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Ashby dorothy
Dorothy's harp (180 gr)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1969 music on vinyl
jazz
jazz
Ristampa in da 180 grammi del 2017 ad opera della Music On Vinyl, pressoche' identica alla rara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1969 dalla Cadet negli USA, uscito fra ''Afro-harping'' (1968) e ''The rubaiyat of Dorothy Ashby'' (1970), questo ''Dorothy's harp'' fu inciso ai Ter Mar Studios di Chicago nel marzo del 1969: l'arpista afroamericana era accompagnata da Odell Brown al piano elettrico Fender, ed in un paio di brani da Lennie Druss (flauto, oboe), oltre che da una sezione ritmica (con basso elettrico e batteria) non specificata. Prodotto ed arrangiato da Richard Evans, e' un album che ancora una volta stupisce e spiazza per la fluida mescolanza di stili e strumenti che sembrerebbero cosi' distanti: la maggior parte dei brani e' sostenuta da un solito e regolare groove elettrico funk e r'n'b, abbastanza rilassato pero', in modo da accompagnare la delicatezza delle melodie dell'arpa ed i discreti interventi solisti dei fiati; una manciata di episodi, come ''Reza'' e ''Canto de ossanha'', presentano chiare inflessioni brasiliane nei ritmi e nelle melodie. Molto bella la cover di ''By the time I get to Phoenix'' di Jim Webb, davvero suggestiva; accanto ad essa troviamo intepretazioni di pezzi come ''The fool on the hill'' dei Beatles e ''This girl's in love with you'' di Burt Bacharach, oltre ad alcune composizioni originali di Ashby. Una delle piu' considerate suonatrici di arpa in ambito jazz, Dorothy Ashby (1932-1986) proveniva da Detroit. Musicista creativa ed eclettica, non disdegno' di mescolare il jazz con influssi orientali e soul r'n'b; le sue prime incisioni come leader risalgono alla seconda meta' degli anni '50, ed e' stata anche una stimata strumentista in lavori di altri colleghi.
Ashford and simpson
Solid
Lp [edizione] originale stereo usa 1984 capitol
[vinile] Excellent [copertina] Excellent soul funky disco
[vinile] Excellent [copertina] Excellent soul funky disco
Copia ancora incellophanata e con adesivo sul fronte che indica la presenza delle hits "Solid" e "Outta the world", prima stampa USA, copertina con barcode, inner sleeve con testi ed artwork, label nera con bordo multicolore, catalogo ST-12366. Pubblicato nel 1984 dalla Capitol negli USA, dove giunse al primo posto nella classifica r'n'b ed alla 29esima posizione della billboard 200, e nel Regno Unito, dove si piazzò alla 42esima posizione, l'undicesimo lp in studio, successivo a "High-rise" (1983) e precedente "Real love" (1986). Uno dei loro lp di maggior successo, ancora una volta prodotto e composto dall'affiatata coppia, "Solid" esprime il sinuoso e levigato dance funk urbano dei primi anni '80 ed il fiorente soul / funk melodico e molto prodotto degli anni '80. La title track, accattivante mid tempo con ottime trame vocali, fu il loro più grande successo, arrivando al primo posto nella classifica dei singoli r'n'b ed alla 12esima posizione nella billboard hot 100. La coppia di coniugi afroamericani Nick Ashford (1942-2011) e Valerie Simpson, attiva artisticamente dalla prima metà degli anni '60, è rinomata per le composizioni scritte per altri artisti, diventate hits a partire da metà decennio: scrissero ''Let's go get stoned'', che fu un successo per Ray Charles nel 1966, quindi passarono alla Motown, scrivendo altri pezzi di successo per il duo Marvin Gaye / Tammi Terrell (''Ain't nothing like the real thing'', ''You're all I need to get by'') e per Diana Ross (''Reach out and touch somebody's hand''), poi negli anni '70 anche per Chaka Khan (''I'm every woman''); tuttavia, come Ashford & Simpson, hanno parallelamente condotto una carriera musicale autonoma, iniziando con tre singoli nel 1964, ma solo nel 1973 avrebbero dato un seguito su disco, pubblicando quell'anno il loro primo album ''Gimme something real''. I loro lp e singoli, fra soul melodico e levigato, r'n'b ammodernato e quiet storm, ottennero spesso rilevanti successi nelle classifiche r'n'b statunitensi durante gli anni '70 e '80.
Ashikawa satoshi
Still way
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1982 we release whatever the fuck we want
classica cont.
classica cont.
Ristampa del 2019 ad opera della We Release Whatever The Fuck We Want, la prima in assoluto in vinile e pressoché identica alla rarissima e ricercata prima tiratura; inserto con note a cura di Midori Takada, Gareth Quinn Redmond e dello stesso Satoshi Ashikawa. Originariamente pubblicato nel 1982 solo in Giappone dalla Sound Process, il leggendario album del compositore nipponico Satoshi Ashikawa, autore di tutte le musiche, inciso da Midori Takada (vibrafono), Yuko Utsumi (arpa), Tomoko Sono (pianoforte) e Masami Ashikawa (flauto). Apprezzatissimo lavoro di culto, sconosciuto ai più, "Still way" fu pubblicato nell'ambito della serie Wave Notation, che includeva anche l'album "Music for nine postcards" di Hiroshi Yoshimura, che peraltro è l'autore dell' artwork di questo disco di Ashikawa. L'album è considerato una mirabile sintesi di ambient e minimalismo, espressa con un linguaggio musicale che non è meramente derivativo dalle sperimentazioni occidentali (sebbene influenzato dai lavori di Eno e Satie), ma che suona prettamente giapponese: le melodie di flauto e di piano, ad esempio, richiamano fortemente il lato più contemplativo della musica tradizionale giapponese, sposate ad un approccio essenziale e minimalista, immerse in un'atmosfera di pace e di armonia. Un'opera da riscoprire.
Askew ed
london (ltd. white vinyl, rsd 2018)
LpM [edizione] nuovo stereo eu 2018 tin angel
rock 60-70
rock 60-70
EDZIONE LIMITATA DI 300 COPIE, IN VINILE BIANCO, REALIZZATA IN OCCASIONE DEL RECORD STORE DAY DELL' APRILE 2018, adesivo di presentazione sul cellophane. Pubblicato per la prima volta in questa occasione dalla Tin Angel, questo minialbum di Ed Askew (r.i.p.), pubblicato tra gli albums "Art and Life" (2017) e "2020" (2020), contiene sei brani, registrati in un unico pomeriggio da Askew (voce, armonica) con i due Trembling Bells Mike Hastings alla chitarra e Alex Neilson alla batteria, Tyler Evans dei Black Swans al basso, Jay Pluck al piano, Jordan Hunt al violino. Disco molto bello ed ispirato, intriso di struggente malinconia, propone brani nuovi e nuove versioni di brani gia' registrati da Ed Eskew: "Little Eyes" era stata registrata per un album che avrebbe dovuto essere pubblicato nel 1970 ma sarebbe uscito solo nel 2003 con titolo appunto "Little Eyes", e ripropone anche in questa versione l' arcano incanto delle prime incisioni di Askew, "Coast To Coast", "Little Clouds" e "Starlight in Brooklyn" sono preziosi inediti, che dimostrano come l' ispirazione di questo artista non si sia affatto sopita con lo scorrere del tempo (e lo dimostrano ampiamente tutti i suoi dischi), la magnifica "Ask the Unicorn", che nel 1968 aveva dato il titolo al primo e per lungo tempo unico album, resta magnifica, acquisendo in questa nuova versione un ulteriore spessore, intensa e sofferta, infine "Radio Rose", che nel 1997 aveva aperto l' album del ritorno "Little Houses", divenendo nel tempo uno dei brani piu' amati di Askew, chiude nel migliore dei modi un preziosissimo minialbum, in cui i musicisti riescono a dare tutti un grande contributo con arrangiamenti, acustici, che lasciano sempre in primo piano la voce di Ed ed i suoi brani, splendidi esempi di un cantautorato folk autunnale e malinconisco, talora davvero struggente. Questo oscuro cantautore, poeta e pittore americano (1940-2025) e' ricordato dal punto di vista musicale per il suo unico cult album ''Ask the unicorn'', uscito nel 1969 su ESP, lavoro caratterizzato anche per l'uso del tiple, una chitarra di dimensioni ridotte particolarmente difficile da suonare; lo sforzo profuso nel suonare lo strumento aveva effetto anche sul canto di Askew, rendendo ulteriormente originale la sua musica. Dopo questo lavoro Askew realizzo' una rara cassetta, ''Imperfection'', nel 1984. Askew rimarra' a lungo senza pubblicare nuovo materiale, ma negli anni 2000 riprendera' ad incidere ed a far uscire interessanti dischi.
Asoka
take off (+ booklet)
Lp [edizione] originale stereo swe 1972 mellotronen
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
L' originale rara stampa, realizzata dall' etichetta svedese Mellotronen el 2005, edizione limitata per audiofili, vinile pesante, copertina lucida seza arcode, completa di libretto fotografico di 8 pagine ricco di note e foto, catalogo MELLOLP 4. Il disco contiene otto brani inediti, registrati dal 1968 al 1973; nella prima facciata cinque brani degli Asoka relativi a due incarnazioni della band successive a quella dell' uico alum "Asoka" del 1971 ("The Seeker", "At El-Yago 9-3", poi riregistrata per l' album a nome Lotus uscito nel 1974, una cover di "Ohio" di Neil Young, "Mama" e "Southern Comfort"), nella seconda facciata i brani "I Need Your Love" e "Another Kind of Love" sono registrati dal vivo nel 1968 dai Taste of Blues, formazione in cui militavano il batterista ed il tastierista poi negli Asoka, e "Take Off Jam" e' l' unica registrazione esistente degli effimeri Take Off, nati dalle ceneri dai Taste of Blues prima della metamorfosi in Asoka. Gli Asoka si formano nel 1971 sulle ceneri dei leggendari Taste of blues, autori di un album nel 1969; la loro musica, basata sull' organo hammond, le percussioni e micidiali riffs distortissimi di elettrica, era fortemente influenzata dall'hard rock, ma con venature assolutamente nordiche e reminiscenze psichedeliche west coast e a tratti del primo Santana. Dopo un lungo periodo di tours e la registrazione di alcuni brani, tra di essi quelli che comporranno questo maestoso esordio, il gruppo si scioglie ed i membri si dedicano ad altri progetti tra i quali la nascita dei Lotus. Nel 2004, tre dei componenti originari si riuniscono per formare una blues band creata soltanto per puro divertimento. Durante una esibizione live al festival "Rock at Sea", in cui suonano anche altri gruppi Svedesi del passato, nasce l' idea della rinascita degli Asoka, e la band si riforma. Insieme ai tre componenti originari vi sono due nuovi chitarristi, gia' nella blues band, e un nuovo cantante. Nel 2005 esce l' album "Take Off", con materiale tratto dai demos registrati da uno dei vecchi membri tra il 1979 ed il 1989; i "nuovi" Asoka hanno un fortissimo legame con i vecchi e il gruppo li tratta come un vecchio scheletro al quale fornire nuova vita, nello spirito che ha contraddistinto il loro suono degli anni d'oro. Suonando, nuovi brani vengono composti, e nell'estate del 2007 i nuovi ASOKA sono pronti per entrare in studio e registrare un inaspettato e sorprenente nuovo capitolo, che esce nel 2008 con titolo "36 year later", a cui seguiranno altri lavori.
Astatke mulatu
Mulatu of ethiopia (remastered)
Lp [edizione] nuovo stereo uk 1972 strut / worthy
world
world
Ristampa del 2022, rimasterizzata, copertina senza codice a barre pressoche' identica alla prima rara tiratura. originariamente pubblicata nel 1972 dalla Worthy. Un disco molto eclettico per il grande musicista etiope, in cui si alternano o si incontrano funk, soul jazz, fusion, squarci free jazz (in ''Dewel''), il tutto reso piu' omogeneo dal costante effetto ipnotico e circolare portato dalla musica etiope. Questa la scaletta: ''Mulatu'', ''Mascaram setaba'', ''Dewel'', ''Kulunmanqueleshi'', ''Kasalefkut-hulu'', ''Munaye'', ''Chifara''. Musicista importante nell'ambito del jazz etiope, di cui e' considerato uno dei fondatori, Mulatu Astatke ebbe la possibilita' di formarsi musicalmente a Londra e negli Stati Uniti, studiando negli anni '60 presso quello che sarebbe poi diventato il Berklee College Of Music di Boston; successivamente e' attivo a New York con il suo gruppo jazz Ethiopians, con il quale comincia a sviluppare la sua idea di ''ethio jazz'', incrociando jazz, musica latina ed etiope. Tornato in patria alla fine del decennio, inserisce elementi soul e funk nella sua musica e diventa uno dei musicisti piu' influenti dell'Etiopia. Viene ''riscoperto'' all'inizio del nuovo secolo in seguito all'inserimento di alcuni dei suoi brani nella colonna sonora del film ''Broken Flowers'' di Jim Jarmush.
Aswad
Aswad (+2 tracks)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1976 island
reggae
reggae
Ristampa del 2023, edizione limitata in vinile 180 grammi, copertina pressoche' identica alla prima tiratura, ma due tracce aggiunte per l' occasione ("Three Babylon", uscita solo su singolo nel 1976, e "Three Babylon - Dub Mix", versione dub dello stesso brano uscita solo a scopo promozionale). Originariamente pubblicato nel 1976 dalla Island, il primo, classico album degli Aswad, precedente ''Hulet'' (1978). Prodotto dal gruppo insieme a Tony Platt, e' ancora considerato uno dei migliori lp degli Aswad, grazie ad un efficacissimo roots reggae dalle ispirate prove vocali, sostenute da un sound tipicamente roots, caldo e dalle atmosfere spirituali, con le chitarre liquefatte che danno tocchi quasi psichedelici ad alcuni episodi come ''I a rebel soul'' ed un forte sentore di dolente blues in piu' di un episodio. Questa la scaletta: ''I a rebel soul'', ''Can't stand the pressure'', ''Ethiopian rhapsody'', ''Natural progression'', ''Back to africa'', ''Red up'', ''Ire woman'', ''Concrete slaveship''. Uno dei piu' famosi gruppi reggae/dub inglesi, gli Aswad si formarono nel 1975 a Ladbroke Grove, Londra, inizialmente come quintetto, poi ridottisi a trio, di musicisit di origini afrocaraibiche. La loro lunga carriera li ha visti prima fra gli alfieri del roots reggae, poi aperti ad incroci con dancehall e pop, ma il gruppo e' stato fin dalle origini eclettico nella sua ispirazione, con elementi funk e soul che si intrecciavano con gli stili di derivazione giamaicana. Furono il primo gruppo reggae britannico a firmare per una major, nel 1976, ed il loro pimo singolo ''Back to Africa'' fu immediatamente una hit, arrivando in testa alla classifica reggae d'Albione.
Auger brian & oblivion express
a better land
Lp [edizione] ristampa stereo eu 1971 soul bank music
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Ristampa del 2023, rimasterizzata, copertina apribile pressoche' identica alla prima rara tiratura. Pubblicato dalla Rca nel 1971 dopo ''Brian Auger's Oblivion Express'' e prima di ''Second Wind'', il secondo album. Opera che vede l' ascesa del chitarrista Jim Mullen che scrive da solo o con Auger sette brani dei nove compresi nell'album, oltre ad arrangiare il traditional "Marai's Wedding", mentre Auger compone la sola "Tomorrow City", oltre ai due brani in coppia con Mullen. Il disco e' molto vicino nei suoni e nelle atmosfere al predecessore del 1971; musicalmente vi sono in evidenza le chitarre acustiche, melodie country e classico rock, come in "Dawn of Another Day", "Trouble" e "Women of the Seasons", ed altre in cui il jazz di base si fonde con il pop ed il R&B. "A Better Land"" e' considerato dalla critica uno dei piu' raffinati e sofisticati lavori pop della sua era, e dimostra come gli Oblivion Express siano capaci di ogni impresa e di confrontarsi con ogni genere; considerato uno dei piu' rappresentativi lavori dell' intera carriera di Brian Auger, e' certamente uno dei capitoli piu' essenziali dell' anno 1971. I Brian Auger's Oblivion Express si formano nella seconda meta' del 1970, dopo lo scioglimento dei Brian Auger And The Trinity; il nome del gruppo riflette l' aspettativa di Auger secondo la quale il nuovo gruppo avrebbe avuto vita molto breve per poi finire dimenticato, invece gli Oblivion Express si riveleranno essere il suo progetto piu' longevo. Il gruppo proponeva un accativante jazz rock lontanamente somigliante ai coevi lavori di Santana.
Auger brian & oblivion express
Second wind
Lp [edizione] ristampa stereo eu 1972 soul bank music
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Ristampa del 2023, rimasterizzata, copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura. Pubblicato in Inghilterra su Polydor ed in Usa su Rca nel 1972 dopo''A better land'' e prima di ''Closer to it", giunto al numero 45 delle classifiche usa ed al numero 65 di quelle Uk, il terzo album del grande organista britannico con gli Oblivion Express. Nel 1972 avvenne il primo cambio di formazione negli Oblivion Express, quando Alex Ligertwood entro' nella band, e "Second Wind" fu il primo album con il nuovo cantante. L' opera combia in maniera magistrale le due facce del gruppo, quella jazz e quella pop, con un Auger in forma eccezionale, sia come arrangiatore che come musicista ed un Ligertwood che fornisce anche un prezioso contributo compositivo, autore della maestosa iniziale "Truth", con una groove funky, jazzy che ispirera' tutta la produzione futura di Auger, e coautore di altri due brani, tra cui la celeberrima "Freedom Jazz Dance", coverizzata da centinaia di artisti, dai War ai Beastie Boys, e pietra d'angolo del "groove jazz". Un album straordinario ed un capitolo memorabile nalla vicenda della Oblivion Express. Immancabile. I Brian Auger's Oblivion Express si formano nella seconda meta' del 1970, dopo lo scioglimento dei Brian Auger And The Trinity; il nome del gruppo riflette l' aspettativa di Auger secondo la quale il nuovo gruppo avrebbe avuto vita molto breve per poi finire dimenticato, invece gli Oblivion Express si riveleranno essere il suo progetto piu' longevo. Il gruppo proponeva un accativante jazz rock lontanamente somigliante ai coevi lavori di Santana.
Auger brian & trinity
definitely what! (italian sleeve)
Lp [edizione] originale stereo ita 1968 ricordi
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
la bella e rara prima stampa italiana, con copertina totalmente diversa da quella della versione inglese del disco, copertina cartonata e laminata fronte e retro, etichetta nera con scritte argento, con "small deep groove", catalogo SLIR 22.026, data sul trail off dei due lati "18-11-68", con marchio "D.R." stampato sull' etichetta a destra, naturalmente senza marchio ne' timbro Siae (che subentrera' dal '70). Pubblicato in Inghilterra nel 1968 dopo ''Open'' e prima di ''Streetnoise'', non entrato nelle classifiche Uk ne' in quelle Usa. Il secondo album. Accreditato a Brian Auger & The Trinity, e' in realta' il primo vero ''solo'' di Brian Auger, infatti, anche se il disco e' accreditato a Brian Auger and the Trinity, non vede la presenza di Julie Driscoll. Auger domina il disco completamente, non solo come organista ma anche come compositore e cantante, l' opera ha un suono originalissimo, una sorta di versione progressive del grande George Fame, anche se nel brano che da' il titolo all' album, il piu' lungo ed ambizioso, alcuni critici hanno letto una infatuazione per Ronald Kirk; ulteriore carattere conferisce la rilettura di "A Day in the Life" arrangiata con un'orchestra a base di fiati e archi. le classiche influenze soul-rock di Brian Auger sono tuttavia ancora presenti ed evidenti, specie nelle covers, scelte questa volta da Booker T, Wes Montgomery, Mose Allison. Nato in India nel 1939, l'inglese Brian Auger cresce a Londra e non ancora ventenne suona il pianoforte nei club della città, formando poi il suo trio nel 1962, facendosi notare come una giovane stella del jazz londinese solo due anni dopo. Già nel 1964 opta per la musica elettrica, adottando poco dopo l'organo Hammond, strumento al quale legherà gran parte della sua carriera e di cui diventerà uno dei più grandi maestri. Steampacket, Trinity e Brian Auger's Oblivion Express sono gruppi con i quali Auger è fra i protagonisti della swingin' London negli anni '60 e poi del jazz rock inglese nel decennio successivo, diventando un'icona dell'epoca insieme alla grande cantante Julie Driscoll, con la quale spesso collabora nei gruppi sopra citati.
Auger brian & trinity
definitely what! (italian sleeve)
Lp [edizione] originale stereo ita 1968 ricordi
[vinile] Good [copertina] Good rock 60-70
[vinile] Good [copertina] Good rock 60-70
la bella e rara prima stampa italiana, con copertina totalmente diversa da quella della versione inglese del disco, copia con diversi segni di invecchiamento sulla copertina e moderati segni di invecchiamento sul vinile, che pero' presenta un certo fruscio piu' o meno costante, copertina cartonata e laminata fronte e retro, etichetta nera con scritte argento, con "small deep groove", catalogo SLIR 22.026, data sul trail off dei due lati "18-11-68", con marchio "D.R." stampato sull' etichetta a destra, naturalmente senza marchio ne' timbro Siae (che subentrera' dal '70). Pubblicato in Inghilterra nel 1968 dopo ''Open'' e prima di ''Streetnoise'', non entrato nelle classifiche Uk ne' in quelle Usa. Il secondo album. Accreditato a Brian Auger & The Trinity, e' in realta' il primo vero ''solo'' di Brian Auger, infatti, anche se il disco e' accreditato a Brian Auger and the Trinity, non vede la presenza di Julie Driscoll. Auger domina il disco completamente, non solo come organista ma anche come compositore e cantante, l' opera ha un suono originalissimo, una sorta di versione progressive del grande George Fame, anche se nel brano che da' il titolo all' album, il piu' lungo ed ambizioso, alcuni critici hanno letto una infatuazione per Ronald Kirk; ulteriore carattere conferisce la rilettura di "A Day in the Life" arrangiata con un'orchestra a base di fiati e archi. le classiche influenze soul-rock di Brian Auger sono tuttavia ancora presenti ed evidenti, specie nelle covers, scelte questa volta da Booker T, Wes Montgomery, Mose Allison. Nato in India nel 1939, l'inglese Brian Auger cresce a Londra e non ancora ventenne suona il pianoforte nei club della città, formando poi il suo trio nel 1962, facendosi notare come una giovane stella del jazz londinese solo due anni dopo. Già nel 1964 opta per la musica elettrica, adottando poco dopo l'organo Hammond, strumento al quale legherà gran parte della sua carriera e di cui diventerà uno dei più grandi maestri. Steampacket, Trinity e Brian Auger's Oblivion Express sono gruppi con i quali Auger è fra i protagonisti della swingin' London negli anni '60 e poi del jazz rock inglese nel decennio successivo, diventando un'icona dell'epoca insieme alla grande cantante Julie Driscoll, con la quale spesso collabora nei gruppi sopra citati.
Auger brian and julie driscoll and trinity
jools and brian
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1971 charly
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa del 2024, copertina esclusiva, corredata di inner sleeve. Pubblicato in Inghilterra nel luglio 1968 su Music For Pleasure, prima di "Streetnoise" e dopo "Don't send me no flowers'', non entrato nelle classifiche Uk ne' in quelle Usa (dove usci' con copertina completamente diversa su etichetta Capitol). Album contenente incisioni che vanno dal 1965 al 1967, fu il debutto americano dei Trinity di Brian Auger. E' ovviamente un album assai frammentario, visto il raggio temporale di due anni relativo alle registrazioni; pubblicato in Inghilterra dalla etichetta specializzata in stampe economiche ''Music for pleasure'', contiene inediti brani solisti di Julie Driscoll alternati ad incisioni effettuate da Auger e la Trinity, e vede la presenza di alcuni dei brani piu' riusciti e classici dell'intera storia dei due, dalla hit solista della Driscoll "I Know You Love Me Not." definito dalla critica all'epoca della sua uscita '' psychedelic Phil Spector'' ed indicato da artisti del calibro di Dusty Springfield ed Annie Lennox come una delle loro incisioni preferite, a "Kiko" , uno dei vertici del jazz rock fusion Inglesi di ogni tempo, passando per "Didn't Want To Have To Do It," , che rende la versione originale di John Sebastian pallida ed anemica. Certamente uno dei migliori piu' esemplificativi raffinati e sottovalutati albums della sua epoca, vede un Bria Auger in forma eccezionale ed in completo mood swinging-jazz . uno dei piu' riusciti lavori della coppia ed un assoluto classico masterpiece della intera era della swinging London .
Aunt sally (phew)
Aunt sally (white vinyl + bonus tracks)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1979 klimt
punk new wave
punk new wave
Vinile da 140 grammi di colore bianco, copertina senza codice a barre. Ristampa del 2025 ad opera della Klimt, pressoché identica alla rarissima e ricercata prima tiratura, ma con tre bonus tracks, poste alla fine della seconda facciata ("Aunt sally (live)", "Cool cold (live)" e "Loreley (live)"). Originariamente pubblicato nel 1979 dalla leggendaria label indipendente Vanity solo in Giappone, l'unico rarissimo album degli Aunt Sally, gruppo avant-punk e new wave di Osaka, attivo nei tardi anni '70 e fronteggiato dalla cantante Hiromi Moritani, meglio nota (anche in Occidente) come Phew. Gli Aunt Sally propongono una musica originalissima, che fonde una sensibilità pop eccentrica e stralunata con richiami alla melodia della canzone popolare nipponica travisati da un approccio anticonvenzionale, e con le trame avvolgenti ed ombreggiate della new wave più notturna, ma anche i toni visionari ed ipnotizzanti della psichedelia, pur espressa con un suono che pochi o punti legami mantiene con gli anni '60, se non nello spirito di esplorazione di nuovi confini. Originaria di Osaka, Hiromi Moritani, in arte Phew, è una delle artiste giapponesi più originali ed avventurose della sua generazione. Affascinata dalla sottocultura punk 77ettina, con la quale entrò in contatto a Londra nello stesso 1977, al suo ritorno in Giappone formò uno dei più interessanti gruppi punk nipponici, gli Aunt Sally, autori di un album eponimo nel 1979, e poi scioltisi di lì a poco. Phew avviò presto la carriera solista, debuttando nel 1980 con il singolo "Urahara", prodotto da Ryuichi Sakamoto, estimatore degli Aunt Sally; nel 1981 uscì il suo primo eponimo album, un affascinante lavoro che armonizzava influssi elettronici, krautrock e post punk, inciso in Germania nello studio di Conny Plank con la sezione ritmica dei Can, Holger Czukay e Jaki Liebezeit, e quest'ultimo prese parte alle lavorazioni anche del terzo album della cantante, "Our likeness" (1992), insieme ad Alexander Hacke (Einsturzende Neubauten) e Chrislo Haas (D.A.F.). In seguito è cofondatrice del supergruppo underground nipponico Novo Tono, insieme a membri dei Boredoms e di altri progetti indipendenti giapponesi, e porta avanti la sua carriera solista con una nutrita discografia, ancora in divenire nei primi decenni del XXI secolo.
Autechre
Confield
lp2 [edizione] nuovo stereo uk 2001 warp
indie 90
indie 90
Vinile doppio, inner sleeves. Pubblicato dalla Warp nel 2001, ''Confield'' e' il sesto album degli Autechre, uscito dopo ''Lp5'' (1998) e prima di ''Draft 7.30'' (2003). Gli Autechre propongono qui uno dei loro album piu' rarefatti e cerebrali: ''Confield'' e' anche caratterizzato da una certa malinconia che traspare in alcuni brani, quasi sommersa dalla tipica freddezza della musica usualmente creata dal gruppo. Si tratta anche di un album dai toni rilassati rispetto a precedenti produzioni degli Autechre, dalle melodie scarne ed essenziali e dai ritmi che emergono lentamente dal nulla. Elettronica da ascolto, decisamente fuori dai circuiti commerciali. Duo di musicisti elettronici di Manchester, formato da Sean Booth e Rob Brown, gli Autechre sono, al pari di Aphex Twin e Boards Of Canada, fra i massimi esponenti della musica elettronica dagli anni '90 in poi, realizzando una techno complessa e cerebrale ma ricca di spunti anche sotto l'aspetto ritmico; il loro stile e' stato definito da alcuni "ambient-techno". Album come ''Incunabula'' (1993) e ''Tri-repetae'' (1995) sono considerati fra i loro principali.
Automatic man
Automatic man (embossed sleeve + poster)
Lp [edizione] originale stereo ita 1976 island
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Prima stampa italiana, corredata dal grande poster apribile a colori, copertina con parti in rilievo embossed sul fronte, inner sleeve con artwork e testi, etichetta Island arancio con ring azzurro e palma verde, e piccola testa di alieno in alto (quest'ultimo è il logo degli Automatic Man), catalogo ILPS19397, timbro Siae del secondo tipo, in uso tra il '75 ed il '78/79, con marchio Siae che ne occupa ancora l' intero cerchio centrale. Pubblicato nel 1976 dalla Island nel Regno Unito e negli USA, il primo album, precedente "Visitors" (1977). L'unico loro lp inciso con la formazione originale, "Automatic man" è un lavoro dal sound avvolgente e ricco di sfumature stilistiche: qui si fondono il jazz rock, una forma morbida di space rock e progressive, il funk e richiami alla canzone pop raffinata ed atmosferica. Le loro sonorità sono rotonde e dilatate, richiamando il lato più spaziale e meditativo del Santana di "Caravanserai" e "Welcome" ma senza le inclinazioni latine. Gli Automatic man furono un gruppo della Bay Area californiana, attivo per un breve periodo nella seconda metà degli anni '70, la cui formazione originaria era composta dal batterista Michael Shrieve, ex Santana, dal chitarrista Pat Thrall (poi con la Pat Travers Band e con gli Hughes / Thrall, fra gli altri), dal compositore e tastierista Bayete (aka Todd Cochrane, autore di due oscuri albums di orientamento jazz e fusion nella prima metà degli anni '70) e dal bassista Doni Harvey; Shrieve e Thrall avevano recentemente suonato insieme anche nel supergruppo Go di Stomu Yamashta. Il loro primo eponimo album rivela uno stile eclettico e ricco di sfumature, che fonde jazz rock, art rock, raffinata canzone pop e funk. Il successivo album "Visitors" (1977) fu inciso con una formazione rimaneggiata che manteneva i soli Bayete e Thrall di quella originale, supportati da una nuova sezione ritmica, e con un sound più incline al funk e più accessibile.
Avalanches
Since i left you
Lp2 [edizione] nuovo stereo eu 2000 xl recordings
indie 2000
indie 2000
ristampa con copertina apribile pressochè identica all'originale, doppio vinile.
Il primo storico album. Gli Avalanches sono un gruppo australiano di musica elettronica emerso nel 2000 con il folgorante "since I left you", album composto da centinaia di samples tratti perlopiù da dischi recuperati nei mercatini locali, rielaborati in una gustosa visione retrò amalgamato al suono "clubbing" più scuro ed intenso del periodo. Dopo il disco torneranno sulle scene solo sedici anni dopo.
Avvoltoi
Il nostro e' solo un mondo beat
lp [edizione] nuovo stereo eu 1988 kungfoo cowboy
punk new wave
punk new wave
Ristampa del 2025, copertina senza barcode, pressoche' identica alla prim arara tiratura, del primo delizioso album del quintetto garage beat bolognese, pubblicato nel 1988 per la fiorentina Contempo dopo il primo entusiasmante 7" ep "Questa Notte", uscito su Toast Records nel 1987. Inserito dallo staff della rivista Rumore tra i 50 dischi italiani fondamentali degli anni '80, "Il Nostro e' Solo Un Mondo Beat" e' una impagabile gemma di puro 60's beat ispirato ai tanti piu' o meno oscuri gruppi italiani che intorno alla meta' degli anni '60 avevano creato una scena nel nostro paese ricchissima e vitale, ispirata ovviamente a quella dei contemporanei gruppi anglo-americani, ma nonostante cio' dotata di peculiarita' sue proprie, accentuate dall' utilizzo della lingua italiana, che ovviamente anche gli Avvoltoi adottano con risultati strepitosi. Prodotto da Franco Serena (ex Ranger Sound / Ragazzi dai Capelli Verdi!), l' album trasuda passione autentica attraverso i suoi 10 episodi, in cui l' illusione di essere tornati indietro fino alla magia dei 60's e' quasi perfetta, con una quasi onnipresente tastiera Farfisa ad accompagnarci in questo viaggio, tra cui le riuscite covers di "Paint It Black" degli Stones che diventa "Tutto Nero" (strepitosa!), di "Gloria" dei Them e di "Hey Joe", ma e' soprattutto attraverso i brani originali che il gruppo, capeggiato da Moreno Spirogi e da Ninfa, dimostra la sua irresistibile verve: "Il Nostro e' Solo Un Mondo Beat", "Gli Avvoltoi Sono Qua" e la nuova versione di "Questa Notte", in particolare, si imprimono indelbilmente nella memoria, veri "anthems" che resteranno i definitivi classici della band negli anni a venire, nonostante una manciata di singoli ed un album pubblicati dopo questo disco. Imperdibile!
Ayers kevin
bananamour (remastered)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1973 esoteric
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa del 2025, rimasterizzata presso gli Abbey Road Studios, copertina apribile pressoche' identica alla prima rara tiratura. Pubblicato in Inghilterra dalla Harvest nel maggio del 1973 dopo ''Whathevershebringswesing'' e prima di ''The confessions of dr.dream'', non entrato nelle classifiche Uk ne' in quelle Usa. Il quarto lp. Considerato dalla critica come il suo lavoro piu' maturo ed allo stesso tempo accessibile, Ayers e' supportato ora da Archie Leggett e dal batterista Eddie Sparrow , ma al disco collaborano anche Dave Bedford ("Beware of the Dog"), Steve Hillage ("Shouting in a Bucket Blues"), Robert Wyatt ("Hymn") e Mike Ratledge ("Interview"). il disco si muove in territori che vanno dalla psychedelia alla canzone d'autore al pop/blues che trovano in "Decadence" il punto centrale di unione, quasi progressive e brano che incorpora e centrifuga tutte le pulsioni ed influenze tipiche della musica del chitarrista e che aprira' la strada alla svolta dell'anno successivo di "Confessions of Dr. Dream" , da non dimenticare il contributo di Liza Strike, Doris Troy e Barry St. John. che donano un tono quasi-gospel, specie in "When Your Parents Go to Sleep" sara' anche l'ultimo lavoro pubblicato per la EMI/Harvest e le idee contenute in questo Bananamour, saranno quelle che caratterizzeranno la nascita della fase prog rock blues che sara' la base della sua produzione della seconda meta' del decennio.
Ayers kevin
whatevershebringswesing (remastered)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1972 esoteric
rock 60-70
rock 60-70
Ristampa del 2024, rimasterizzata, copertina apribile pressoche' identica alla prima rara tiratura. Pubblicato in Uk dalla Harvest nel gennaio del 1972 dopo ''Shooting at the moon'' e prima di ''Bananamour'', non entrato nelle classifiche inglesi ne' in quelle Usa. Il terzo album. Registrato con una formazione ancora piu' numerosa che nel precedente e' l' ultimo lavoro del primo periodo, termina con questo lp infatti la collaborazione con David Bedford e Mike Oldfield, il disco e' un esempio di fusione tra Canterbury sound, folk lunatico e sperimentazione; oltre ai succitati Oldfield e Bedford, vi suonano Didier Maleherbe, Dave Dufort, ROBERT WYATT, Gerry Fields, Tony Carr, William Murray e Johnny Van Derek. Album melanconico e riflessivo, contiene brani piu' essenziali e meno progressive dei precedenti e pur non entrando in classifica fu il suo piu' venduto fino a quel momento, contiene molti brani splendidi, "There Is Loving" suite che ricorda i giorni dei Soft Machine con le orchestrazioni di Dave Bedford, "Among Us" , "Stranger in Blue Suede Shoes," considerato da molti critici come il suo brano piu' riuscito in assoluto, "Oh My"e "Champagne Cowboy Blues", "Song From the Bottom of a Well" , "Lullaby", che ricorda nelle atmosfere i King Crimson di ''In the Wake of Poseidon''. Whatevershebringswesing e' la perfetta via di mezzo tra il primo periodo, quello sperimentale ed anarcoide di ''Joy of a toy'' e ''Shooting at the moon'' e quello piu' intimista e rilassato che culminera' in Bananamour ed in ''The Confessions of Dr. Dream'', album che concludera' la fase piu' interessante della carriera di Ayers.
Ayers roy
Africa, center of the world
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1981 polydor
soul funky disco
soul funky disco
Copertina senza codice a barre. Ristampa pressoché identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1981 dalla Polydor nel Regno Unito e negli USA, dove arrivò al 197esimo posto in classifica, questo album uscì dopo "Love fantasy" (1980) e prima di "Feeling good" (1982). Inciso da Ayers (voce, piano elettrico, clavinet, marimba) con Peter Brown (basso), Weldon Arthur Douglas III (quica), Omar Hakim (batteria), Quintin Dennard (batteria), Steve Cobb (batteria), Harold Land Jr. (piano elettrico), Lesete Wilson (piano elettrico), Dennis Armstead (armonica di vetro), Jeffery Quiton (chitarra), Chuck Anthony (chitarra), Jaymz Bedford (voce, clavinet, sintetizzatore ARP, campane), William Allen (marimba, campane, shekere) e Dom Um Romao (percussioni), oltre che con un vasto cast di cantanti e voci narranti, "Africa, center of the world" è un lavoro fortemente ispirato dall'Africa, a partire dallo artwork di copertina e dagli eloquenti titoli dei brani, ma anche dal punto di vista musicale si avvertono evidenti influssi dello afrobeat in alcuni episodi, come nel caso della title track, che si alternano o si sintegrano altrove con un elegante intreccio fra funk, r'n'b e jazz fusion melodica. Il vibrafonista Roy Ayers, nato nel 1940 a Los Angeles, California, è considerato tra i padri dell' acid jazz. Già da tempo musicista tra i più richiesti della scena jazz weastcoastiana del periodo, Ayers aveva pubblicato ben cinque albums solisti tra il '63 ed il '69, collaborando nel frattempo con artisti di spicco quali Jack Wilson, Gerald Wilson, Herbie Mann, Ron Carter ed Herbie Hancock. Gli anni '70 lo vedranno spostarsi gradualmente dal jazz alla fusion, al funk ed allo r'n'b (anche con il suo gruppo Ubiquity); una svolta all'epoca criticata ma rivelatasi in seguito molto influente su correnti musicali come l'acid jazz.
Ayler albert
Bells (+ bonus track)
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1965 esp
jazz
jazz
Ristampa con copertina senza codice a barre, pressoché identica alla rarissima prima tiratura, ma con una bonus track, "Vibrations aka (tune Q)2", registrata il 10/7/64. Originariamente pubblicato nel 1965 dalla Esp, registrato dal vivo alla Town Hall di New York il primo di maggio del 1965 da Albert Ayler (sax), Donald Ayler (tromba), Charles Tyler (sax alto), Lewis Worrell (contrabbasso) e Sonny Murray (batteria), uno dei primi e più dirompenti album del grande sassofonista. "Bells" inciso solo su di una facciata nella sua prima tiratura, contiene un solo lungo brano di venti minuti, una vera e propria odissea nel meandri del free jazz pù estremo, una prova dal sound lancinante e lacerato, ma anche animata da una vitalità incontrollabile e da una feroce volontà espressiva corale. Il concerto, che ebbe luogo poche settimane dopo l'assassinio di Malcolm X, sembra percorso da una vena rabbiosa e potentemente emotiva, questo non è free jazz cerebrale ed astratto anche se potrebbe sembrarlo, ma è piuttosto una musica viscerale e pervasa da una grande e forse disperata volontà di comunicare. Albert Ayler (1936-1970) e' stato tra i massimi e piu' influenti esponenti del free jazz. Musica dalla liberta' formale ed estetica, che si rifa' consapevolmente alla improvvisazione ed alle tonalita' tipiche della musica afroamericana delle origini, costantemente rivolta alla rivisitazione della musica religiosa del gospel, dello spiritual ma, soprattutto, del primo rhythm 'n' blues sul quale Ayler si era formato (a differenza di gran parte dei suoi colleghi le cui radici musicali affondavano nel be bop). La musica di Ayler si esprime attraverso un amore sviscerato per le origini e le radici africane, per le strutture poliritmiche, per la riappropriazione del puro elemento ritmico, divenendo cosi' un percorso a ritroso nella storia della cultura afroamericana, espressa in una versione moderna, dinamica, concettuale della nuova realta' degli afroamericani.
B-52's
mesopotamia (prod. by david byrne, ltd. 40th anniversary splatter)
Lp [edizione] nuovo stereo can 1982 warner records
punk new wave
punk new wave
Ristampa del 2022, EDIZIONE LIMITATA, REALIZZATA IN OCCASIONE DEL 40ESIMO ANNIVERSARIO DALL' USCITA ORIGINARIA, IN VINILE TRASPARENTE E ARANCIONE CON EFFETTO SPLATTER, copertina pressoche' identica alla prima tiratura. Il terzo album della geniale band di Athens, Georgia. Pubblicato nel febbraio del 1982, dopo i primi due "The B-52's" e "Wild Planet", e prima di "Whammy!", giunto al 18esimo posto delle classifiche americane ed al 35esimo di queelle inglesi, il disco si distacca parzialmente dalla effervescente esuberanza dei primi due lavori; quasi accreditabile a meta' al produttore David Byrne (Talking Heads), che vi suona pure, contiene sei lunghi ed articolati brani, a tempo stesso sfuggenti ed insinuanti, che mantengono i vecchi ingredienti rielaborando la ricetta: gli anni 50', il surf, la bubblegum music e la psichedelia, in una visione decisamente "modernista" e new wave, che ricorda non poco i Polyrock prodotti da Philip Glass, mantenendo il tasso di originalita' straordinario dei primi due dischi del gruppo. Uscito nel febbraio del 1982, giunse al 35esimo posto in Usa ed al 18esimo in Uk, quasi confermando le cifre di vendita del precedente "Wild Planet", nonostante i singoli "Deep Sleep" e "Mesopotamia" non fossero neppure stati pubblicati in Inghilterra dalla Island. Meritevole assolutamente di una riscoperta, disco a se' stante nella discografia della band e ricco di motivi di interesse.
Babes in toyland
Spanking machine (+promo photo!)
Lp [edizione] originale stereo fra 1990 southern
[vinile] Excellent [copertina] Excellent indie 90
[vinile] Excellent [copertina] Excellent indie 90
Prima stampa inglese, "Made in France" per la inglese Southern Records (niente a che vedere con la stampa europea su Twin Tone, stampata anch' essa in Francia, ma destinata al mercato continentale), COPIA CORREDATA DI UNA RARA FOTO PROMOZIONALE in cartoncino semilucido, realittata dai Southern Studios, copertina lucida, etichetta rosa con disegno e scritte nere, catalogo 18505-1. Pubblicato nell'aprile 1990 dalla Twin/Tone Records, prima di "Fontanelle" (1992), il primo album. Prodotto da Jack Endino e dalla band stessa, questo debutto mette in evidenza un forte impatto, spesso violento e istintivo, in una musica istintiva e catartica, che trovera' la quadratura nel successivo "Fontanelle". Ancora parecchio grezzo, con chitarre isteriche, batterie tribali e una voce emotiva e furiosa, presenta alcuni pezzi veramente notevoli, come "Swamp pussy", He's my thing" e "Never". Cramps, Sonic Youth, Gun Club, oltre alle Hole, sono i possibili riferimenti. Attive dal 1987 a Minneapolis, per volonta' di Kat Bjelland (voce e chitarra), Lori Barbero (batteria) e Michelle Leon (basso), poi sostituita da Maureen Herman dopo il primo album, le Babes in Toyland attuano un punk rock aggressivo e viscerale aperto al grunge e al noise, lontano nei contenuti dalla critica femminista 'rriot' di bands quali Bikini Kill o Hole (Courtney Love e' stata per un periodo la bassista). La loro musica espressa attraverso 3 albums, prima del definitivo scioglimento del 2001, e' un concentrato (osamente con chitarre taglienti, ritmiche tribali, urla, rumori e distorsioni. "Fontanelle" (prodotto da Lee Ranaldo dei Sonic Youth), secondo full lenght dell'agosto 92, entrato in classifica alla posizione n. 24 delle classifiche Uk, viene da parecchi considerato il capolavoro della band, fra distorsioni alla Steve Albini, chitarre epilettiche, noise, rimiche tribali e/o convulsive o sincopate alla Jesus Lizard, voci lancinanti, urla strazianti e progressioni di accordi fra heavy (fu recensito entusiasticamente anche dalla stampa metal) e hard core.
Backdoor men (creeps)
out of my mind / magic girl (blue vinyl)
7" [edizione] originale stereo sve 1985 tracks on wax
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
Singolo in formato 7", l' originale rara stampa, nella versione in vinile blu, copertina (con giusto assai lievi segni di invecchiamento) con apertura per il disco in alto, senza barcode, etichetta grigia e nera, foro al centro piccolo, catalogo WAX 006. Il primo dei due singoli della storica garage band svedese guidata da Robert Jelinek (chitarra e voce), alla guida anche contemporaneamente di quei grandissimi Creeps attivi dal 1982 e che presto torneranno ad essere la sua occupazione principale (gli altri tre componenti del gruppo erano stati gia' invece nei Pow, autori di due cassette intorno al 1982); contiene sul lato A la trascinante "Out of My Time", piccolo-grande classico della ricca scena garage europea di orientamento 60's di quegli anni, e sul retro una deliziosa ballata, deliziosamente 60's psych, "Magic Girl". Il bassista Stefan Nilsson sara' poic con i Daffodils e con i Deeptone, il chitarrista Hans Ingemansson raggiungera' Jelinek nei Creeps.
Bad brains
bad brains (roir album)
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1981 bad brains / org
punk new wave
punk new wave
Ristampa del 2021, rimasterizzata, copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura, uscita in vinile per la prima volta nel 1989, dopo l' originaria versione solo su cassetta uscita nel 1982 per la Roir. Il grandissimo primo vero album (ristampato anche come "Attitude"), originariamente uscito solo su cassetta nel 1982, ma registrato nel 1981, ben due anni prima dello storico "Rock for light" che, prodotto da Ric Ocasek dei Cars, sara' ricordato come uno dei capolavori della musica degli anni '80 anche al di fuori dell' ambito punk-hardcore a cui e' ascrivibile (ma anche il successivo "I Against I", del 1986, va ricordato per l' influenza enorme che ebbe su tanta musica della seconda meta' degli anni '80 poi definita "crossover"). La grandissima hardcore punk band di colore di Washington aveva gia' inciso un demo nel 1979 (edito molti anni dopo come "Black Dots") e pubblicato un 7" nel 1980 (la cui storica title track, "Pay to Cum", e' qui inclusa in una versione live); gia' in questo bellissimo disco il loro potenziale riesce a dispiegarsi appieno in brani corrosivi di devastante potenza ma al tempo stesso di grande originalit…, in un ambito musicale in cui questa dote Š pi— unica che rara, lontanissimi dai cliche' di un genere di cui peraltro erano stati tra gli anticipatori. Una delle migliori testimonianze di una band straordinaria, anche quando, allentando la tensione di una musica di rara ferocia, si produce in magnifici brani di puro reggae. Ecco i brani contenuti: "Sailin' On", "Attitude", "Banned in D.C.", "Big Take Over", "F.V.K. (Fearless Vampire Killers)" e "Right Brigade" (poi riregistrati per l' album "Rock for Light"), "Don't Need It", "Regulator", "Jah Calling", "Supertouch/Shitfit", "Leaving Babylon", "I", la gia' citata "Pay to Cum", "Luv I Jah" e "Intro".
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