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Harvey p.j.
Is this desire? demos
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1998 island
indie 90
indie 90
vinile 180 grammi, coupon per download, inner sleeve. Per la prima volta pubblicati i demos dell'album in questa edizione uscita nel 2021. Pubblicato nel settembre del 1998 dalla Island in Gran Bretagna, dove giunse al 17esimo posto in classifica, e dalla Polygram negli USA, dove arrivo' al 54esimo, ''Is this desire?'' e' il quarto album di PJ Harvey, uscito dopo ''To bring you my love'' (1995) e prima di ''Stories from the city, stories from the sea'' (2000). PJ Harvey torna a tre anni di distanza dal celebrato ''To bring you my love'' e dopo le collaborazioni con John Parish con questo album dai toni meno abrasivi e dalle sonorita' meno chitarristiche, sostituite spesso da tappeti di tastiere; non mancano passaggi duri e tirati ma restano in secondo piano rispetto ad arrangiamenti piu' soffusi e notturni, talvolta vicini al trip hop, mentre il canto di Harvey mostra qui il suo lato piu' morbido, oscillando fra sensualita' e malinconia. Una delle figure musicali femminili piu' importanti degli anni '90, Polly Jean Harvey forma il gruppo che la rendera' famosa all'inizio del decennio, battezzandolo con il proprio nome, PJ Harvey, e facendosi notare nei ciruiti underground con i primi due album, "Dry" (1992) e "Rid of me" (1993), contraddistinti da un punk rock duro e dalle tinte scure, vicino anche a musicisti come Nick Cave, e con testi incentrati su di una femminilita' alternativa agli stereotipi di passivita' e rassicurazione. Con il terzo album, "To bring you my love", la cantante ottiene il primo notevole successo di pubblico e diviene un personaggio di primo piano della scena indie, anche grazie alle sue pose istrioniche ed alla forte presenza teatrale dal vivo.
Harvey p.j.
Let england shake
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2011 island
indie 90
indie 90
ristampa del 2022, vinile 180 grammi, coupon per download digitale. Lp pubblicato dalla Island records nel 2011, dopo "White chalk" (07), l'ottavo album. Registrato in una chiesa sconsacrata del Dorset, con i fedeli John Paris, Jack Marc Butty e Mike Harvey e Flood in regia, ci consegna una P.J. piu riflessiva e pacata rispetto ai precedenti lavori, con chitarre acustiche e morbide elettriche, autoharp, piano, tromba e per la prima volta il sassofono; incentrato sul tema dell'inglesita', con frequenti riferimenti alle guerre passate ed attuali, si basa su un impianto sonoro quasi folk, denso di pathos e poesia, in cui il canto della Harvey dimostra di essere versatile, perfettamente dentro il pezzo e proprio per questo molto espressivo. Una delle figure femminili piu' importanti degli anni '90, Polly Jean Harvey forma il gruppo che la rendera' famosa all'inizio del decennio, battezzandolo con il proprio nome, PJ Harvey, e facendosi notare nei ciruiti underground con i primi due album, "Dry" (1992) e "Rid of me" (1993), contraddistinti da un punk rock duro e dalle tinte scure, vicino anche a musicisti come Nick Cave, e con testi incentrati su di una femminilita' alternativa agli stereotipi di passivita' e rassicurazione. Con il terzo album, "To bring you my love", la cantante ottiene il primo notevole successo di pubblico e diviene un personaggio di primo piano della scena indie, anche grazie alle sue pose istrioniche ed alla forte presenza teatrale dal vivo. Seguono "Is this my desire?" del 98, "Stories from the city, stories from the sea" del 2000, "Uh Huh her" del 2004, "White chalk" del 2007 e "Let england shake" del 2011.
Harvey p.j.
To bring you my love
lp [edizione] nuovo stereo eu 1995 island
indie 90
indie 90
ristampa ufficiale 180 grammi, copertina pressoché identica all'originale. Pubblicato nel febbraio del 1995 dalla Island in Gran Bretagna, dove giunse al 12° posto in classifica, e negli USA, dove arrivò al 40° posto in classifica, "To bring you my love" è il terzo album della cantante inglese. Uscito dopo "Rid of me" (1993) e prima di "Dance hall at louse point" (1996, con John Parish), questo terzo album e' uno dei più considerati nella discografia di PJ Harvey. Lontano dall'aggressivita' sonora di Dry (1992), "To bring you my love" segue un approccio musicale più morbido e basato sulle atmosfere, comunque oscure e costituite in parte da una moderna rielaborazione del blues. Le chitarre elettriche lasciano più spazio alle tastiere e soprattutto alla voce di PJ Harvey, istrionica e drammatica, a tratti vicina a Patti Smith. Una delle figure femminili più importanti degli anni '90, Polly Jean Harvey forma il gruppo che la rendera' famosa all'inizio del decennio, battezzandolo con il proprio nome, PJ Harvey, e facendosi notare nei ciruiti underground con i primi due album, "Dry" (1992) e "Rid of me" (1993), contraddistinti da un punk rock duro e dalle tinte scure, vicino anche a musicisti come Nick Cave, e con testi incentrati su di una femminilita' alternativa agli stereotipi di passivita' e rassicurazione. Con il terzo album, "To bring you my love", la cantante ottiene il primo notevole successo di pubblico e diviene un personaggio di primo piano della scena indie, anche grazie alle sue pose istrioniche ed alla forte presenza teatrale dal vivo.
Harvey p.j./parish john
A woman a man walked by (reissue)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2009 island
indie 90
indie 90
ristampa del 2021 su vinile 180 grammi, coupon per download, copertina apribile ruvida. Pubblicato nel marzo del 2009 dalla Island, questo e' il secondo album a due pubblicato da PJ Harvey e John Parish, successivo a ''Dance hall at louse point'' (1996). Collaboratori di lungo corso nella discografia solista di PJ Harvey, il produttore e la cantante inglesi propongono in questa collaborazione una musica autunnale dai toni introspettivi, talvolta vicina ad un delicato pop ''da camera'' reso meno rassicurante dal canto un po' stranito di Harvey; alcuni rari episodi come ''The chair'' e ''Pigs will not'' mostrano invece il lato piu' abrasivo e potente della cantante, facendo riaffiorare il ruvido indie rock dei suoi primi lavori. Apprezzato produttore, l'inglese John Parish e' inizialmente attivo nel gruppo post punk Thieves Like Us all'inizio degli anni '80, e subito dopo nel gruppo sperimentale Automatic Dlamini, del quale fa parte anche PJ Harvey per un breve periodo, prima di intraprendere la carriera solista. Successivamente Parish si dedica con sempre piu' successo alla produzione, lavorando con Sparklehorse, 16 Horsepower, Giant Sand ed Eels, fra gli altri. La collaborazione con PJ Harvey si rinnova quando Parish co-produce ''To bring you my love'' (1995), l'acclamato terzo album della cantante inglese; i due collaborano anche in un progetto uscito sotto i proprio nomi nel 1996, ''Dance hall at louse point''. Parish incide in seguito alcuni album solisti, fra cui la colonna sonora ''Rosie'' (1998), il secondo apprezzato album ''How animals move'' (2002) ed il successivo ''Once upon a little time'' (2005): il suo stile e' assai variegato, con influenze di epoche disparate che si intrecciano con un approccio moderno, dando corpo ad un indie rock melodico ed eclettico. Una delle figure musicali femminili piu' importanti degli anni '90, Polly Jean Harvey forma il gruppo che la rendera' famosa all'inizio del decennio, battezzandolo con il proprio nome, PJ Harvey, e facendosi notare nei ciruiti underground con i primi due album, "Dry" (1992) e "Rid of me" (1993), contraddistinti da un punk rock duro e dalle tinte scure, vicino anche a musicisti come Nick Cave, e con testi incentrati su di una femminilita' alternativa agli stereotipi di passivita' e rassicurazione. Con il terzo album, "To bring you my love", la cantante ottiene il primo notevole successo di pubblico e diviene un personaggio di primo piano della scena indie, anche grazie alle sue pose istrioniche ed alla forte presenza teatrale dal vivo.
Headcoats
headcoatitude (yellow transparent)
Lp [edizione] originale stereo uk 1991 shakin' street
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
Prima stampa inglese, in vinile giallo trasparente, realizzata dalla Shakin' Street due anni prima della versione americana su Get Hip, copertina lucida senza barcode, etichetta viola con scritte gialle, catalogo YEAH-HUP018; il sesto album in studio (in due anni di attivita'!!!), originariamente uscito nel maggio del 1991 su Shakin' Street in Inghilterra e su Get Hip in America, del gruppo del vulcanico Billy Childish, inglese del Kent, gia' alla guida di bands quali Pop Rivets, Milkshakes, Mighty Caesars, un vero monumento vivente al rock'n'roll nella troppo spesso evanescente vecchia Inghilterra. Registrato con Tub Johnson, ex Cannibals ed ex Vives, e Bruce Brand (qui Prof. Belvedere Gascoigne Carvalho "Ron" Drand), ex Milkshakes, e' come sempre (o perlomeno come spesso), un nuovo piccolo capolavoro tra garage dei 60's, punk e r'n'b, con dodici brani originali grezzamente e favolosamente low-fi, un altro piccolo imperdibile tassello nella sterminata discografia di mr. Childish. Storico gruppo fondato a fine anni '80 dal vulcanico Billy Childish, inglese del Kent, gia' alla guida di bands quali Pop Rivets, Milkshakes, Mighty Caesars, Thee Headcoats sono un vero monumento vivente al rock'n'roll nella troppo spesso evanescente vecchia Inghilterra, tra garage dei 60's, punk e r'n'b, con brani grezzamente e favolosamente low-fi. Sciolti gli Headcoats, Childish sara' ancora con Buff Medways, solista, oppure accompagnato dai i Singing Lions, i Musicians of the British Empire o i Black Hands.
Headcoats
Heavens to murgatroyd, even! it's thee headcoats! already
Lp [edizione] originale stereo usa 1990 sub pop
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
Prima rara stampa americana, nella versione in vinile nero, con l' originaria copertina firmata dal grande disegnatore Daniel Clowes, coeprtina lucida con barcode, etichetta custom bianca con scritte e logo neri, catalogo SP82. Pubblicato nel dicembre del 1990 dalla Sub Pop, il quinto album, uscito dopo ''Beach bums must die'' (1990) e prima di ''Bo in thee garage'' (1991). Billy Childish ci propone in questo lp dodici scalcinati brani di garage punk a bassa fedelta', nei quali convivono diverse influenze dei filoni del rock piu' selvaggio, dal garage anni '60 al punk inglese del '77, dal rock'n'roll a scheggie impazzite di surf e blues scarnificati. Iconoclastia verso la formula pop commerciale, sfrontatezza e rabbia punk, fedeltà ad uno spirito selvaggio ed incompromissorio presente nel sottobosco del rock'n'roll fin dagli inizi, ma anche scatenato divertimento, sono alla base di "Heavens to murgatroyd". Questa la scaletta: "Mantrap", "No Way Out", "Reindeer Are Wild", "Hand To Hand", "Headcoat Man", "Girl Of Matches", "I Don't Like The Man I Am", "Pokerhuntus Was Her Name (Kyra)", "We're Gone", "Stewball", "I Ain't About To Give You My Name", "Rusty Hook". Storico gruppo fondato a fine anni '80 dal vulcanico Billy Childish, inglese del Kent, gia' alla guida di bands quali Pop Rivets, Milkshakes, Mighty Caesars, Thee Headcoats sono un vero monumento vivente al rock'n'roll nella troppo spesso evanescente vecchia Inghilterra, tra garage dei 60's, punk e r'n'b, con brani grezzamente e favolosamente low-fi. Sciolti gli Headcoats, Childish sara' ancora con Buff Medways, solista, oppure accompagnato dai i Singing Lions, i Musicians of the British Empire o i Black Hands.
Hellkrusher
Recorded works 1993-94
Lp [edizione] originale stereo uk 1993 antisociety
[vinile] Excellent [copertina] Excellent indie 90
[vinile] Excellent [copertina] Excellent indie 90
Prima stampa, pressata in 500 copie (300 in vinile nero, come questo esemplare, le altre 200 in vinile rosso), copertina senza barcode, inserto apribile con foto, testi e note, label custom in bianco e nero con artwork diverso su ciascuna facciata, catalogo ANTI27. Pubblicato nel 2013 dalla Antisociety, questo album compila registrazioni effettuate dagli Hellkrusher fra il 1993 ed il 1994, in parte apparse su EP e compilations in quel periodo, in parte rimaste inedite. Un periodo di cambiamento per una formazione proverbialmente instabile, durante il quale il gruppo incise, nel 1993, i brani dell'incendiario EP "Fields of blood", perdendo però poco dopo il batterista Curry ed il chitarrista Scott; una formazione rinnovata registrò nel 1994 i brani finiti sullo split EP con i giapponesi Disclose, prima di atomizzarsi a sua volta nel 1995. Questo album compila tutti i brani incisi dal gruppo nel corso di quelle due sessioni di incisione in studio, puro e tiratissimo crust punk. Questa la scaletta: "Fields Of Blood", "Atrocity", "On And On", "An End In View", "Condememned To A Life", "Ethnic", "Toxic Filth" (brani incisi a Middlesboro il 9/4/93, i primi quattro dei quali apparsi sull'ep "Fields of blood" del 1994, "Ethnic cleansing" sulla compilation "Whispers!" del 1994, gli altri inediti); "Doomday", "Air Attack", "Bodycount", "No More", "Existence", "Fascist Regime", "Doomday" (brani incisi nel 1994, quelli dal secondo al quarto apparsi sul raro 7" split con i Disclose "Blood sucking freaks III" del 1994, "Fascist regime" sulla compilation "Mind pollution 2", 1994, gli altri inediti). Gli Hellkrusher sono un gruppo crust punk inglese influenzato, formato nel 1989 da Ian Scott degli Hellbastard e da Ali Lynn degli Energetic Krusher, dopo che avevano lasciato le loro rispettive bands; desiderosi di riappropriarsi del tostissimo sound vecchia scuola di cui furono pionieri i grandi Discharge, piuttosto che indirizzarsi verso il thrash metal, Scott e Lynn assemblarono una formazione che inizialmente era completata dal batterista Steve Wingrove e dai chitarristi Dave Thorburn e Paul Knowles suonando il loro primo concerto nel maggio del 1990, in supporto ai Bomb Disneyland. Nello stesso anno uscì il loro primo album "Wasteland", frutto di faticose lavorazioni che portarono il gruppo ad inciderlo due volte dopo un primo tentativo non soddisfacente; la formazione non ebbe lunga durata , e già all'inizio del 1992 era stata fortemente rimaneggiata, con l'ingresso dell'ex batterista dei Debauchery Curry. Il secondo album "Buildings for the rich" uscì nel 1993, e nel settembre dello stesso anno incisero l'ep "Fields of blood"; la formazione continuava ad essere instabile, andando incontro ad un altro massiccio avvicendamento nel 1994, dopo aver inciso uno split EP con i Disclose, lasciando il solo Ali Lynn della formazione originaria, ma i lavori andarono avanti e nel 1997 uscì il terzo lp "Doomsday hour", prima che il gruppo si sciogliesse nel 2001, salvo poi riformarsi nel 2007, pubblicando poi nel 2017 il quarto album "Human misery".
Henderson joe
Mode for joe
Lp [edizione] ristampa stereo fra 1966 blue note
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
Rara ristampa realizzata in Francia nel 1985, rimasterizzata con sistema DMM (Direct Metal Mastering), copertina (in belle condizioni se non per un nome scritto a penna biro sul retro) cartonata senza barcode, pressoche' identica alla prima rara tiratura, etichetta Blue Note bianca e blu, catalogo BST84227. Originariamente pubblicato nel 1966 dalla Blue Note, inciso al Rudy Van Gelder Studio di Englewood Cliffs il 27 gennaio del 1966 con formazione composta da Joe Henderson (sax tenore), Lee Morgan (tromba), Curtis Fuller (trombone), Bobby Hutcherson (vibrafono), Cedar Walton (pianoforte), Ron Carter (contrabbasso) e Jow Chambers (batteria). La formazione di Henderson si espande qui a sestetto, piu' corposa rispetto a quelle usati nei suoi precedenti lp su Blue Note, e da' luogo ad uno hard bop melodico ed agile in cui trova largo spazio la tromba di Lee Morgan. Questa la scaletta: ''A shade of jade'', ''Mode for Joe'', ''Black'', ''Caribbean fire dance'', ''Granted'', ''Free wheelin'''. Esponente del sax tenore hard-bop, Joe Henderson nel corso della sua carriera ha suonato con Kenny Dorham, uno dei grandi trombettisti hard bop. Dal '64 al '66 e' con il quintetto di Horace Silver; mentre nel '69-'70 suona con la band di Herbie Hancock. Ha inciso soprattutto per la Blue Note e per la Milestone; nel corso degli anni si e' cimentato anche con la fusion, il soul jazz, il mainstream ed influenze brasiliane.
Hendrix jimi
Band of gypsys 2
Lp [edizione] originale stereo ita 1969 capitol
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
prima stampa italiana, copertina con barcode, label nera con bordo multicolore, catalogo 64 2611741, data sul trail off dei due lati 23/10/86. Pubblicato nel 1986 dalla Capitol, questo album e' il seguito del famoso ''Band of gypsys'', pubblicato nel 1970, ultimo album registrato e regolarmente uscito prima della morte avvenuta il il 18 settembre del 1970, e l'unico lp dal vivo a non uscire postumo. Questo ''Band of gypsys 2'' contiene sulla prima facciata tre brani tratti dagli stessi concerti del primo ''Band of gypsys'', tenuti alla fine del 1969 al Fillmore East di New York con una formazione triangolare che vedeva Billy Cox al basso e Buddy Miles alla batteria; per la prima volta Jimi utilizzo' dal vivo il micidiale ''fuzz face'', distorsore ultrapotente che unito allo wah wah rendeva il suo suono, se possibile, ancora piu' pieno e distorto. Notevoli furono quelle performances, caratterizzate da un sound che, mantenendo ancora gli elementi psichedelici, si faceva pero' piu' blues e funk, ed anche piu' cupo e pesante (si ascolti qui ''Hear my train a'comin''', oppure ''Machine gun'' nel primo ''Band of gypsys''): qui troviamo tre brani da quei concerti, ''Hear my train a' comin''', ''Foxy lady'' e ''Stop''. Sulla seconda facciata invece trovano posto altri tre brani registrati in due diversi concerti con alla batteria Mitch Mitchell, gia' con Hendrix ai tempi degli Experience: ''Voodoo child'' fu registrata all' Atlanta Pop Festival del luglio 1970, ''Stone free'' e ''Ezy rider'' furono registrate al Berkeley Community Center nel maggio dello stesso anno.
Henry cow
in praise of learning
Lp [edizione] originale stereo uk 1975 Virgin
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Prima davvero rara stampa inglese, copertina laminata fronte e retro, etichetta custom da un lato, e con dragone e vergini dall' altro in bianco e nero, con scritte rosse, catalogo V2027, indirizzo della Virgin sul retrocopertina "2-4 Vernon Yard...", trail off matrix "A-2U" e "B-3U" sulle rispettive facciate (non sono riportate matrici precedenti). Pubblicato in Inghilterra nel settembre del 1975 dopo ''Unrest" e dopo lo split album con gli Slapp Happy "Desperate straight'', e prima di ''Concerts'', non entrato nelle classifiche Uk ne' in quelle Usa. Il terzo album. Fu il primo lavoro in cui la band assunse un preciso e deciso connotato politico e militante; uniti ai musicisti europei quali gli italiani della cooperativa ''L' Orchestra'', verranno nel nostro paese a tenere una lunga serie di concerti e sara' proprio da uno di questi che verra' tratto il successivo live. Registrato da Chris Cutler, Fred Frith, John Greaves e Tin Hodgkinson con la splendida voce di Dagmar Krause, Anthony Moore, Lindsay Cooper e Geoff Leigh, sassofonista che compare qui solo in un brano, il disco e' ovviamente, come tutti quelli del progetto, tra i monumenti dell' underground militante britannico, logica evoluzione delle sperimentazioni dei primi due lavori, usa sorta di "free art rock" con rimandi a Soft machine, Frank Zappa, Captain Beefheart, Matching Mole, Caravan, ma immersa in una affascinate capacita' di variare le atmosfere, che talvolta si fanno torbidamente sognanti, talora cupissime, talora rabbiose. Gli Henry Cow , leggendario collettivo musicale e politico militante al quale sono associati numerosi musicisti europei, wyatt in testa, vanno considerati uno dei principali act della sperimentazione europea, nati a cambridge nel 1968, suonano nei free festivals senza incidere alcunche' sino al 1973, per tutti gli anni ''70 suoneranno in giro per l'europa spesso in compagnia della band sorella Slap Happy, i loro sei albums sono consideratissimi dalla critica e meritano un posto d'onore nell'evoluzione del suono underground inglese del decennio.
Hermano
When the moon was high...
Lpm [edizione] nuovo stereo eu 2024 ripple
indie 90
indie 90
mini lp con sei brani contiene la prima canzone degli Hermano in quasi 20 anni, oltre a un brano inedito dal loro ultimo album. "When The Moon Was High" è completato da 4 brani live selezionati dai festival HellFest e W2.
Gli Hermano nascono nel 1998 come progetto collaterale ad opera di membri di altre band underground americane, John Garcia (Kyuss, Unida), David Angstrom (Supafuzz, Black Cat Bone), Steve Brown (Dock Ellis), Steve Earle (Afghan Whigs) e Mike Callahan (Disengage, Earshot). Il gruppo incide fra il 1999 ed il 2000 il primo lp, ''Only a suggestion'', pubblicato poi nel 2002, lavorando spesso in studi separati a causa delle distanze geografiche fra i musicisti coinvolti. Le intense performance dal vivo e le sessioni di incisione del nuovo album non risentono degli impegni dei vari membri con altri gruppi e, nel 2004, il secondo lp ''Dare I say'' esce su Suburban Records. Gli Hermano suonano un potente e diretto stoner, indirizzato piu' verso l'hard rock che sull'acid rock, vicino a Kyuss e Queens Of The Stone Age.
Hill andrew
Smoke stack (180 gr.)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1963 blue note / ume
jazz
jazz
Ristampa del 2020 in vinile 180 grammi, masterizzata dai nastri analogici originali e pressoché identica alla assai rara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1966 dalla Blue Note, inciso al Rudy Van Gelder Studio di Englewood Cliffs, New Jersey, il 13 dicembre del 1963, da Andrew Hill (pianoforte), Richard Davis (contrabbasso), Eddie Khan (contrabbasso) e Roy Haynes (batteria), questo apprezzato e raro album vede il pianista di Chicago alleggerire le influenze ritmiche afrocubane così presenti nel precedente lp "Black fire", a vantaggio di un approccio più cerebrale ed indirizzato verso il post bop. I sette brani in scaletta sono tutte composizioni di Hill, e mostrano una volontà di spaziare fra melodia ed astrattismo, fra bop, modale e (quasi) free. E' un album avventuroso in cui Hill ama esplorare ai confini fra dolcezza e discordanza, fra strutture e voli di improvvisazione, e caratterizzato dallo stile cerebrale, non sempre di facile accesso, del pianista. Questa la scaletta: "Smoke Stack", "The Day After", "Wailing Wall", "Ode To Von", "Not So", "Verne", "30 Pier Avenue". Pianista di Chicago con un orecchio teso all'avanguardia e l'altro alla tradizione, oltreché tendente all'eclettismo, Andrew Hill (1931-2007) sviluppò uno stile complesso in cui si incontravano elementi post bop, modali ed improvvisazione free, senza mai incanalarsi in un filone esclusivo. Costruì la sua reputazione fra il 1963 ed il 1970, quando guidò sessioni alle quali parteciparono jazzisti di alto livello come Joe Chambers, Joe Henderson, Tony Williams e Freddie Hubbard, oltre al grande Eric Dolphy.
Hill lauryn
The miseducation of
Lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1998 ruffhouse / columbia / sony / legacy
hip-hop
hip-hop
Doppio album in vinile 180 grammi, ristampa del 2016, copertina pressoche' identica a quella della originaria tiratura, corredata di inner sleeves. Il debutto solista della cantante del trio hio hop Fugees, pubblicato originariamente dalla Ruffhouse/Columbia nell'agosto 1998, prima di "MTV unplagged No. 2.O" (02). Giunto al n.1 del Billboard, con picco notevole di vendite, mezzo milione di copie solo nella prima settimana (record per un'artista femminile hip hop) e con 13 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, e' un album che assemla in un originale hip hop, soul, gospel, disco e raggae, con spiritualita', sacralita' e sensualita', con temi che rivendicano l'orgoglio razziale e la fiera identita' femminile. Tra gli ospiti Carlos Santana, alla chitarra in "To Zion", e D' Angelo, alla voce in "Nothing Even Matters". Artista americana, che insieme a Pras Michel e Wycklef Jean forma i Fugees, con i quali raggiunge il successo internazionale con l'album, "The score", in particolare con la cover di Roberta Flack, "Killing me softly". Dopo essersi legata sentimentalmente a Roban Marley, figlio di Bob, intraprende la carriera solista, che la vede pubblicare "The miseducation of Lauryn Hill", unico studio album, grande successo di pubblico e critica, seguito da un live unplagged.
Hole
Live through this (180 gr.)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1994 geffen
indie 90
indie 90
Ristampa in vinile 180 grammi, copertina pressoche' identica a quella della originaria tiratura. Pubblicato nell'aprile 94, prima di "Celebrity skin" (98) e dopo "Pretty on the inside" (91), il secondo album, giunto alla posizione n.13 in Inghilterra e alla n. 53 in Usa; registrato con la nuova formazione che vede gli ingressi di Kristen Pfaff (janitor Joe) al basso e Patty Schemel alla batteria. Uscito nell'aprile del 94, una settimana dopo il suicidio di Kurt che aleggia quasi profetico in alcune liriche dell'album; sembra infatti che Cobain abbia co-scritto diversi brani, cosa che si avverte anche nella struttura delle canzoni, molto piu' melodiche rispetto all'aggressivo debutto Pretty on the inside" di tre anni prima, e vicine alla formula di "Nevermind" dei Nirvana. Il disco rimane uno dei piu' bei esempi di 'grunge melodico' con ottimi brani quali "Miss world", "Violet", "Doll parts", tutti usciti poi come singoli. Poco dopo l'uscita del disco, la sfortuna si abbattera' ancora sulla band con la morte della povera Kristen Pfaff per overdose nel giugno 94. Formatesi a Los Angeles nel 1989 ad opera di Courtney Love ed Eric Erlandson, le Hole sono uno dei piu' noti e considerati gruppi femminili del rock alternativo negli anni '90. Guidate dall'istrionica Courtney Love, le Hole esordiscono su Lp con "Pretty on the inside" (1991), molto considerato nell'ambiente undeground, a base di furiosi assalti chitarristici e vocali e con attitudine punk. Il successivo "Live through this" (1994), considerato da molti il loro capolavoro, segna il loro primo importante successo commerciale, poi superato da "Celebrity skin" (1998); nel corso del tempo il gruppo si sposta dal punk verso il power pop, fino a che nel 2002 non si ha notizia dello scioglimento.
Horsegirl
Versions of modern performance (ltd purple)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2022 matador
indie 2000
indie 2000
edizione limitata in vinile viola per i negozi indipendenti, adesivo su cellophane. Il primo album del trio di Chicago formato dalle giovanissime Penelope Lowenstein, Nora Cheng e Gigi Reece. Alt-rock che prende spunto dalla miglior tradizione americana anni 90 (Sleater-kinney, Breeders, Pavement, Sonic youth etc), con un approccio do-it-yourself, tra post-punk, lo-fi pop e new-wave. Registrato agli Electrical Audio Studio di Steve Albini dal produttore John Agnello (Kurt Vile, Sonic Youth, Mark Lanegan etc...) con la partecipazione di Lee Ranaldo e Steve Shelley dei Sonic Youth nel brano "Billy":
Host
Hardt mot hardt
Lp [edizione] ristampa stereo nor 1976 panorama
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Rara ristampa del 2012, edizione limitata di 400 copie (altre 100 furono pressate in vinile bianco), in vinile pesante, copertina senza codice a barre, pressoche' identica alla prima rarissima tiratura, corredata di inserto con testi, catalogo PALP04-2. Originariamente pubblicato nel 1976 dalla On in Svezia, il secondo ed ultimo album, uscito dopo ''Pa sterke vinger'' (1974). Il gruppo norvegese, riformatosi attorno ai due membri originari, Geir Jahren (voce) e Bernt Bodahl (basso), con l'aggiunta di tre nuovi elementi, ad un lavoro dai toni meno sinfonici ed epici rispetto al primo lp, con la chitarra di Fezza Elllingsen in evidenza, attraverso lunghi ed intricati assoli; l'album in certi momenti rasenta il jazz rock, pur restanto in ambito rock progressivo. Complessivamente gli Hosto suonano qui anche piu' hard rock rispetto all'esordio. Storica formazione rock norvegese, gli Host (''Autunno'') provenivano dall'area dello Ostfold, fra Oslo ed il confine con la Svezia. Inizialmente dediti al rock progressivo, erano influenzati dai gruppi svedesi, fra cui critici come Asbjornsen segnalano November e Life. Testimonianza di questo periodo e' il loro primo ed apprezzato lp ''Pa sterke vinger'' (1974); poco dopo la prima formazione si sciolse ed il tastierista Svein Ronning formo' un nuovo gruppo, i Deja'-Vu. Gli Host si riformarono in seguito, con i membri originari Geir Jahren e Bernt Bodahl e nuovi componenti, realizzando il secondo album ''Hardt mot hardt'' (1976), un disco piuttosto diverso dal primo, con spunti hard rock, pur restando ancorato al rock progressivo. Si sciolsero nel 1978, dopo aver registrato tre brani cantati in inglese, pubblicati nel 1977 in ''Extra!, Extra!'', raccolta che includeva anche brani dei primi due lp.
Host
Pa sterke vinger (+poster)
Lp [edizione] ristampa stereo nor 1974 panorama
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Rara ristampa del 2012, edizione limitata di 400 copie (altre 100 furono pressate in vinile dorato), in vinile pesante, copertina senza codice a barre, pressoche' identica alla prima rarissima tiratura, corredata di poster apribile con foto del gruppo a colori ed autografi (stampati), catalogo PALP03-2. Originariamente pubblicato nel 1974 dalla On in Norvegia, il primo album, precedente ''Hardt mot hardt'' (1976). La prima incarnazione del gruppo dette luogo a questo lp, considerato da alcuni appassionati come il miglior album di rock progressivo norvegese; cantato in lingua natia, ''Pa sterke vinger'' mostra un prog sinfonico, particolarmente evidente nelle tastiere di Svein Ronning, a cui fa da contraltare la chitarra di Lasse Nilsen, il tutto con influenze della vicina scena svedese (alcuni critici hanno citato i nomi di November e Solar Plexus), ma anche echi degli Yes. Il gruppo norvegese si sciolse temporaneamente dopo questo lavoro, tornando insieme poco dopo con un sound piu' hard e meno prog. Storica formazione rock norvegese, gli Host (''Autunno'') provenivano dall'area dello Ostfold, fra Oslo ed il confine con la Svezia. Inizialmente dediti al rock progressivo, erano influenzati dai gruppi svedesi, fra cui critici come Asbjornsen segnalano November e Life. Testimonianza di questo periodo e' il loro primo ed apprezzato lp ''Pa sterke vinger'' (1974); poco dopo la prima formazione si sciolse ed il tastierista Svein Ronning formo' un nuovo gruppo, i Deja'-Vu. Gli Host si riformarono in seguito, con i membri originari Geir Jahren e Bernt Bodahl e nuovi componenti, realizzando il secondo album ''Hardt mot hardt'' (1976), un disco piuttosto diverso dal primo, con spunti hard rock, pur restanto ancorato al rock progressivo. Si sciolsero nel 1978, dopo aver registrato tre brani cantati in inglese, pubblicati nel 1977 in ''Extra!, Extra!'', raccolta che includeva anche brani dei primi due lp..
Hot tuna
burgers (ltd. orange vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1972 grunt / rhino
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa del 2023, edizione limitata in vinile arancione trasparente, realizzata in occasione del 50esimo anniversario dall' uscita originaria, copertina apribile senza barcode, pressoche' identica alla prima tiratura. Pubblicato in Usa nel settembre del 1972 dopo ''First pull up than pull down'' e prima di ''The phosporescent rat'', non entrato nelle classifiche americane ne' in quelle inglesi. Il terzo album. Registrato dai due Jefferson Airplane Jorma Kaukonen (chitarra e voce) e Jack Casady (basso), con il violino di Papa John Creach, la batteria di Sammy Piazza, ed ospiti anche Nikki Buck, Richmond Talbott e soprattutto DAVID CROSBY, e' il primo lavoro di studio, oltre che l' ultimo registrato cui i due leaders ancora impegnati contemporaneamente nei Jefferson Airplane; contiene oltre alla celeberrima ''Keep on' truckin'' con David Crosby alla voce e la spettacolare jam di ''Sea child'', altri episodi memorabili come ''Water song'' e ''Sunny day strut'', ed e' considerato uno dei capolavori del gruppo, certamente a ragione. Jorma Kaukonen e Jack Casady, entrambi originari di Washington DC dove avevano iniziato a suonare insieme nei primi anni '60, non appagati del tutto dalla strada intrapresa dai Jefferson Airplane dopo i primi e piu' soddisfacenti albums decisero, pur continuando a "prestare servizio" nella band, di cercare uno sbocco al loro amore per il folk e per il blues in questo nuovo progetto. Dopo un primo album acustico, in cui Kaukonen alla chitarra ed alla voce e Casady al basso sono accompagnati dal solo Will Scarlett, armonicista, per eseguire una serie di covers della musica popolare americana, la band si allargo' accogliendo il violinista Papa John Creach, presto anche nei Jefferson Airplane, ed il batterista Sammy Piazza, per due eccellenti albums di blues elettrico personalissimo, soprattutto per l' apporto sia strumentale che vocale di Kaukonen, il primo dal vivo ed il secondo in studio. Il periodo migliore della band si chiude probabilmente qui: sciolti i Jefferson Airplane, andato via prima Papa John Creach, per qualche tempo nei Jefferson Starship e soprattutto solista, e poi anche Piazza, la storia degli Hot Tuna continua con alcuni avvicendamenti d' organico e diversi albums in cui il suono risulta appesantito e piu' stereotipato di quello degli esordi. Piu' interessanti i dischi solisti che Kaukonen inizio' a pubblicare dal '75, cosi' come pure i validi SVT, tra power rock e new wave, nei quali suonera' nei primi anni '80 Casady.
Hubbard freddie
open sesame
lp [edizione] nuovo stereo eu 1960 blue note / universal
jazz
jazz
Ristampa con copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura, dell' album pubblicato dalla Blue Note nel 1960, inciso al Rudy Van Gelder Studio di Englewood Cliffs, New Jersey, il 19 giugno del 1960 con formazione a cinque composta da Freddie Hubbard (tromba), Tina Brooks (sax tenore), McCoy Tyner (pianoforte), Sam Jones (contrabbasso) e Clifford Jarvis (batteria), "Open sesame" e' il primo album inciso da Freddie Hubbard come band leader. Considerato uno dei maggiori trombettisti della storia del jazz, Freddie Hubbard si trasferi' a New York da Indianapolis nel 1958, dove ebbe modo di farsi apprezzare come spalla di importanti jazzisti quali Philly Joe Jones, Sonny Rollins e J.J. Johnson, per poi suonare in tour in Europa con Quincy Jones. Negli anni '60 Hubbard prosegui' le sue prestigiose collaborazioni, suonando in "Free jazz" (1960) di Ornette Coleman, in "Ascension" (1965) di John Coltrane, nei Jazz Messengers di Art Blakey (1961-64) e collaborando con Eric Dolphy ed Herbie Hancock; nel frattempo avvio' anche una importante carriera solista. Nel corso del decennio successivo Hubbard si dedico' all'esplorazione del jazz elettrico con risultati eccellenti nella prima meta' degli anni '70; con la scomparsa di Gillespie e Davis, rimane l'unico grande trombettista storico in vita negli anni '90, dopo una carriera che lo ha visto cimentarsi con successo con l'hard bop, il free jazz ed il jazz elettrico. Questo suo primo album come band leader, considerato uno dei suoi migliori, vede il ventiduenne leader a suo agio nei brani piu' veloci, in cui risalta in particolar modo la sua tromba vivace e divertente, come in quelli piu' rilassati; la scaletta comprende i seguenti brani: "Open sesame", "But Beautiful", "Gypsy blue", "All or nothing at all", "One mint julep" e "Hub's nub".
Humble pie
Joint effort the lost album from 1974/75
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1974 deadline music
rock 60-70
rock 60-70
Edizione limitata in 500 copie in vinile bianco, inner sleeve con note e foto, label bianca con scritte rosa, catalogo CLO1097. Pubblicato nel gennaio del 2019 dalla Deadline Music, sussidiaria della Cleopatra, questo album contiene incisioni effettuate dagli Humble Pie fra il 1974 ed il 1975, con molti brani rimasti finora inediti, un paio di altri poi riproposti nell'ottavo album ''Street rats'' del 1975, andando così a configurare una sorta di album ''perduto'' per questa configurazione del gruppo, composta da Steve Marriott, Jerry Shirley, Greg Ridley e Dave Clempson; il gruppo si sarebbe sciolto proprio nel 1975, per riformarsi poi a fine anni '70. I dieci brani qui contenuti offrono un valido rock blues con le inflessioni soul nell'ancor potente voce di Marriott: una lunga e vibrante cover della beatlesiana ''Rain'' fra soul e hard rock, un eccellente boogie rock in episodi come ''Charlene'', l'acolico e lento blues di ''Midnight of my life'', l'intensa ballata ''A minute of your time'', l'hard rock in mid tempo di ''Let me be your lovemaker''. Questa la scaletta completa: ''Think'', ''This ol' world'', ''Midnight of my life'', ''Let me be your lovemaker'', ''Rain'', ''Snakes & ladders'', ''Good thing'', ''A minute of your time'', ''Charlene'', ''Think 2''. Formati da Steve Marriott, ex Small Faces, Peter Frampton, ex Herd, Greg Ridley degli Spooky Tooth e Jerry Shirley, gli Humble Pie furono uno dei primi e migliori esempi di rock con influenze psychedeliche e progressive inglesi: il gruppo era basato sulla chitarra di Frampton e sulla voce di Marriott e, sempre sull'orlo del grande successo, rimarra' nel limbo per tutti gli anni '70 producendo grandissimi album (fra cui il secondo ''Town and country'' del 1969) ai quali non corrispondera' un adeguato riscontro commerciale.
Humble pie
performance rockin' the fillmore
Lp2 [edizione] originale stereo uk 1971 a&m
[vinile] Excellent [copertina] Very good rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Very good rock 60-70
prima rara stampa inglese, doppio album, nella versione con vinile del primo disco che se posto in controluce assume una colorazione porpora, copertina (con moderati segni di invecchiamento) apribile, pressata da Howards Printers, nella prima versione senza "Special Priced Two Record Set" sul fronte, etichetta marrone con logo con tromba rosso e bianco a sinistra, catalogo AMLH63506. Pubblicato in Inghilterra nel novembre del 1971 dopo il quarto album in studio ''Rock On'' e prima di ''Smokin' ", giunto al numero 32 delle classifiche UK ed al numero 21 di quelle USA, il primo live della band inglese. L' ultimo lavoro con Frampton ed il primo dal vivo, fu registrato al Fillmore di New York, in una serata in cui comparivano anche i Moby Grape e Frank Zappa, contiene i brani piu' duri in assoluto mai incisi dalla band, lunghissime versioni (con due brani della durata rispettivamente di 24 e 16 minuti) cariche di devastante elettricita' che danno un quadro della musica del gruppo assai meno "raccomandabile" dei brani incisi in studio. Ecco la scaletta del materiale presente: Four Day Creep, I'm Ready, Stone Cold Fever, I Walk On Gilded Splinters, Rolling Stone, Hallelujah I Love Her So, I Don't Need No Doctor. Formati da Steve Marriott, ex Small Faces, Peter Frampton, ex Herd, Greg Ridley degli Spooky Tooth e Jerry Shirley, gli Humble Pie furono uno dei primi e migliori esempi di rock con influenze psychedeliche e progressive inglesi: il gruppo era basato sulla chitarra di Frampton e sulla voce di Marriott e, sempre sull'orlo del grande successo, rimarra' nel limbo per tutti gli anni '70 producendo grandissimi album (fra cui il secondo ''Town and country'' del 1969) ai quali non corrispondera' un adeguato riscontro commerciale.
Humble pie
winterland 1973 (ltd. colored vinyl)
lp2 [edizione] nuovo stereo usa 1973 purple pyramid
rock 60-70
rock 60-70
doppio album, edizione limitata in vinile colorato (un vinile rosso ed uno blu), copertina apribile. Ristampa del 2020 con copertina esclusiva del live album pubblicato per la prima volta in vinile nel 2010 dalla Lilith, quindi, con copertina cambiata, dalla Cleopatra nel 2011. Contiene undici brani registrati dalla band inglese al Winterland di San Francisco nel maggio del 1973, nel tour che segui' la pubblicazione dell' album "Eat It", il settimo album del supergruppo inglese formato da Steve Marriott (ex Small Faces), Peter Frampton (ex Herd, gia' qui' uscito dal gruppo), Greg Ridley (ex Spooky Tooth) e il giovane batterista Jerry Shirley. Se l' album e' caratterizzato da alcune influenze black, i brani di questo torrido live (splendidamente registrato) sono invece efficace testimonianza del lato piu' ruvidamente heavy della musica della band, qui dedita ad un potente hard rock chitarristico. Ecco la lista completa dei brani: Up Your Sleeves / 4 Day Creep / C'mon Everybody / Honky Tonk Woman / Stone Cold Fever / I Believe To My Soul / 30 Days in The Hole / Road Runner / Hallelujah, I Love Her So / I Don't Need No Doctor / Hot'n Nasty.
Hunter ian (mott the hoople)
ian hunter
lp [edizione] originale stereo usa 1975 columbia
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
prima stampa americana, copertina cartonata, etichetta rossa con scritto Columbia 6 volte lungo la circonferenza, catalogo PC 33480, con l' originario prefisso PC sia su copertina che su etichetta, copia priva dell' originaria inner sleeve. Pubblicato nell' aprile del 1975 prima di ''All american alien boy'' giunto al numero 21 delle charts Uk ed al mumero 50 di quelle Usa, il primo lp. Registrato agli Air Studios di Londra nel gennaio, febbraio e marzo del 1975, prodotto da Ian Hunter e Mick Ronson, suonato con Mick Ronson, Nill Price, Geoff Appleby, Denniss Elliott, Pete Arnesen, Johnny Gustafson. Dopo aver lasciato i Mott the Hoople all' inizio del 1975, Ian Hunter pubblico' questo suo primo lavoro solista, generalmente considerato come uno dei massimi esempi di glam rock di sempre; il disco contiene brani dalla carica emotiva potentissima, "The Truth, the Whole Truth, Nothing But the Truth" e "I Get So Excited" per esempio, non sono inferiori ai piu' considerati episodi dei Mott the Hoople, come splendide sono anche "Once Bitten, Twice Shy", "Boy" (dedicata a David Bowie), "It Ain't Easy When You Fall". Un lavoro memorabile, che chiude nel migliore dei modi la stagione classica del glam rock ed anticipa i suoni della fine del decennio.
I hate my village
I hate my village (ltd yellow)
Lp [edizione] nuovo stereo ita 2019 la tempesta
indie 2000
indie 2000
edizione limitata in vinile giallo di 300 copie. Pubblicato nel gennaio del 2019 dalla italiana La Tempesta, il primo album di questo supergruppo indie del Belpaese, formato dal batterista dei Calibro 35 e degli Afterhours, Fabio Rondanini, e dal chitarrista dei Bud Spencer Blues Explosion, Adriano Viterbini, ai quali si sono uniti Alberto Ferrari (Verdena), autore e cantante di quattro brani, e Marco Fasolo (Jennifer Gentle), qui nel ruolo di produttore. Una originale operazione musicale che si caratterizza per l'integrazione fra marcate influenze della musica rock e popolare africana da una parte e sonorità indie rock e modernamente psichedeliche dall'altra, ''I hate my village'' prende il suo titolo da un film orrorifico nigeriano di qualche decennio addietro ma, a parte questo ed il poco rassicurante artwork di copertina, le atmosfere non hanno molto a che spartire con quelle del cinema da brivido. Sia Rondanini che Viterbini sono sensibili alle sonorità emerse dall'Africa subsahariana a livello internazionale negli ultimi anni, ed entrambi hanno suonato dal vivo con artisti di quella regione quali Bombino e Rokia Traoré, e le sonorità mantriche e blues africane sono da loro integrate con un approccio talora stridente e quasi beefheartiano, il tutto immerso in atmosfere un po' ombrose, ma anche percorse da una vena spirituale.
Idles
Brutalism (5 years of - ltd red)
Lp [edizione] nuovo stereo uk 2017 partisan
indie 2000
indie 2000
ristampa limitata in vinile rosso e nuovo artwork in occasione del quinto anno dalla sua uscita. “Brutalism” (2017) è il disco esordio degli inglesi Idles, autodefinitisi “angry band”. L’album è il classico disco punk, con la tipica impronta british : sfrontatezza e rabbia. Con gli Idles si potrebbe parlare di una versione chitarristica degli Sleaford Mods.
Quintetto di Bristol, nato su iniziativa del cantante gallese Joe Talbot e del bassista Adam Devonshire, i cinque propongono un’ aggressiva ed originale miscela di post punk e di certo hardcore evoluto, dove accanto a brani veloci, tirati e granitici trovano spazio composizioni dalle dinamiche più articolate, con la baritonale ed urticante voce di Talbot a fare da perfetto megafono a testi che, con intelligenza e sarcasmo, dipingono un quotidiano dove noia, depressione, machismo, disillusione e xenofobia rendono la società inglese sempre più buia e chiusa.
Attivi dal 2009, dopo una lunga gavetta contraddistinta da una manciata di brani in formato digitale, di E.P. autoprodotti e da una intensa attività live, nel 2016 il 45 giri “Well done” , oggi rarissimo e carissimo pezzo da collezione, farà da preludio ed andrà poi a far parte dell’esordio “Brutalism”, uscito nel 2017. Il disco, già maturo e compatto, annovera tra i pezzi forti lo strepitoso anthem “Mother” , poi cavallo di battaglia nei loro infuocati live, uscirà anch’esso come singolo 7”, cosi come “Divide and conquer”. Il seguito “Joy as an act of resistance” -raramente titolo di un disco è stato così efficace nel sintetizzare l’attitudine di una band- uscito nel 2018 per la Partisan Records ( stessa etichetta che meno di un anno dopo pubblicherà l’esordio di un’altra “big thing”, i Fontaines D.C.), vede gli IDLES proseguire nel loro percorso con ancora più consapevolezza e include brani destinati a diventare loro classici come “Colossus”, I’m scum”, “Samaritans” e l’inno alla fratellanza “Danny Nedelko”. Sul finire di lato A l’intimità straziante di “June”, scritta da Talbot in conseguenza della perdita della figlia nata morta, spiazza e commuove gli ascoltatori. Per la prima volta trova posto anche una cover e sorprendentemente si tratta di una rivisitazione in stile Birthday Party di “Cry to me”, canzone soul resa celebre da Solomon Burke ad inizio anni ’60. L’album arriva a certificare gli IDLES come figura centrale della fervida nuova scena musicale inglese e fa proseliti di nuovi seguaci, scalando le classifiche di vendita inglesi fino al quinto posto. Ad ulteriore conferma dello stato di grazia della band, due ottimi inediti da “Joy as an act of resistance”, “Mercedes marxist” e “I dream guillotine”, usciranno in un 7” nell’agosto 2019. Fedele testimonianza delle loro adrenaliniche performance live e del feeling che i cinque sanno instaurare con il loro pubblico, il doppio album “A beatiful thing: IDLES live at le Bataclan” esce sul finire del 2019 e per i vecchi e i sempre più numerosi fan sarà l’unico modo per ascoltare un concerto degli IDLES per molto tempo, visto che di lì a poco il Covid fermerà la musica dal vivo in tutto il mondo.
Nel settembre 2020 esce l’attesissimo “Ultramono” e, se di base la ricetta vincente resta invariata, la musica degli IDLES appare capace di aprirsi a nuove sonorità –basti ascoltare la sorprendente “A hymn”- grazie anche al lavoro di due produttori come Adam Greenspan e Nick Launay e al prezioso apporto, tra gli altri, di David Yow (Jesus Lizard) e Warren Ellis che offre il suo contributo nella sincopata “Grounds”. Due i singoli estratti dall’album che escono su 7”: “Mr. Motivator” e “Model village”, per il quale il talentuoso regista francese Michel Gondry dirige un videoclip animato. “Ultramono” è la definitiva consacrazione della band, riuscendo nella impensabile – almeno fino a pochissimi anni prima- impresa di arrivare al primo posto di vendita nelle classifiche inglesi. (biografia a cura di Luca Bussagli)
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