitré minuti di "Now's the time" di Charlie Parker, contenente acclamati assoli di Blakey, Shorter, Morgan e Timmons; il trombettista trova lo spazio per brillare anche in "Round about midnight" di Thelonious Monk, mentre tutto il gruppo esegue con grande energia la classica "A night in tunisia" di Dizzy Gillespie. Il concerto è un significativo esempio del cocktail di tecnica, energia e raffinatezza di cui questi Jazz Messengers erano capaci. Questa la scaletta: Side 1 1. Now's the Time (22:34) Side 2 1. Moanin' (13:33) 2. Blues March (11:45) 3. The Theme (00:33) Side 3 1. Dat Dere (12:14) 2. 'Round About Midnight (13:29) Side 4 1. Now's the Time - Version 2 (17:15) 2. A Night in Tunisia (11:12) 3. The Theme - Version 2 (00:30). Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, è stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguirà sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
Indestructible
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1964 blue note / ume
jazz
jazz
Ristampa in vinile 180 grammi, rimasterizzata dalle fonti analogiche originali, copertina pressoché identica alla rara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1966 dalla Blue Note, inciso al Rudy Van Gelder Studio di Englewood Cliffs, New Jersey, il 24 aprile ed il 15 maggio del 1964 con formazione composta da Art Blakey (batteria), Lee Morgan (tromba), Curtis Fuller (trombone), Wayne Shorter (sax tenore), Cedar Walton (pianoforte) e Reginald Workman (contrabbasso). Un lavoro fra i più interessanti dei Jazz Messengers degli anni '60, "Indestructible" si muove in un territorio di confine fra hard bop e modalità, con Wayne Shorter che dà sfogo alla sua creatività attraverso splendidi assoli dal sapore coltraniano, e Blakey che lascia spazio alla vena compositiva modale di Curtis Fuller con i lunghi brani "The egyptian" e "Sortie", mentre altri episodi confermano la potente energia infusa allo hard bop da Blakey ed i suoi talentuosissimi compagni, fra i quali risplende qui anche Lee Morgan con assoli molto intensi della sua tromba. Questa la scaletta: "The egyptian", "Sortie", "Calling miss khadija", "When love is new", "Mr. Jin". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, è stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguirà sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
Meet you at the jazz corner of the world vol. 1 (180 gr.)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1961 blue note / ume
jazz
jazz
Ristampa del 2019, in vinile da 180 grammi, ottenuta dai master tapes originali analogici, copertina pressoché identica alla rara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1961 dalla Blue Note, il primo dei due volumi che documentano una serie di performances dal vivo date dai Jazz Messengers nella stessa data, seguito dal secondo nel 1962. Registrato al Birdland di New York il 14 settembre del 1960 da Art Blakey (batteria), Lee Morgan (tromba), Wayne Shorter (sax tenore), Bobby Timmons (pianoforte) e Jymie Merritt (contrabbasso). Una delle più talentuose incarnazioni del grande gruppo, qui introdotta iconicamente dal celebre maestro di cerimonie del Birdland, Pee Wee Marquette, si cimenta in un fluente e delizioso set di hard bop, spinto come sempre da una sezione ritmica di forza granitica, ed offre fra le altre cose una brillante interpretazione della monkiana "'Round about midnight". Questa la scaletta: "The Opener", "What Know", "The Theme", "'Round About Midnight", "The Breeze And I". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, è stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguirà sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
Meet you at the jazz corner of the world vol. 2
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1962 blue note / ume
jazz
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Ristampa del 2019, in vinile da 180 grammi, copertina pressoché identica alla rara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1962 dalla Blue Note, il secondo dei due volumi che documentano una serie di performances dal vivo date dai Jazz Messengers nella stessa data, seguito dal secondo nel 1962. Registrato al Birdland di New York il 14 settembre del 1960 da Art Blakey (batteria), Lee Morgan (tromba), Wayne Shorter (sax tenore), Bobby Timmons (pianoforte) e Jymie Merritt (contrabbasso). Una delle più talentuose incarnazioni del grande gruppo, qui introdotta iconicamente dal celebre maestro di cerimonie del Birdland, Pee Wee Marquette, si cimenta in un fluente e delizioso set di hard bop, spinto come sempre da una sezione ritmica di forza granitica, ed offre fra le altre cose una brillante interpretazione della monkiana "'Round about midnight". Questa la scaletta: "High Modes", "Night Watch", "The Things i Love", "The Summit", "The Theme". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, è stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguirà sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
Moanin' (art blakey and the jazz messengers') (180 gr.)
lp [edizione] nuovo stereo eu 1959 waxtime
jazz
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Ristampa in vinile 180 grammi, rimasterizzata con sistema DMM (Direct Metal Mastering), copertina pressoche' identica sul fronte alla prima rara tiratura, con note aggiuntive sul retro. Originariamente pubblicato nel 1958 dalla Blue Note, inciso al Rudy Van Gelder Studio di Hackensack, New Jersey, il 30 ottobre del 1958, con formazione composta da Lee Morgan (tromba), Benny Golson (sax tenore), Bobby Timmons (pianoforte), Jymie Merritt (contrabbasso) ed Art Blakey (batteria). Intitolato in effetti ''Art Blakey and the jazz messengers'', questo album e' tuttavia quasi universalmente noto come ''Moanin''', dal titolo dell'indelebile brano che apre la scaletta. Considerato dalla critica come uno dei suoi capolavori assoluti, inciso con una delle migliori incarnazioni dei Jazz Messengers, ''Moanin''' e' un classico dello hard bop, di cui sono stati acclamati in particolare la title track, un blues uscito dalla penna del pianista Timmons, la lenta ''Along came Betty'' che mette in rilievo la classe del sassofonista Golson, e la marcia ''Blues march''. Gli altri brani inclusi sono ''Are you real'', con la sua raffinata melodia, ''The drum thunder (miniature) suite'' che mette in risalto la maestria e l'energia di Blakey alla batteria, e la complessa ''Come rain or come shine''. Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
Reflections in blue (ltd. numbered 180 gr. coloured vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1978 music on vinyl
jazz
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Edizione limitata a 2000 copie numerate sul retro copertina in basso, in vinile da 180 grammi di colore blu semitrasparente, copertina "texture" fronte retro. Ristampa del 2022 ad opera della Music On Vinyl, nell'ambito della serie che celebra il 45esimo anniversario della label olandese Timeless, e pressoché identica alla prima stampa appunto olandese, che ha artwork completamente diverso da quella USA. Originariamente pubblicato nel 1979 dalla Timeless Muse negli USA e dalla Timeless in Olanda, questo album fu inciso al Fendal Sound Recording Studio di Loenen aan de Vecht, Paesi Bassi, il 4 dicembre del 1978, da Art Blakey (batteria), Valery Ponomarev (tromba), Robert Watson (sax alto), David Schnitter (sax tenore), James Williams (pianoforte) e Dennis Irwin (contrabbasso). Quella che il critico Scott Yanow ricorda come una delle migliori incarnazioni dei Jazz Messengers degli anni '70, propone in questo lavoro un set composto in gran parte da nuove composizioni dei membri del gruppo, oltre ad un "ballad medley" composto da standards di autori come Billy Strathorn e Duke Ellington; lo stile è un inossidabile, energico e melodico hard bop. Questa la scaletta: "Reflections in blue", "E.T.A.", "Say dr. 'J'", "Mishima", "Ballad medley: My foolish heart / My one and only love / Chelsea bridge / In a sentimental mood", "Stretching". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, è stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguirà sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
With thelonious monk
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1958 waxtime
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Ristampa in vinile 180 grammi, rimasterizzata con sistema Direct Metal Mastering, copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura su Atlantic. Originariamente pubblicato nel 1958 dalla Atlantic, inciso a New York il 14 ed il 15 maggio del 1957 da Art Blakey (batteria), Bill Hardman (tromba), Johnny Griffin (sax tenore), Thelonious Monk (pianoforte) e Spanky DeBrest (contrabbasso). L'incontro fra i due eccezionali talenti di Blakey e Monk produce una brillante e vivacissima sessione di bop jazz, condotta con grande energia dal quintetto, nel quale Monk ed i due ottoni si spronano a vicenda, con risultati di scoppiettante entusiasmo in episodi quali "Evidence" e "Rhythm-a-ning". Dei sei brani in scaletta, cinque sono composizioni monkiane. Questa la scaletta: "Evidence", "In walked bud", "Blue monk", "I mean you", "Rhythm-a-ning", "Purple shades". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, è stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguirà sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
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