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Calibro 35
Ritornano quelli di ... (reissue)
Lp2 [edizione] nuovo stereo eu 2010 record kicks
indie 2000
indie 2000
Ristampa a cura della Record kicks del 2020, copertina apribile pressoche' identica alla prima tiratura, del secondo album della band lombarda, realizzato originariamente dalla Ghost nel 2010, dopo "Calibro 35" (07) e prima di "Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti e' puramente casuale" (12). Il gruppo mette in mostra una tipica attitudine funkeggiante, venata di jazz-blues, che recupera brani di colonne sonore piu' o meno conosciute, Gianni Ferrio, Ennio Morricone, Piero Umiliani e Ritz Ortolani, spesso scarnificati, con l'aggiunta di groove e di spessore elettrico. Praticamente trattasi di un tuffo nei film polizieschi degli anni settanta, come si evince anche dal pezzo che e' stato un cult-movie di un intero periodo, oltreche' un modo per indicare un genere: "Milano odia: la polizia non puo' sparare". si segnala la traccia conclusiva, la cover degli Afterhours, "I milanesi ammazzano l sabato". Band milanese composta da Enrico Gabrielli, Massimo Martellotta, Fabio Rondanini, Luca Cavina e Tommaso Colliva, attivo dal 2007, la cui musica rivisita in chiave rock-funk le colonne sonore di films polizieschi dell'Italia degli anni settanta; hanno debuttato nel 2007 con l'album eponimo, dopo cui partecipano alla colonna sonora del film Said e alla compilation "Il paese e' reale", organizzata dal loro piu' famoso concittadino Manuel Agnelli. Nel 2009 suonano anche in Usa, all'Hitweek festival di Los Angeles; nel 2010 esce, anche in Usa e Uk, il secondo Lp, "Ritornano quelli di ....", mentre nel 2012 esce il terzo, "Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti e' puramente casuale".
Callahan bill (smog)
Shepherd in a sheepskin vest
Lp2 [edizione] nuovo stereo usa 2019 drag city
indie 90
indie 90
doppio vinile pesante, copertina apribile cartonata, etichette custom. "Shepherd in a Sheepskin Vest" (2019), pubblicato a sei anni di distanza da "Dream River" (2013), è il ritorno discografico di Bill Calllahan.
L'album raccoglie ben venti brani inediti, tutti nella migliore tradizione Alt-coutry, Americana a stelle e strisce. Un lavoro di grande classe e maturità autoriale.
Bill Callahan, conosciuto anche con lo pseudonimo di Smog, è un songwriter e musicista americano, tra le figure più interessanti del cantautorato lo-fi degli anni novanta e duemila, i suoi brani sono, spesso, in bilico tra malinconia e fatalismo.
Fondatore degli Smog nel 1988, l'americano Bill Callahan comincia a pubblicare su cassetta le sue prime incisioni casalinghe alla fine del decennio. Considerato un precursore del movimento low fi, sebbene egli non ami questa etichetta, Callahan propone una musica estremamente cupa ed oscura, drammatizzata dagli interventi di archi e dai temi delle liriche, che trattano di alienazione, solitudine, disillusione. Con il tempo i suoi dischi si fanno piu' musicali, conservando pero' la cupezza e l'amarezza che lo contraddistinguono e che lo fanno accostare da alcuni al cosiddetto sadcore. Dopo numerose uscite a nome Smog, Callahan pubblica a suo nome l'album ''Woke on a whaleheart'' nel 2007, cui seguono "Something I wish we were an eagle" nel 2009 e "Apocalypse" nel 2011.
Camel
camel
Lp [edizione] ristampa stereo ger 1973 mca
[vinile] excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] excellent [copertina] Excellent rock 60-70
Ristampa europea, pressata in Germania nella prima meta' degli anni '80, copertina lucida senza barcode, pressoche' identica alla prima rara tiratura, etichetta azzurra con nuvole ed arcobaleno, catalogo 250 634-1. Pubblicato in Inghilterra nel dicembre del 1973 prima di ''Mirage'', e non entrato in classifica in Uk, non pubblicato all' epoca in Usa, il primo album della storica band inglese. Lavoro assai diverso dal resto della discografia, e' dominato dall' organo di Peter Bardens e vede Andy Latimer decisamente in secondo piano; la musica e' un mix di rock e jazz, molto improvvisato con la base ritmica alle prese con complicate partiture percussive, composto da sette brani e' particolarmente interessante per comprendere l' evoluzione della band che gia' ne successivo lavoro dara' alla sua musica una forma piu' definita. I Camel, una delle più rinomate formazioni del rock progressivo britannico, si formarono nel 1971 a Guildford nel Surrey, e rimasero in attività fino al 1984, per poi riformarsi nel 1991 e pubblicare nuovi lavori nel corso degli anni '90 e dei primi anni 2000. Con il talentuoso tastierista Peter Bardens in formazione pubblicarono fra il 1974 ed il 1977 i loro album generalmente più considerati, "Mirage" (1974), "Snow goose" (1975), "Moonmadness" (1976) e "Rain dances" (1977), quest'ultimo con l'aggiunta di illustri strumentisti quali l'ex Caravan Richard Sinclair (basso) e l'ex King Crimson Mel Collins (sassofoni, flauto). Il gruppo esprimeva un rock progressivo più morbido e meno esuberante rispetto ad altre rinomate formazioni prog dell'epoca come King Crimson e Genesis, e non raggiunsero la fama di gruppi come gli Yes, ma si costruirono un seguito fedele, grazie alla creatività del team compositivo composto da Andrew Latimer e dal sopracitato Bardens.
Can
future days
Lp [edizione] originale stereo ita 1973 united artists
[vinile] Excellent [copertina] Very good rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Very good rock 60-70
prima molto rara stampa italiana, copertina (con lievi segni di invecchiamento) con parti in rilievo "embossed" sul fronte e sul retro, flipback sul retro su due lati, etichetta marroncina con logo marrone scuro in alto, copia promozionale con timbro "Disco Campione non Vendibile" sull' etichetta, catalogo UAS29505, timbro Siae del primo tipo, in uso tra il '70 ed il '75, con diametro di circa 13 mm., piu' piccolo dei successivi, data sul trail off "19-11-73".Uscito dopo ''Ege Bamiasy'' e prima di ''Soon Over Babaluma'', il quarto album. L'ultimo lavoro con Damo Suzuki che lascera' la band il 25 agosto del 1973, il disco contiene alcuni classici, come ''Future days'', ''Spray'', ''Bel air''; certamente il piu' atmosferico capitolo del gruppo e per alcuni critici anche il piu' bello in assoluto, vede brani dagli arrangiamenti spartani e vicini al jazz con contributi vocali minimali e grande utilizzo di tastiere che creano celestiali tappeti sonori che fanno da contrappunto alla intricata e complessa batteria di Jaki Liebezeit. "Future Days" e' un lavoro intenso e radicale, con idee del tutto innovative ed originalissime e corona in maniera magistrale la seconda fase della carriera del gruppo. Gruppo tedesco di enorme importanza per quello che e' passato alla storia come ''krautrock'' ma anche per generazioni successive di musicisti, dalla new wave al post rock, i Can si formarono a Colonia nel 1968. Influenzati dalla musica d'avanguardia di Stockhausen come dal pop dei Beatles e dei Velvet Underground, erano maestri della elaborazione sonora in studio ma anche assai efficaci dal vivo; la loro musica, che combinava ritmi complessi quanto circolari ed apparentemente ripetitivi (ma anche quasi impercettibilmente ricchi di sfumature), prodotti dal batterista Jaki Liebezeit (che veniva dal jazz!) e dal bassista Holger Czukay (autore come solista dell'eccezionale ''Canaxis'', 1969), melodie ora molto delicate e pop, ora dissonanti e schizofreniche, funk, jazz, psichedelia, minimalismo, pop, sperimentazione, suggestioni orientaleggianti, era estremamente originale e sarebbe poi risultata seminale per le generazioni successive. Inizialmente fronteggiati dal cantante e poeta afroamericano Malcolm Mooney (con loro nel primo album ''Monster movie'', 1969, ed in parte del secondo ''Soundtracks'', 1970), trovarono poi nel giapponese Kenji ''Damo'' Suzuki una voce piu' duratura, per quanto tanto fuori dalle righe ed aliena quanto quella di Mooney, e realizzarono dischi fondamentali come ''Tago mago'' (1972) e ''Future days'' (1973).
Canned heat
Hallelujah
Lp [edizione] originale stereo usa 1968 liberty
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
prima davvero rara stampa americana, copertina cartonata ed apribile, copia promozionale con "Not For Sale Promotion Use Only" indicato in rilievo sul fronte in alto a destra, etichetta nera e arcobaleno, logo nero e blu "boxed" e scritta "Liberty records,inc..." IN VERTICALE, catalogo LST-7618. Pubblicato in Usa nel nluglio del 1969 dopo ''Living the blues'' e prima di ''Future blues'', giunto al numero 37 delle classifiche americane e non entrato in quelle Uk. Il quarto album, lavoro che coglie la band in un momento di creativita' assoluta in cui il blues ed il country delle radici si fonono e si trasformano sotto la sferzata della psychedelia e degli allucinogeni, un opera meravigliosamente stratosferica che puo' trovare un corrispettivo con quanto peter green stava sperimentando contemporaneamente, ma in Inghilterra, con i Fleetwood mac. "Same All Over" "Change My Ways" "Canned Heat" dimostrano come le chitarre di Henry Vestine ed Alan Wilson siano assolutamente straordinarie, la produzione di Skip Taylor e' riuscitissima ed il suo muro di suono, specie in "I'm Her Man" e "Time Was." impressonante. ci sono anche gli esperimenti di "Do Not Enter" e le voci di Alan Wilson e Bob Hite, qui forse al loro punto di coesione piu' alto. da non dimenticare la diversa "Huautla" con Mike Pacheco ed i suoi bongos e congas, brano dal feeling Latino, che apre la lunga jam di "Down in the Gutter, but Free". sicuramente uno degli albums immortali della musica rock ed uno dei piu' rappresentativi del blues elettrico bianco americano.
Car seat headrest
The scholars
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 2025 matador
indie 2000
indie 2000
doppio vinile, booklet di 28 pagine con illustrazioni e testi, copertina apribile. A distanza di cinque anni da "making a door less open" del 2020, il (probabile... vista la complessa discografia) tredicesimo album dei Car Seat Headrest . Un album così presentato dall'etichetta: Da Shakespeare a Mozart all'opera classica, Will Toledo dei Car Seat Headrest ha attinto ai classici per ideare i testi e l'arco narrativo di "The Scholars", mentre la musica attinge, con attenzione, a cicli di canzoni rock classiche come "Tommy" degli Who e "Ziggy Stardust" di David Bowie. "Un aspetto che può essere problematico nelle opere rock è che le singole canzoni vengono in un certo senso sacrificate per il flusso della trama", osserva Toledo. "Non volevo sacrificare questo aspetto per creare una narrazione molto fluida. E quindi questa è una sorta di via di mezzo in cui ogni canzone può essere un personaggio ed è come se ognuno emergesse al centro della scena con la sua canzone e il suo ballo". Mentre i Car Seat Headrest sono nati come progetto solista di Toledo, il quartetto è ora una band a tutti gli effetti. "Quello che abbiamo fatto di più negli ultimi anni è stato semplicemente tastarci il polso a vicenda", dice Toledo. "Fino a questo disco non mi sembrava che le cose si sincronizzassero a livello di sentimento interiore, con quell'energia interiore condivisa. Ed è diventata per me quella sensazione di band in un modo molto più concreto. È stato un grande viaggio".
Car Seat Headrest, vero nome Will Toledo, è un musicista cresciuto a Williamsburg (Virginia). Al liceo ha suonato nella band sinfonica della scuola, al college si è appassionato ad artisti come Radiohead, Modest Mouse, R.E.M., Animal Collective e Swans, cominciando a scrivere canzoni al computer e facendosi chiamare Car Seat Headrest, ossia "sedile posteriore della macchina" dove era solito registrare le parti vocali. Inizia poi a suonare dal vivo con una band di musicisti, continuando, però, a registare le canzoni a casa suonando tutti gli strumenti e cantando tutte le parti vocali. A partire dal maggio 2010 pubblica online una lunga serie - circa una decina - di album autoprodotti fino al 2014. Perché poi arriva il contratto con la Matador Records, nel 2015 esce "Teens of Style", seguito nel 2016 da "Teens of denial". Toledo aka Car Seat Headrest è autore di un classico indie rock, dalle tinte power/noise pop e lo-fi.
Caroline
2
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2025 rough trade
indie 2000
indie 2000
adesivo su cellophane. Caroline 2 è il secondo album in studio del collettivo Caroline formato da otto elementi. Registrato tra il 2023 e il 2025 presso Big Jelly Studios (Ramsgate), è stato prodotto da Casper Hughes, Jasper Llewellyn e Mike O’Malley, con engineering di Syd Kemp, mix di Jason Agel e mastering di Heba Kadry. Tre anni dopo il debutto omonimo (caroline, 2022), che raccoglieva materiale da improvvisazione e demo, Caroline 2 evolve in un progetto più ambizioso e strutturato: un'espansione sia nella forma che nell’emotività, pur mantenendo la signature sound democratica del collettivo . Il disco rappresenta una collisione tra improvvisazione analogica e post-produzione, rock postmoderno che rifugge la linearità e dall’impatto emozionale tangibile, musicalmente un incrocio tra post-rock e ballate folk.
Cave nick and the bad seeds
From her to eternity
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1984 mute / bmg
punk new wave
punk new wave
ristampa in vinile 180 grammi, con copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura, completa di inner sleeve con testi, catalogo LPSEEDS1. Il primo album della carriera solista dell' artista australiano, uscito nel giugno del 1984, e giunto al primo posto della classifica indipendente inglese ed al 40esimo di quella "ufficiale", a pochi mesi dallo scioglimento dei Birthday Party (nati a loro volta dalle ceneri dei Boys Next Door), da cui proveniva anche il compagno di sempre Mick Harvey (chitarra e tastiere), a cui nei Bad Seeds, il gruppo che accompagna Cave, si aggiungono qui Blixa Bargeld degli Einsturzende Neubauten alla chitarra, l' ex Magazine Barry Adamson al basso e Hugo Race alla batteria. Due anni prima, l' album "Junkyard" aveva rappresentato per i Bithday Party un punto di non ritorno, estremizzazione di un percorso che mettendo insieme gli Stooges piu' violenti, il punk, il blues ed una vena maledetta ed oscura che accomunava il gruppo con certa scena inglese dark pur senza sminuirne l' originalita', decretando il culto per la quella band in Inghilterra, dove di fatto Cave e compagni si trasferirono; questo "From Her to Eternity" riesce nel non facile intento di dare una forma nuova e piu' che mai vitale alla stessa ispirazione che aveva generato i capolavori della vecchia band, con un Nick Cave ormai definitivamente protagonista della scena, con le sue interpretazioni viscerali e visionarie insieme, cupe e maledette, i suoi toni da predicatore, ed una musica che esplicita sempre di piu' il suo legame con certe radici, il blues innanzitutto, ma anche certa canzone d'autore che trovera' sempre piu' posto nell' ispirazione dei dischi successivi, e che qui ci regala la bella rilettura scarnificata di "Avalanche" di Cohen, quasi un' ossessione per Cave che ne interpretera' altri brani negli anni a venire. Le sonorita' non sono meno cupe e dissonanti di quelle dei dischi dei Birthday Party, ma l' approccio e' piu' propenso a percorrere i sentieri laceranti del viaggio interiore, raramente raggiungendo gli apici di violenza che erano stati della vecchia band, a cui ancora possono comunque essere ricollegati episodi aspri e spigolosi come ""Cabin Fever!"; la via che portera' Cave a produrre negli anni a venire alcuni capolavori della musica del decennio, e' indicata soprattutto dal gospel spettrale di "Well of Misery", dalla magnifica, oscura e lacerata "From Her To Eternity" (coscritta con l' affascinante Anita Lane) e dal lirismo malato di "A Box For Black Paul". Esattamente un anno dopo sara' la volta del secondo "The Firstborn is Dead".
Cave nick and the bad seeds
Murder ballads
Lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1996 mute / bmg
punk new wave
punk new wave
Doppio album in vinile 180 grammi, ristampa rimasterizzata, con i dieci brani originari distribuiti su due vinili per una migliore qualita' di ascolto, copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura, catalogo LPSEEDS9. Il nono album in studio con i Bad Seeds, da molti ritenuto uno dei capolavori dell' australiano ex Boys Next Door e Birthday Party, pubblicato nel febbraio del 1996 dalla Mute in Gran Brategna, dove giunse all'ottavo posto in classifica, e dalla Reprise negli USA, a quasi due anni di distanza dal precedente "Let Love In", e registrato tra il '93 ed il '95 con i fidi Bad Seeds, ovvero i soliti Mick Harvey (anche lui ex Boys Next Door e Birthday Party) e Blixa Bargeld degli Einsturzende Neubauten, oltre qui a Thomas Wydler dei Die Haut, Conway Savage, Martyn P.Casey (ex Triffids) e Jim Sclavunous (ex 8 Eyed Spy e Cramps). Il titolo non lascia spazio a dubbi, si tratta di canzoni di morte, permeate di un umore macabro, con alcuni episodi pervasi da humor sottile altri da sobrio orrore, ma pure di un romantico e torbido lirismo; le parti strumentali, suonate dai Bad Seeds, sono in genere scarne ed essenziali, e sottolineano con grande incisivita' l'atmosfera sinistra del disco, con uno stile che come al solito varia dal blues, al country, al lounge-jazz. In due distinti episodi Cave duetta con Kylie Minogue ("Where the wild roses grow") e P.J. Harvey (la ripresa del traditional "Henry lee"), e certo si tratta di due tra i piu' incisivi episodi del disco, insieme almeno a "O' malley's bar", brano di 10 minuti il cui testo racconta il massacro in un bar ad opera di un pazzo, che lentamente e metodicamente assassina una dozzina di avventori, e alla conclusiva cover di Dylan "Death is not the End", in cui Cave duetta con l' indimenticato Pogues Shane McGowan. "Murder Ballads" fu l' album fino a quel momento di maggior successo di Cave, ma soprattutto ne confermo' uno stato di ritrovata grazia, che gia' "Let Love In" aveva evidenziato e che il successivo "The Boatman's Call" confermera' presto. Una delle piu' intense e migliori prove mai registrate da Nick Cave con i Bad Seeds.
Cccp fedeli alla linea
Socialismo E Barbarie (Felicitazioni! Edition)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1987 virgin
punk new wave
punk new wave
Ristampa dell' ottobre 2023, in vinile rosso, realizzata in occasione della mostra inedita FELICITAZIONI! CCCP – FEDELI ALLA LINEA 1984-2024, che si terrà dal 12 ottobre 2023 fino all’11 febbraio 2024 ai Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia, per celebrare i 40 anni dei CCCP – Fedeli alla linea; copertina apribile, pressoche' identica alla prima rara tiratura, corredata di inner sleeve con testi. Il secondo album della attack-punk band bolognese. Gli ep "Ortodossia" e "Compagni Cittadini Fratelli Partigiani" e l'epocale primo album "Affinita'-Divergenze tra il Compagno Togliatti e Noi", grazie anche alle numerose e clamorose esibizioni dal vivo e ad un messaggio esplicitamente filo-comunista forse elementare ma efficacissimo, erano stati capaci di suscitare un interesse senza precedenti in Italia per una punk band, peraltro musicalmente di non facile fruizione (forte l'affinita' con certo anarco punk inglese); da qui il contratto con la Virgin, inaugurato dal pazzesco singolo di liscio "Battagliero" e seguito da questo album, molto discusso e forse non folgorante come l'esordio, ma certamente ancora con molte frecce al suo arco, come la splendida "Rozzemilia", o la durissima "Stati di Agitazione", accanto a brani che aggiornano e rendono piu' accessibile il messaggio musicale originario ("A Ja Ljublju SSSR", "Manifesto", "Radio Kabul") o che lasciano del tutto spiazzati come "Per me lo so", "Tu Menti", "Inch'Allah -ca va" o il latino chiesastico di "Libera Me Domine". Si prepara molto dei CCCP a venire, anche, in questi solchi.
Chaloff serge
Blue serge (180 gr.)
Lp [edizione] nuovo mono usa 1956 blue note / capitol
jazz
jazz
Bella ristampa del 2025 in vinile per audifili, pesante 180 grammi, in mono, ottenuta dai master tapes originali, uscita per la serie di pubblicazioni Blue Note Tone Poet Series, copertina cartonata senza barcode, pressoche' identica sul fronte alla rara prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1956 dalla Capitol, inciso a Los Angeles il 14 ed il 16 marzo del 1956 da Serge Chaloff (sax baritono), Sonny Clark (pianoforte), Leroy Vinnegar (contrabbasso) e Philly Joe Jones (batteria). L'ultimo album di Chaloff inciso come band leader, ''Blue serge'' e' anche considerato dalla critica come uno dei suoi capolavori, se non il capolavoro principale. Ormai prossimo alla morte (aveva gia' contratto la malattia alla spina dorsale che lo avrebbe ucciso), Chaloff si dimostra pero' ancora in ottima forma artistica, con il suo sax che offre un sound caldissimo e molto espressivo, sensuale e blues al tempo stesso, nel contesto di un piacevole e melodico bop jazz. Questa la scaletta: ''A handful of stars'', ''The goof and I'', ''Thanks for the memory'', ''All the things you are'', ''I've got the world on a string'', ''Susie's blues (aka ''Funky blues'')'', ''Stairway to the stars''. Ricordato dalla critica come il principale sassofonista baritono dell'epoca be bop, il bostoniano Serge Chaloff (1923-1957) si uni' nel 1945 a Jimmy Dorsey, mettendosi in evidenza come il primo solista col sax baritono del be bop, ma la consacrazione avvenne poco dopo, quando nel 1946 entro' nell'orchestra di Woody Herman, piu' precisamente il suo secondo ''gregge''. Il 1947 segno' il suo debutto come band leader, inizio di una carriera solista che purtroppo ebbe breve durata, in quanto un tumore alla spina dorsale lo paralizzo' ed infine lo uccise prematuramente nel 1957, poco dopo aver dato alle stampe il suo ultimo e migliore album, ''Blue serge''.
Chameleons
Dali' s picture / auffuhrung in berlin (blue vinyl)
lp2 [edizione] nuovo stereo uk 1983 blue apple music
punk new wave
punk new wave
Doppio album, in vinile celeste; realizzato nel settembre 2022, contiene in una unica confezione i due albums, molto rari nelle loro originarie edizioni, "Dali's Picture" e "Auffuhrung in Berlin", entrambi usciti nel 1993 su etichetta Imaginary (che gia' all' epoca li mise anche indieme in un doppio cd dalla tiratura limitata, oltre che pubblicarli individualmente sia in cd che in vinile), Si tratta di imperdibili tasselli della storia artistica della cult band britannica: "Dali's Picture" contiene dieci brani registrati in studio tra il 1981 ed il 1982, ben prima del primo album "Script of the Bridge" (agosto 1983), che peraltro conterra' solo due di questi brani, ovviamente in versioni diverse: "Monkeyland" e "Less Than Human", mentre gli altri rimarranno momentaneamente inediti ("Looking Inwardly" sara' riregistrata per il secondo album del 1985 "What Does Anything Mean? Basically", e nello stesso periodo sara' riregistrata "Nostalgia", che apparira' come b-side di un singolo), poi comparsi in queste o in altre versioni su pubblicazioni postume. Il live "Auffuhrung in Berlin" contiene undici brani registrati dal vivo il 18 dicembre del 1983 al Loft di Berlino, con molti classici del primo periodo della band e la bellissima cover di "Splitting in Two" degli Alternative Tv. Questi i brani dei due dischi:
"DALI's PICTURE": Everyday And Crucified / Monkeyland / Dreams In Celluloid / Love Is / The Fan, The Bellows / Looking Inwardly / Dali's Picture / Nostalgia / Less Than Human / Things I Wish I'd Said.
"AUFFUHRUNG IN BERLIN": Less Than Human / Paper Tigers / Monkeyland / Thursday's Child / Second Skin / Pleasure And Pain / Singing Rule Britannia (While The Walls Close In) / Perfume Garden / One Flesh / In Shreds / Splitting In Two.
I Chameleons sono stati uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, e destinati anche per questo, nonostante l'incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici, ha pochi eguali nell'ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Chameleons
here today gone tomorrow
lp [edizione] originale stereo uk 1982 imaginary
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
L' originale molto rara stampa, realizzata dalla inglese Imaginary Records, copertina lucida con barcode, etichetta grigia con scritte nere, catalogo ILLUSION035; l' album uscito nel giugno 1992, e contenente 12 brani della magnifica band di Manchester, registrati tra il 1981 ed il 1985; la maggior parte del contenuto si riferisce a due sessions radiofoniche registrate rispettivamente nell' aprile del 1982 (un mese dopo l' uscita del primo singolo!) e nell' estate del 1985 (poco dopo l' uscita del secondo album "What Does Anything Mean? Basically"), ed illustrano splendidamente il percorso di maturazione compiuto dalla band in quei pochi anni, inoltre tre brani appartengono alle primissime incisioni effettuate dal gruppo nel 1981, ovvero una versione gia' convincente di "In Shreads" che diverra' la facciata A del loro primo singolo e restera' uno dei classici del gruppo, e le piu' oscure "Dear Dead Days" e "Things I Wish I'd Said", registrate con il primissimo batterista Brian Schofield (la prima non e' altro che una grezza ed acerba traccia che anni dopo avrebbe generato la magnifica "Soul In Isolation"). Una delle piu' importanti testimonianze postume tra le tante pubblicate dopo lo scioglimento della band, autrice con "Script of the Bridge", "What Does It Means? Basically" e "Strange Times", tra il 1983 ed il 1986, di una trilogia che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Un gruppo tra i piu' belli, innovativi, catartici ed ispirati di tutto il decennio, sospesi tra psychedelia, punk, new wave, sognanti ed oscuri, con testi immginifici e poetici. Ignorati durante la breve attivita', sono oggi un gruppo di culto come pochi della scena inglese degli '80, celebrati da innumerevoli compilations e raccolte. Ecco i brani: String Quartet 1 / Home Is Where The Heart Is / In Answer / Bobby Moore's Wine / Sally / In Shreds / Nathan's Phase / Up The Down Escalator / On The Beach / Dear Dead Days / Things I Wish I'd Said / String Quartet 2.
Chameleons
live in toronto
lp [edizione] originale stereo uk 1987 imaginary
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
L' originale rarissima stampa, realizzata dalla inglese Imaginary Records nel 1992, copertina lucida con barcode, etichetta custom in tinta grigia con scritte e logo neri, catalogo ILLUSION 036. Uscito nel giugo del 1992, contemporaneamente alla preziosa raccolta di materiale inedito "Here today gone tomorrow", questo live (molto buona la qualita' di registrazione) testimonia un bellissimo concerto eseguito il 5 marzo del 1987 all' Rpm di Toronto, Canada, durante il tour nordamericano per promuovere il terzo album "Strange Times". Purtroppo il gruppo si sciogliera' di li' a poco, non riuscendo ad incontrare un riscontro piu' che meritato, cosa che non ha impedito ai Chameleons di essere una delle cult band per eccellenza di tutti gli anni '80. Questa la lista dei brani: "Swamp Thing"; "A Person Isn't Safe Anywhere These Days", "Monkeyland", "Pleasure and Pain", "Singin Rule Britannia" (While The Walls Close In)", "In Shreds", "Less Than Human", "Paradiso", "Home is Where The Heart Is", "Caution". Un gruppo tra i piu' belli, innovativi, catartici ed ispirati di tutto il decennio, sospesi tra psychedelia, punk, new wave, sognanti ed oscuri, con testi immginifici e poetici. Ignorati durante la breve attivita', sono oggi un gruppo di culto come pochi della scena inglese degli '80, celebrati da innumerevoli raccolte e live.
Chameleons
Script of the bridge
lp2 [edizione] nuovo stereo uk 1983 blue apple
punk new wave
punk new wave
doppio album in vinile 180 grammi, ristampa rimasterizzata agli Abbey Road Studios, con i brani dell' originario album distribuiti su due vinili per una migliore resa sonora (scelta opportuna vista la straordinaria lunghezza del disco), e con codice per il download digitale, copertina con medesimo disegno ma in tinta diversa rispetto alla originaria tiratura su Statik. Il primo grande album della band di Manchester guidata da Mark Burgess, uscito nell' agosto del 1983, uno degli album d'esordio piu' innovativi ed originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, da parte di uno dei gruppi piu' scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, sin dal primo singolo del 1981, cosi' spesso pronta ad idolatrare effimeri gruppetti buoni per un singolo o due, ed invece incapace di cogliere la bellezza della musica di questo gruppo, sospesa tra post punk, psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immginifici e poetici. Da sempre amati nel resto dell' Europa e seguiti da un pubblico di culto, sono stati, non a caso, celebrati da innumerevoli albums postumi, e sono qui "fotografati" nel loro primigenito splendore, nell' album che contiene peraltro "Second Skin'', uno dei piu' bei brani di tutta la new wave britannica, primo tassello di una trilogia di albums che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Chameleons
strange times (+bonus mlp)
lp+12 [edizione] originale stereo usa 1986 geffen
[vinile] Very good [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Very good [copertina] Excellent punk new wave
L' originale stampa americana, nella ricercata versione arricchita dalla presenza di un intero minialbum bonus (sole le prime copie americane e canadesi furono fornite di questo bonus), copia con lievi segni di invecchiamento sul vinile, copertina semiruvida, etichetta nera con logo Geffen sferico in alto, catalogo GHS 24119. Il minialbum aggiunto per l' occasione contiene una versione esclusiva di "Tears", le altrimenti rare "Paradiso", "John, I'm Only Dancing"-cover di Bowie- ed "Inside Out", e le assolutamente inedite "Ever After" e "Tomorrow Never Knows", magnifica cover dai Beatles). Uscito nel settembre del 1986, dopo "Script of the Bridge" (1983) e "What Does Anything Mean..." (1985), questo album e' l' ennesima e purtroppo ultima perla indimenticabile del gruppo di Manchester attivo dai primissimi anni '80 e guidato da Mark Burgess. Uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorato dalla critica musicale di quel paese, e destinato anche per questo, nonostante l' incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immginifici e poetici si produce qui nella sua ultima testimonianza "non postuma", ultimo atto di una trilogia di albums che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Chameleons
strange times (expanded 3lp, colored)
lp3 [edizione] nuovo stereo uk 1986 blue apple
punk new wave
punk new wave
Triplo album in vinile 180 grammi (con i tre dischi che girano a 45 giri per una migliore qualita' di ascolto), versione in vinile colorato, come da adesivo sul cellophane, ristampa rimasterizzata del 2024, copertina con grafica rinnovata rispetto alla versione originaria, ed apribile in tre parti, corredata di inner sleeves con testi ed artwork. Questa versione del disco corrisponde nel contenuto a quella della originaria rara versione americana limitata del disco, con un minialbum aggiunto. I brani dell' album (la cui durata era molto lunga penalizzando la qualita' dell' ascolto) sono qui contenuti nei primi due dischi, mentre il terzo corrisponde al mini di cui sopra (contiene una versione esclusiva di "Tears", le altrimenti rare "Paradiso", "John, I'm Only Dancing"-cover di Bowie- ed "Inside Out", e le assolutamente inedite "Ever After" e "Tomorrow Never Knows", magnifica cover dai Beatles). Uscito nel settembre del 1986, dopo "Script of the Bridge" (1983) e "What Does Anything Mean..." (1985), questo album e' l' ennesima e purtroppo ultima perla indimenticabile del gruppo di Manchester attivo dai primissimi anni '80 e guidato da Mark Burgess. Uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorato dalla critica musicale di quel paese, e destinato anche per questo, nonostante l' incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immginifici e poetici si produce qui nella sua ultima testimonianza "non postuma", ultimo atto di una trilogia di albums che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Chameleons
the fan and the bellows
Lp [edizione] seconda stampa stereo uk 1981 hybrid
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
la seconda comunque rara stampa inglese della magnifica raccolta zeppa di inediti uscita nel marzo del 1986, tra il secondo ed il terzo album della band di Manchester, pubblicata originariamente in sole 100 copie in una ovviamente fantomatica versione con 10 brani ma presto ristampata con l' aggiunta di un brano (Prisoners of the Sun", che chiude la prima facciata), senza codice a barre, catalogo CHAMLP1, etichetta "custom" in bianco e nero da un alto, bianca con scritte nere dall' altro, e scritte sul trail off del lato A "Atlas Shrugged - And Sad Goodbye". 11 brani di straordinaria bellezza ed interesse, poiche' registrati tutti tranne uno nel 1981, all' epoca del primo rarissimo singolo su Epic (i cui due brani sono qui opportunamente inclusi), sotto la produzione, in gran parte dei brani, di Steve Lilliwhite, ben due anni prima rispetto all' album d' esordio, quello "Script of the Bridge" che costitui' il primo tassello di una trilogia che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Lo stile inconfondibile della band vi si dispiega gia' appieno, e cosi' questo disco puo' (deve!) essere affiancato a quelli, tra i piu' belli, innovativi, catartici ed ispirati di tutto il decennio, sospesi tra psychedelia, punk, new wave, sognanti ed oscuri, con testi immginifici e poetici. Ignorati durante la breve attivita', sono oggi un gruppo di culto come pochi della scena inglese degli '80, celebrati da innumerevoli compilations e raccolte, questa la prima e la piu' bella. Ecco i brani, tutti inediti precedentemente su album, perlomeno in queste versioni: "The Fan and the Bellows", "Nostalgia", "Less Than Human", "In Shreds", "Prisoners of the Sun", "Nostalgia [7" Version]", "Turn to the Vices", "Love Is", "Everyday I'm Crucified", "Endlessly Falling", "Nathan's Phase".
Chapman michael
savage amusement
lp [edizione] ristampa stereo eu 1976 secret records
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
copia ancora incellophanata, ristampa del 2016 in edizione limitata, in vinile 180 grammi, come da adesivo di presentazione posto sul fronte, copertina ruvida pressoche' identica a quella della prima rara tiratura uscita in Uk su Gama/Decca, corredata di esclusivo inserto con note e foto, catalogo SECLP138. Pubblicato in Inghilterra nel marzo del 1976 dopo ''Pleasures of the Street" e prima di "The man who hated mornings'', non entrato nelle classifiche Uk e non uscito all' epoca in Usa, l' ottavo album (il nono considerando anche il raro "Solo Guitar" uscito per il circuito library). Registrato con Andy Latimer, Tim Renwick, Keef Hartley, Rick Kemp, Peter Wood, Leo Le Blanc, prodotto dal musicista e produttore Don Nix,mixato nei famosi Ardent Studios di Memphis, l' ennesimo piccolo gioiello della discografia di questo songwriter inglese di Leeds; contiene, tra gli altri, le covers di "Hobo's Lament (Meditations)" di Jimmie Rodgers e di "How Can a Poor Man" di Blind Alfred Reed. Nato a Leeds nel 1941, Michael Chapman e' stato uno dei principali esponenti del folk d'autore britannico degli anni '70: inizia la carriera come fotografo d'arte a Hull, ma nel 1967 decide di divenire un musicista professionista, dopo alcune esibizioni accolte trionfalmente nell'underground londinese, la EMI lo mette sotto contratto per la nuova sottoetichetta specializzata in progressive, la Harvest, per la quale registra e pubblica una serie di albums splendidi, considerati, a ragione, come tra i capolavori assoluti del folk progressive britannico, la sua musica, sullo stile di quella di roy harper, contiene oltre alle ballate di matrice acustica e sognante, anche brani molto piu' vicini al progressive, come testimoniato dai numerosi celeberrimi musicisti che partecipano alle incisioni dei suoi albums, Rick Kemp poi negli Steeleye Span; Mick Ronson, chitarrista di David Bowie, Richie Dharma e Keef Hartley. questa propensione piu' marcatamente rock trovera' la sua coronazione negli albums incisi successivamente per la Decca, dove le acustiche avranno un ruolo sempre piu' marginale.
Charli xcx
Brat (ltd iced black)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2024 atlantic
indie 2000
indie 2000
edizione limitata in vinile nero trasparente (iced black), copertina con foro centrale sul retro apribile. Uno dei più significativi albums nelle classifiche di fine anno 2024. Presentazione a cura della label: Charli XCX pubblica il suo sesto album in studio dal titolo “BRAT” venerdì 7 giugno. Il nuovo album è l'attesissimo seguito di 'CRASH' del 2022, che ha raggiunto la posizione #1 della classifica album in UK, e promette di essere un disco da club di cui tutti parleranno con importanti riferimenti artistici. Oltre al suo nuovo album, Charli sta lavorando a diversi progetti cinematografici e televisivi dopo il successo della colonna sonora di Barbie dello scorso anno a cui ha contribuito con il brano "Speed Drive". Charli XCX , superstar dell'avant-pop e dell'elettronica, è diventata una figura iconica nel mondo dell'arte, avendo contribuito ad ampliare il panorama della musica pop nell'ultimo decennio, attraversando senza soluzione di continuità l'underground e il mainstream con la sua produzione artistica. Nel corso della sua fantastica carriera Charli si è guadagnata il plauso della critica sia per il suo stile innovativo che per il suo spirito imprenditoriale e grazie al suo approccio lungimirante ha rimodellato la cultura pop.
Charli xcx
True romance
Lp [edizione] nuovo stereo eu 2013 asylum
indie 2000
indie 2000
True Romance è il debutto ufficiale di Charli XCX, uscito il 12 aprile 2013 per Asylum/Atlantic Registrato tra il 2010 e il 2012 e prodotto da team di punta (Ariel Rechtshaid, Patrik Berger, Blood Diamonds, Dimitri Tikovoi e altri) . Pur attingendo a 80s synth-pop e girl-group anni ’90, il suono si mantiene audace, urbano e riflette la visione pop postmoderna di Charli: retrò e digitale, romantica e aggressiva. L'album miscela synth-pop, dark wave ed electropop, con accenti di contemporary R&B e industrial.
Nata a Cambridge nel 1992 da madre ugandese e padre scozzese, Charlotte Emma Aitchison cresce a Start Hill, Essex. Inizia a comporre canzoni a 14 anni e pubblica i primi demo su MySpace, dove viene notata da un promoter della scena rave londinese. Dopo i primi singoli sperimentali pubblicati con la This Is Music (tra cui Stay Away e Nuclear Seasons), Charli firma con Asylum/Atlantic, anticipando l’uscita del suo primo album True Romance (2013). Un disco cupo e digitale, influenzato da synth-pop anni ’80, goth wave e cyber-estetica. Il successo globale arriva nel 2014 con Sucker, che contiene il singolo “Boom Clap. Con i successivi lavori Charli consolida la sua identità: una figura pop profondamente concettuale ma accessibile, capace di muoversi tra club music e vari stili dove il pop diventa territorio espanso e mutante.
Chatten grian (fontaines d.c.)
Chaos for the fly
Lp [edizione] nuovo stereo cze 2023 partisan
indie 2000
indie 2000
aadesivo su cellophane. Il debutto solista del cantante del gruppo irlandese dei Fontaines D.C. Co-prodotto dal produttore di lunga data della band, Dan Carey, l'album vede Chatten ritagliarsi un angolo più personale e poetico rispetto al lavoro con il gruppo, brani che sfiorano il folk rock con tinte autunnali e sfumate. Come negli episodi con la band il disco è impreziosito dai bei testi e le ottime interpretazioni vocali del cantante. Le note di etichetta recitano "l'album è probabilmente il più poetico che abbiamo sentito da Chatten. Ogni canzone qui ha una sfumatura di colori e trame che danno vita ai suoi racconti lucidi. Nelle sue nove tracce, Chaos For The Fly è un disco che raccoglie tutte le ricche emozioni della vita, trasportando l'ascoltatore in un luogo che non solo vorresti visitare, ma in cui ti ritroverai a tornare ancora e ancora."
Chieftains
Foxhunt - live in san francisco 1973 (ltd.)
Lp [edizione] originale stereo eu 1973 claddagh / universal music ireland
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
L' originale stampa, copertina apribile, illustrata dal pittore irlandese Conor Campbell, allegato libretto di 16 pagine formato lp con foto e ampie note a cura della Owlsey Stanley Foundation e del musicista bluegrass Ricky Skaggs, etichetta custom, catalogo 4570742. Pubblicato nel 2022 dalla Claddagh / Universal Music Ireland, questo album, contiene registrazioni dal bellissimo concerto dato dai Chieftains alla Boarding House di San Francisco il primo di ottobre del 1973, rimaste finora inedite, una autentica epifania per gli amanti della folk band irlandese, anche considerando la splendida qualita' di registrazione ed un' esecuzione straordinaria. Realizzato con la collaborazione della Owsley Stanley Foundation, che conserva l'archivio delle registrazioni dal vivo effettuate dal geniale Owsley Stanley III, noto anche come "Bear" ed a lungo collaboratore dei Grateful Dead; fra i suoi talenti, c'era quello di ingegnere del suono, in particolare nell'ambito dei concerti, e Bear ne registrò centinaia, non solo dei Dead ma anche di altri gruppi che venivano a suonare nella Bay Area o che facevano parte della scena locale negli anni '60 e '70. Il contesto di questo concerto nasce dall'invito da parte di Jerry Garcia, chitarrista dei Grateful Dead e musicista di scuola bluegrass e folk, invitò i Chieftains ad aprire un concerto dato dal suo gruppo bluegrass Old & In The Way, registrato dalla radio locale KSAN; un accoppiamento non casuale, in quanto lo stesso Garcia sottolineò durante il programma radiofonico l'influenza della musica folk irlandese sul country e sul bluegrass statunitensi. Con eccellente qualità sonora, ascoltiamo qui undici brani di folk irlandese interpretati dai maestri Chieftains. Questa la scaletta: Side One 1. Drowsy Maggie 2. Band Introductions 3. Morgan Magan 4. Carrickfergus (Do Bhí Bean Uasal) 5. The Morning Dew 6. Lord Inchiquin Side Two 1. An Fhallaingín Mhuimhneach (The Munster Cloak) 2. The Foxhunt 3. Mná na héireann (The Women of Ireland) 4. Carolan's Concerto 5. Kerry Slides. Uno dei piu' importanti gruppi musicali irlandesi ed il piu' importante nell'ambito della musica tradizionale dell'isola, i Chieftains si formarono nel 1963 a Dublino, e sono ancora in attivita' nel 2012, divenuti ormai ambasciatori musicali dell'Irlanda ed autori di una vastissima discografia, che vanta alcuni dei piu' importanti album del folk irlandese. La loro musica, che fa uso di strumenti tradizionali, ma che si e' anche aperta ad altre influenze nel corso degli anni, fa molto perno sul thin whistle e sulle uillean pipes di Paddy Moloney, membro di lungo corso e compositore e arrangiatore dei Chieftains, il quale ha suonato in tutti i loro album.
Chocolate milk
action speaks louder than word (ltd. blue)
lp [edizione] nuovo stereo eu 1975 music on vinyl
soul funky disco
soul funky disco
ristampa del 2025, edizione limitata di 500 copie, come da adesivo sulla busta esterna plastificata, in vinile blu, pesante 180 grammi, copertina pressoche' identica alla prima tiratura. Uscito nel 1975 prima di "Chocolate Milk", giunto al 34esimo posto delle classifiche americane R&B ed al 191esimo di quelle "pop", il primo superbo album del gruppo funk di colore di New Orleans. Coprodotto dal grande Allen Toussaint, che negli stessi anni lavorava sovente con i Meters (ma il suo lavoro di produttore e compositore nell' ambito della scena di New Orleans e non solo e' stato incalcolabile sin dagli anni '60, fondamentale per innumerevoli gruppi ed artisti), il disco contiene la magnifica title track, pubblicata anche con buon successo su singolo e davvero memorabile, ma si mantiene in tutti i suoi episodi su livelli elevatissimi, magnificamente suonato da una band in possesso di una grande groove, e capace di mettere insieme funk, soul e jazz con brani efficacissimi e riccamente arrangiati, con fiati, tastiere, mini-moog ed effetti vari. Restera' il loro capolavoro, sebbe la produzione della band si sia mantenuta sempre su livelli quasi sempre elevati sino allo scioglimento, avvenuto nel 1982.
Chrisma
Hibernation (original artwork)
Lp [edizione] nuovo stereo ita 1979 spittle
punk new wave
punk new wave
ristampa corredata di inner sleeve, copertina pressoche' identica a quella della originaria rara tiratura su Polydor (benche' non piu' metallizzata). Il secondo storico album, pubblicato nel 1979 dalla Polydor. Uscito dopo il primo "Chinese Restaurant" del 1977 ed il terzo "Cathode Mamma" del 1980 (il primo realizzato dopo il cambiamento della ragione sociale in Krisma). Arrangiato e prodotto da Niko Papathanassiou, fratello del piu' famoso Evanghelos Odyssey Papathanassiou, alias Vangelis, registrato tra Londra e Milano negli ultimi mesi del '78, il secondo album del duo italiano composto dall' ex New Dada Maurizio Arcieri e dalla prorompente Christina Moser, degno seguito del primo "Chinese Restaurant". Ancora un album sorprendente, musica elettronica che abbraccia l' estetica punk ispirandosi alle sonorita' dei Kraftwerk e dei Neu attraverso una embrionale new wave, diviso tra episodi scarni e glaciali ed altri di "proto techno pop trasversale". Memorabili la splendida "Calling", capolavoro del disco, "Gott Gott Electron", interesantissimo il punk elettronico di "So You Don't". "Hibernation" chiude il periodo piu' ispirato ed incontaminato del gruppo, che pero' realizzara' ancora, con la nuova denominazione Krisma, dei lavori ricchi di spunti interessanti.
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