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Baker chet
it could happen to you (+ 1 track colored vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1958 waxtime in color
jazz
jazz
Edizione limitata in vinile da 180 grammi COLORATO, rimasterizzata con sistema Direct Metal Mastering, ed arricchita della presenza di una traccia aggiunta ("You Make Me Feel So Young", tratta dalle stesse sessions dell' album), copertina pressoche' identica sul fronte alla prima molto rara tiratura, del primo lp per la Riverside del grande trombettista e cantante Chet Baker. Il disco, registrato nell'agosto del '58 a New York, contiene 10 canzoni, (tutti classici "standards"), interpretate alla tromba ed alla voce dallo stesso Baker, accompagnato da Kenny Drew al piano, George Morrow o Sam Jones al basso, Philly Joe Jones o Danny Richmond alla batteria. Tutte le presenti interpretazioni di Baker si rifanno in maniera evidente ad una concezione che prevede un approccio di tipo swing e romantico. Senza dubbio una delle migliori performance di Baker alla voce. Questa la lista dei brani: "Do it the hard way", "I'm old fashioned", "You're driving me crazy", "It Could happen to you", My Heart Stood still", "The more i see you", "Everything Happens to me", "Dancing on the ceiling", "How long has this been going on", "Old Devil moon". Una delle leggende del jazz. Leggendario il suo storico quartetto con Gerry Mulligan, con il suo tipico stile "cool". Memorabili le sue sonorita' intense ed avvolgenti. Famoso per la sua vita da poeta maledetto, da "James Dean del Jazz", e per il suo volto disfatto dalle rughe di una vita sofferta e caratterizzata dalla tossicodipendenza e da una rovinosa corsa verso il disastro. "La musica era la grande protagonista. Suonavamo sempre, in ogni momento della giornata. Quando si metteva al volante della sua automobile, Chet parlava per ore, era uno zingaro, forse uno degli ultimi romantici on the road...". Nato il 23 dicembre 1929 in Oklahoma, si trasferisce non ancora tredicenne nella California meridionale, dove inizia a studiare la tromba. Non ancora ventenne irrompe nel mondo del jazz affiancando Charlie Parker nelle performances al celebre "Billy Berg's". Mentre continua a lavorare con Parker studia al "El Camino College" di Los Angeles; in questo periodo viene decisamente influenzato dal nascente cool jazz ispirato dal manifesto programmatico di Miles Davis "Birth of the Cool". Proprio dalla sintesi e dalla elaborazione sonora degli imput forniti da "Birth of the Cool" si sviluppa cosi' quello che viene definito "West Coast Jazz" e che vede al tempo protagonista proprio il quartetto di Baker e Mulligan, una formazione che propone come una sorta di ritorno alla pura melodia e che si caratterizza per i suoi suoni rarefatti e imponderabili, legati decisamente alla cantabilita' del jazz degli anni '30. Brano simbolo di quegli anni e' senza dubbio la splendida "My Funny Valentine". Proprio in questo periodo Baker inizia a coltivare ogni sorta di eccesso ed ad assumere ogni tipo di droga. Finisce, insieme a Mulligan, in galera. Scioglie il sodalizio con Mulligan e forma un suo nuovo quartetto con Dick Twardzik (che muore di overdose nel '55). Diviene un personaggio di culto, scandaloso per la morale comune ma che, al tempo stesso, viene corteggiato per concerti, incisioni e sessions in giro per il mondo, soprattutto in Europa ed in Italia, che diventa in pratica la sua patria adottiva. Qui suona nei night club e Fulvio Bernardini lo vuole per un periodo alla Bussola di Viareggio. Sempre in Italia accompagna Caterina Valente e, trovato in stato di semincoscienza con la siringa ancora nel braccio, sconta sedici mesi di carcere. Al culmine del successo italiano, diviene ospite fisso del milanese "Capolinea" ed incide il celebre "Chet Is Back". A meta' anni '60 rientra negli Stati Uniti, dove finisce in galera. Esce nel '68 e viene subito selvaggiamente picchiato da alcuni spacciatori. Perde cosi' tutti i denti. La sua carriera sembra finita. Alla fine del '69 viene nuovamente arrestato per fatti di droga. Nel '73, grazie anche all'aiuto di Dizzy Gillespie, Baker, con una dentiera nuova, torna a suonare la tromba. Nel corso di tutti gli anni '70 torna ad incidere, si cimenta in una lunga serie di concerti alla guida di piccoli gruppi formati dagli amici di sempre, riscuotendo un successo tanto commerciale quanto di critica. Negli ultimi anni di vita incide con il pianista Paul Bley ("Diane"), dal vivo a Tokio ("Four"), a Roma una serie di "work in progress - "Silence" (con Charlie Haden, Billy Higgins, e numerosi musicisti italiani), "Little Girl" (con lo Space Jazz Trio), e il controverso ma interessante "Chet on Poetry", che lo vede impegnato anche nella veste di cantante e narratore di poesie. Muore, in un tragico e misterioso volo dalla finestra di un anonimo albergo di Amsterdam, un venerdi' di maggio del 1988. La migliore testimonianza su Baker rimane quella del film "Let's Get Lost" di Bruce Weber: Resta impresso nella memoria il suo saluto gentile che chiude il film in una atmosfera surreale, mentre canta "Arrivederci" con Celentano e Mina e quel corpo sfracellato sull'asfalto senza un perche' - o forse con troppi perche'.
Baker chet
it could happen to you (+ 1 tracks)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1958 jazz wax
jazz
jazz
ristampa in vinile 180 grammi, rimasterizzata con sistema Direct Metal Mastering, ed arricchita della presenza di due tracce aggiunte ("You Make Me Feel So Young" e "While My Lady Sleeps", tratte dalle stesse sessions dell' album), copertina pressoche' identica sul fronte alla prima molto rara tiratura, del primo lp per la Riverside del grande trombettista e cantante Chet Baker. Il disco, registrato nell'agosto del '58 a New York, contiene 10 canzoni, (tutti classici "standards"), interpretate alla tromba ed alla voce dallo stesso Baker, accompagnato da Kenny Drew al piano, George Morrow o Sam Jones al basso, Philly Joe Jones o Danny Richmond alla batteria. Tutte le presenti interpretazioni di Baker si rifanno in maniera evidente ad una concezione che prevede un approccio di tipo swing e romantico. Senza dubbio una delle migliori performance di Baker alla voce. Questa la lista dei brani: "Do it the hard way", "I'm old fashioned", "You're driving me crazy", "It Could happen to you", My Heart Stood still", "The more i see you", "Everything Happens to me", "Dancing on the ceiling", "How long has this been going on", "Old Devil moon". Una delle leggende del jazz. Leggendario il suo storico quartetto con Gerry Mulligan, con il suo tipico stile "cool". Memorabili le sue sonorita' intense ed avvolgenti. Famoso per la sua vita da poeta maledetto, da "James Dean del Jazz", e per il suo volto disfatto dalle rughe di una vita sofferta e caratterizzata dalla tossicodipendenza e da una rovinosa corsa verso il disastro. "La musica era la grande protagonista. Suonavamo sempre, in ogni momento della giornata. Quando si metteva al volante della sua automobile, Chet parlava per ore, era uno zingaro, forse uno degli ultimi romantici on the road...". Nato il 23 dicembre 1929 in Oklahoma, si trasferisce non ancora tredicenne nella California meridionale, dove inizia a studiare la tromba. Non ancora ventenne irrompe nel mondo del jazz affiancando Charlie Parker nelle performances al celebre "Billy Berg's". Mentre continua a lavorare con Parker studia al "El Camino College" di Los Angeles; in questo periodo viene decisamente influenzato dal nascente cool jazz ispirato dal manifesto programmatico di Miles Davis "Birth of the Cool". Proprio dalla sintesi e dalla elaborazione sonora degli imput forniti da "Birth of the Cool" si sviluppa cosi' quello che viene definito "West Coast Jazz" e che vede al tempo protagonista proprio il quartetto di Baker e Mulligan, una formazione che propone come una sorta di ritorno alla pura melodia e che si caratterizza per i suoi suoni rarefatti e imponderabili, legati decisamente alla cantabilita' del jazz degli anni '30. Brano simbolo di quegli anni e' senza dubbio la splendida "My Funny Valentine". Proprio in questo periodo Baker inizia a coltivare ogni sorta di eccesso ed ad assumere ogni tipo di droga. Finisce, insieme a Mulligan, in galera. Scioglie il sodalizio con Mulligan e forma un suo nuovo quartetto con Dick Twardzik (che muore di overdose nel '55). Diviene un personaggio di culto, scandaloso per la morale comune ma che, al tempo stesso, viene corteggiato per concerti, incisioni e sessions in giro per il mondo, soprattutto in Europa ed in Italia, che diventa in pratica la sua patria adottiva. Qui suona nei night club e Fulvio Bernardini lo vuole per un periodo alla Bussola di Viareggio. Sempre in Italia accompagna Caterina Valente e, trovato in stato di semincoscienza con la siringa ancora nel braccio, sconta sedici mesi di carcere. Al culmine del successo italiano, diviene ospite fisso del milanese "Capolinea" ed incide il celebre "Chet Is Back". A meta' anni '60 rientra negli Stati Uniti, dove finisce in galera. Esce nel '68 e viene subito selvaggiamente picchiato da alcuni spacciatori. Perde cosi' tutti i denti. La sua carriera sembra finita. Alla fine del '69 viene nuovamente arrestato per fatti di droga. Nel '73, grazie anche all'aiuto di Dizzy Gillespie, Baker, con una dentiera nuova, torna a suonare la tromba. Nel corso di tutti gli anni '70 torna ad incidere, si cimenta in una lunga serie di concerti alla guida di piccoli gruppi formati dagli amici di sempre, riscuotendo un successo tanto commerciale quanto di critica. Negli ultimi anni di vita incide con il pianista Paul Bley ("Diane"), dal vivo a Tokio ("Four"), a Roma una serie di "work in progress - "Silence" (con Charlie Haden, Billy Higgins, e numerosi musicisti italiani), "Little Girl" (con lo Space Jazz Trio), e il controverso ma interessante "Chet on Poetry", che lo vede impegnato anche nella veste di cantante e narratore di poesie. Muore, in un tragico e misterioso volo dalla finestra di un anonimo albergo di Amsterdam, un venerdi' di maggio del 1988. La migliore testimonianza su Baker rimane quella del film "Let's Get Lost" di Bruce Weber: Resta impresso nella memoria il suo saluto gentile che chiude il film in una atmosfera surreale, mentre canta "Arrivederci" con Celentano e Mina e quel corpo sfracellato sull'asfalto senza un perche' - o forse con troppi perche'.
Baker chet, bill evans
Alone together (chet + 1 track)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1958 waxtime
jazz
jazz
Ristampa in vinile da 180 grammi, rimasterizzata con sistema DMM (Direct Metal Mastering). Pubblicato nel 2011 dalla Waxtime, questo album e' una riedizione con titolo e copertina cambiati dell'album ''Chet'' (e con una bonus track, ''I could have danced all night'' incisa il 22 luglio del 1959 con formazione diversa), originariamente pubblicato dalla Riverside negli USA a nome del solo Chet Baker. Inciso a New York in due sessioni, il 30 dicembre del 1958 ed 19 gennaio del 1959, con formazione composta da Chet Baker (tromba), Herbie Mann (flauto), Pepper Adams (sax baritono), Bill Evans (pianoforte), Kenny Burrell (chitarra), Paul Chambers (contrabbasso) e Philly Joe Jones (batteria, sostituito da Connie Kay il 30 dicembre). Accompagnato da una formazione di prim'ordine, Baker e' qui agli ultimi scampoli dell'epoca d'oro dello West Coast jazz, all'opera con un set prevalentemente composto da lente ballate in cui spicca il suo lirismo, ora leggero e soave, ora malinconico e blues. Questa la scaletta: ''Alone together'', ''How high the moon'', ''It never entered my mind'', '''Tis Autumn'', ''If you could see me now'', ''September song'', ''You'd be so nice to come home to'', ''Time on my hands'', ''You and the night and the music'', ''I could have danced all night''. Uno degli esponenti principali del jazz californiano, Chet Baker suono' gia' giovanissimo con Stan Getz, Dexter Gordon e Charlie Parker, uno dei suoi primi sostenitori. Nel 1952 venne ingaggiato da Gerry Mulligan e l'anno successivo venne eletto miglior trombettista dell'anno dalla rivista Down Beat, diventando una delle punte di diamante del cosiddetto cool jazz; grande sia come trombettista che come cantante, Baker ha avuto una lunga e prolifica carriera ed una vita maledetta, terminata in modo tragico e misterioso ad Amsterdam nel 1988.
Baker la vern
La vern baker (rock & roll, 2nd album)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1957 music on vinyl
soul funky disco
soul funky disco
Ristampa in vinile 180 grammi per audiofili, copertina pressoche' identica alla prima molto rara tiratura su Atlantic. Il secondo album, noto anche come "Rock & Roll", dalla indicazione che compare sulla copertina; uscito nel 1957 dopo "La Vern" e prima di "La Vern baker Sings Bessie Smith". Marchiato dalla Atlantic sulla copertina dalla dicitura "Rock & Roll", e' in effetti forse il disco piu' travolgente della grande cantante di colore, e contiene tra gli altri brani alcuni dei suoi maggiori successi, come "Bop-Ting-A-Ling" (numero 3 nelle classifiche R&B), "Play It Fair" (#2 R&B), "Still" (#4 R&B) e soprattutto la fantastica "Jim Dandy" (#1 R&B, e numero 17 nelle classifiche pop). La grande cantante afroamericana possedeva uno stile potente ed una voce impositiva ed esuberante, a suo agio con r'n'b, jump blues e rock'n'roll, fenomeno quat' ultimo che non a caso la vide coinvolta a meta' anni '50, con la partecipazione ad alcuni film di Alan Freed proprio sul rock'n'roll. Questa la scaletta: Jim Dandy, Tra La La, I can't Love You Enough, Get Up Get Up (You Sleepy Head), That's All I Need, Bop-Ting-A-Ling, Tweedle Dee, Still, Play It Fair, Tomorrow Night, That Lucky Old Sun, Soul On Fire, My Happiness Forever, How Can You Leave A Man Like This? Delores Williams (1929-1997), passata alla storia come LaVern Baker, e' stata una delle dive del r'n'b e del rock'n'roll degli anni '50, con il suo stile vocale potente ed esuberante, talvolta persino ruvido; mosse i primi passi nellla natia Chicago nella seconda meta' degli anni '40, cantando insieme a vari complessi e con diversi nomi d'arte (Little miss Sharecropper, Bea Baker), prima di esordire come solista nel 1953 con la Atlantic. L'esplosione del rock'n'roll a meta' decennio la coinvolse in qualche modo, forse anche per il suo stile energico e per i suoi brani spesso scatenati per gli standard dell'epoca, e partecipo' ad alcuni film di Alan Freed come ''Rock, rock, rock'' e ''Mr. Rock'n'roll''. Canto' per i soldati americani in Vietnam verso la fine degli anni '60, ammalandosi gravemente poco dopo, e stabilendosi nelle Filippine dopo la guarigione, dove gesti' un locale per i soldati americani di stanza per oltre vent'anni. Tornata negli USA alla fine degli anni '80, dove riprese a lavorare per il mondo della musica e dello spettacolo.
Baker la vern
Sings bessie smith (ltd. 180 gr.)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1958 del ray
soul funky disco
soul funky disco
Edizione limitata in vinile da 180 grammi. Ristampa del 2017 ad opera della Del Ray, nuovamente rimasterizzata e pressoché identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1958 dalla Atlantic negli USA, il terzo album, successivo a "Lavern Baker" (1957) e precedente "Blues ballads" (1959). Supportata da un cast di strumentisti di punta del jazz mainstream, fra cui Jerome Richardson e Sahib Shihab (sassofoni baritono), Nat Pierce (pianoforte), Paul Quinichette (sax tenore), Jimmy Cleveland, Urbie Green e Vic Dickerson (tromboni) e Buck Clayton (tromba), oltre che dagli arrangiatori Ernie Wilkins, Nat Pierce e Phil Moore, la Baker si cimenta con un accostamento molto ardito, quello fra una cantante r'n'b e rock'n'roll ed il repertorio e lo stile di una delle grandi voci femminili del blue e del jazz prebellico, quella di Bessie Smith. La Baker interpreta dodici brani associati alla Smith con un approccio personale, senza forzare emulazioni che sarebbero probabilmente risultate deleterie, ed offre un set di canzoni vivaci e cantate con grande energia, non di rado graffiante. Questa la scaletta: "Gimme A Pigfoot", "Baby Doll", "On Revival Day", "Money Blues", "I Ain't Gonna Play No Second Fiddle", "Backwater Blues", "Empty Bed Blues", "There'll Be A Hot Time In The Old Town Tonight", "Nobody Knows You When You're Down And Out", "After You've Gone", "Young Woman's Blues", "Preaching The Blues". Delores Williams (1929-1997), passata alla storia come LaVern Baker, e' stata una delle dive del r'n'b e del rock'n'roll degli anni '50, con il suo stile vocale potente ed esuberante, talvolta persino ruvido; mosse i primi passi nellla natia Chicago nella seconda meta' degli anni '40, cantando insieme a vari complessi e con diversi nomi d'arte (Little miss Sharecropper, Bea Baker), prima di esordire come solista nel 1953 con la Atlantic. L'esplosione del rock'n'roll a meta' decennio la coinvolse in qualche modo, forse anche per il suo stile energico e per i suoi brani spesso scatenati per gli standard dell'epoca, e partecipo' ad alcuni film di Alan Freed come ''Rock, rock, rock'' e ''Mr. Rock'n'roll''. Canto' per i soldati americani in Vietnam verso la fine degli anni '60, ammalandosi gravemente poco dopo, e stabilendosi nelle Filippine dopo la guarigione, dove gesti' un locale per i soldati americani di stanza per oltre vent'anni. Tornata negli USA alla fine degli anni '80, dove riprese a lavorare per il mondo della musica e dello spettacolo.
Ballard hank and midnighters
don't change your.../we'll never...
78 [edizione] originale mono usa 1955 federal
[vinile] Very good soul funky disco
[vinile] Very good soul funky disco
il quattordicesimo singolo di Henry (Hank) Ballard ed i suoi Midnighters; 78rpm su Federal verde senza "hi-fidelity", scritte argento, "Federal" in corsivo in alto, (uscito su 45rpm, lo stesso anno con la stessa etichetta). I due pezzi qui presenti fanno parte del periodo d'oro del gruppo, che va dal '52 (inizialmente con il nome di Royals) al '56, anche grazie agli arrangiamenti del chitarrista Carl Green. Famosi per aver inciso quel gioiello di R&B che va sotto il titolo di "Work With Me Annie", pezzo che suscit= forte scandalo presso la comunitÓ puritana americana, e che dette luogo ad un'altra serie di "brani risposta" come "Roll With Me Henry" (Etta James in duetto con Richard Berry), dove Henry Þ lo stesso Hank.
Ballard hank and the midnighters
Hank ballard and the midnighters (+2 tracks)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1957 waxtime
soul funky disco
soul funky disco
Ristampa in vinile da 180 grammi, copertina pressoche' identica sul fronte a quella della prima tiratura ma con due bonus tracks (''The twist'', posta alla fine della prima facciata, e ''Henry's got flat feet'', alla fine della seconda). Originariamente pubblicato nel 1957 dalla King negli USA, l'eponimo leggendario album di Ballard con i suoi Midnighters, un classico del primo r'n'b nella sua incarnazione meno sdolcinata ed orchestrale, bensi' piu' vicina al rock'n'roll ed allo spirito funk con i suoi arrangiamenti relativamente scarni e con la tostissima e blueseggiante chitarra di Cal Green, che sostiene la splendida voce tenorile di Ballard in grandi brani come ''Daddy's little baby'' e ''Stay by my side'', episodi forse meno famosi delle hits come ''Work with me annie'', ''Sexy ways'' e ''Annie had a baby'' (non presenti in questo lp), ma comunque notevolissimi. Questa la scaletta: ''Open up the back door'', ''In the doorway crying'', ''Oh so happy'', ''Let'em roll'', ''E basta cosi''', ''Stay by my side'', ''Daddy's little baby'', ''Partners for life'', ''Is your love for real'', ''What made you change your mind'', ''Let me hold your hand'', ''Early one morning''. Hank Ballard e' stato uno dei grandissimi della musica afroamericana sin dagli anni '50, capace dopo i suoi grandi trascorsi tra doo-wop, r'n'b e quant'altro (sua la "The Twist" che un anno dopo la sua versione, riproposta da Chubby Checker nel 1960, fu un immenso successo iniziando un vero e proprio sotto-filone del r'n'roll), di riciclarsi e trovare modo di esprimersi ancora su grandissimi livelli nel corso di una proficua collaborazione con James Brown, nel periodo in cui quest' ultimo con i JB's creava una vera e propria "factory" di innumerevoli artisti e musicisti all' insegna di uno straordinario deep funk il cui marchio di fabbrica e' immediatamente riconoscibile.
Barnet charlie
i grandi del jazz / Charlie barnet
Lp [edizione] originale mono ita 1958 fabbri
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
[vinile] Excellent [copertina] Very good jazz
copertina apribile, booklet di 8 pagine con note e foto a colori, etichetta nera, bianca e rossa, bella copia con lievi segni di invecchiamento sulla copertina, pubblicato in Italia nel '79 nella collana "I grandi del jazz" della Fabbri, su licenza della Storyville Records, questo album contiene dodici brani incisi nell'agosto e nel settembre del 1958 a New York con differenti orchestre che vedono pero' la presenza continua del sassofono di Charlie Barnet, uno dei piu' importanti conduttori bianchi di big band, in particolare nel corso degli anni '40. La carriera di Barnet come band leader comincia a New York nel 1933 e la sua orchestra, a partire dal 1935, e' una delle prime ad essere composte da musicisti sia bianchi che di colore; in questo periodo suona anche con Red Norvo, ma il successo arriva nel 1939 con la registrazione del brano "Cherokee". Nel corso del decennio successivo il sassofonista, fortemente influenzato da Duke Ellington ed in misura minore da Count Basie, conduce un'orchestra di notevole successo, producendo altri hit fra cui la sua classica "Skyliner". Dall'inizio degli anni '50 Barnet si ritira parzialmente dalle scene, per poi abbandonarle definitivamente nel 1966. Oltre alla sua attivita' come big band leader, e' da notare che Barnet fu uno dei pochissimi interpreti del sax soprano negli anni '30 e '40, insieme a Sidney Bechet, sebbene il suo strumento principale fosse il sax tenore. La scaletta comprende i seguenti brani: "Take tha A train", "Charleston alley", "I can't get started", "Flying home", "Harlem nocturne", "One o'clock jump", "Skyliner", "Stardust", "Moten swing", "Redskin rhumba", "East side west side" e "Cherokee". Il disco contiene un bell'inserto fotografico con note sull'attivita' di Barnet nel suo periodo d'oro.
Basie count
Basie rides again (+2 tracks)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1952 waxtime
jazz
jazz
Edizione limitata in vinile da 180 grammi. Ristampa del 2017 ad opera della WaxTime, pressoche' identica alla edizione del 1957 su Verve, ma con due bonus tracks (''Extended blues'', posta alla fine della prima facciata, e ''No name (alt. Take)'', posta alla fine della seconda). Originariamente pubblicato nel 1956 dalla Clef, e ristampato nel 1957 dalla Verve, inciso a New York il 25 gennaio, il 22 e 23 luglio, ed 12 dicembre del 1952, dall'orchestra diretta da Count Basie (pianoforte), e composta da Charlie Shavers (solo il 25 gennaio), Reunald Jones (solo a luglio e dicembre), Paul Campbell, Wendell Culley e Joe Newman (trombe); Henry Coker, Benny Powell e Jimmy Wilkins (tromboni); Marshall Royal (sax alto, clarinetto); Ernie Wilkins (sax alto, sax tenore); Floyd Johnson (solo il 25 gennaio), Eddie ''Lockjaw'' Davis (solo a luglio e dicembre) e Paul Quinichette (sassofoni tenori); Charlie Fowlkes (sax baritono); Freddie Green (chitarra); Oscar Peterson (pianoforte, solo in due brani a luglio); Jimmy Lewis (solo a gennaio e luglio), Ray Brown (solo in due brani a luglio) e George Ramey (solo a dicembre) (contrabbassi); Gus Johnson (batteria); Al Hibber (voce, solo a dicembre). Una parte del materiale di questo album era gia' stata pubblicata, sempre dalla Clef, nell'album ''Basie jazz'' del 1954. Si tratta di splendide sessioni di jazz per big band in un periodo non facile per questo stile musicale, durante il quale si prediligevano formazioni piu' ridotte e dedite al be bop ed al primo hard bop. L'album contiene anche la prima collaborazione in assoluto incisa in studio da Basie con il suo amico ed ammiratore Oscar Peterson, con il quale incidera' piu' volte negli anni succcessivi. Questa la scaletta: ''Jive at five'', ''Be my guest'', ''No name'', ''Blues from the count and oscar'', ''Redhead'', ''Every tub'', ''Goin' to chicago'', ''Sent for you yesterday and here you come today'', ''Bread'', ''There's a small hotel'', ''Tipping on the q.t.'', ''Blee blop blues''. Count Basie (1904-1984) fu probabilmente la figura di maggior spicco del jazz di Kansas City degli anni '30, una citta' che risenti' in misura minore della grande crisi economica del 1929, i cui effetti portarono sul lastrico ed alla disoccupazione numerosi musicisti jazz americani; questa situazione fortunata permise lo sviluppo di una ricca e vitale scena jazzistica nella citta' del Missouri, che per un periodo divenne quasi l'erede musicale della New Orleans di inizio '900. In questo clima il pianista e band leader Basie, influenzato dai pianisti stride e da Fats Waller, riusci' a costituire una favolosa big band dedita allo swing, capace di rivaleggiare con quella newyorkese di Duke Ellington, a cui partecipavano prestigiosi musicisti come il chitarrista Freddie Green, il contrabbassista Walter Page ed il moderno batterista Jo Jones; la musica che ne risultava era un festoso ed esplosivo carnevale di ritmi e di suoni; la sua opera nell'ambito del big band jazz e' considerata di primaria importanza e celebri sono le sue collaborazioni con Frank Sinatra ed Ella Fitzgerald.
Baxter les
Space escapade (+Music Out Of The Moon)
Lp [edizione] ristampa stereo eu 1958 vinyl passion
[vinile] Excellent [copertina] Good soundtracks
[vinile] Excellent [copertina] Good soundtracks
copia ancora incellophanata, ma con piegatura piuttosto ampia sul retro in basso, ristampa del 2018, in vinile pesante, che riunisce in un unico lp (con copertina esclusiva e ricche note sul retro) l' album "SPace Escapade" del 1958 e lo storico "Music Out of the Moon" del 1947 (esordio di Les Baxter, accreditato a Harry Revel & Leslie Baxter & Dr. Samuel J. Hoffman, titolo completo "Music Out Of The Moon: Music Unusual Featuring The Theremin"), contenente sei brani e realizzato negli anni in vari formati, come triplo shellac, in 10" e come triplo 7"). Queste le note relative a "Space Escapade": Originariamente pubblicato nel 1958 dalla Capitol negli USA, uno dei più apprezzati album della folta discografia baxteriana dell'epoca, ''Space escapade'' trasporta l'exotica nello spazio, come già indica la foto di copertina, fra bellezze aliene, strani cocktails, tute spaziali e razzi. La musica è un groviglio di pop orchestrale, ammalianti voci femminili ''wordless'', sonorità avvolgenti, sontuose ed hollywoodiane. Questa la scaletta: ''Shooting star'', ''Moonscape'', ''Mr. Robot'', ''The city'', ''A distant star'', ''The commuter'', ''Winds of sirius'', ''The other side of the moon'', ''Somewhere in space (a look back at heart)'', ''Earth light'', ''The lady is blue'', ''Saturday night on saturn''. Considerato uno dei padri dell'exotica, insieme a Martin Denny, il detroitiano Les Baxter (1922-1996) è stato un pioniere dell'uso del theremin, strumento entrato anche nell'universo rock, avendo realizzato con esso un influente album, ''Music out of the moon'', già nel 1948, lavoro che contribuì alla genesi dello space age pop; nel 1951 incise il suo album ''Ritual of the savage'', considerato uno dei più rilevanti lp di exotica, e collaborò come compositore, conduttore ed arrangiatore in alcune delle prime opere di Yma Sumac, come ''Voice of the xtabay'' (1950). Ha anche lavorato molto con le colonne sonore, componendone più di cento.
Bechet sidney
Bechet souvenirs (coloured vinyl)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1951 disques vogue / sony / legacy
jazz
jazz
Vinile color arancio con chiazze bianche. Ristampa del 2017 ad opera della Disques Vogue / Sony / Legacy, con artwork che riprende quello dell'originario 10" francese, ma in formato 12". Originariamente pubblicato nel 1951 dalla Vogue in Francia, inciso a Parigi il 7 settembre del 1952 da Sidney Bechet (sax soprano), André Réwéliotty (clarinetto), Claude Luter (clarinetto), Yannick Singery (pianoforte), Michel Pacout (batteria), Wallace Bishop (batteria), Jean-Louis Durand (trombone) e Marcel Bornstein (tromba), un delizioso set di jazz vecchio stile, pre-bop, dai richiami prebellici e ricco di sfumature blues, guidato da uno dei massimi interpreti del sassofono soprano. Questa la scaletta: "Kansas city man blues", "Of all the wrongs you've done to me", "Apex blues", "Together", "Put on your old grey bonnet", "Sleepy time gal", "Darling, nelly gray", "Sidney's wedding day". Nato a New Orleans nel 1897 da genitori creoli, il sassofonista e clarinettista Sidney Bechet si sposta a Chicago nel 1917 e diviene uno dei piu' grandi jazzisti della sua epoca, maestro indiscusso del sax soprano. Le sue prime registrazioni sono del 1923 con Clarence Williams e Louis Armstrong. Negli anni '50 si trasferisce a Parigi, dove morira' nel 1959. Fu uno dei primi musicisti ad esaltare la funzione dello strumento solista anche se suonava quasi sempre all'interno di band con molti componenti.
Belafonte harry
Belafonte At Carnegie Hall: The Complete Concert
lp2 [edizione] seconda stampa stereo ita 1959 rca victor
[vinile] Excellent [copertina] Excellent world
[vinile] Excellent [copertina] Excellent world
Doppio album, seconda stampa italiana in mono, risalente alla meta' degli anni '60, copertina (con giusto assai lievi segni di invecchiamento) apribile cartonata, laminata all' esterno, con costola in tela con scritte in rosso, etichetta nera con scritte e logo argento, con "deep groove", con "Biem" a destra, catalogo LOC6006-1 e LOC6006-2 sui rispettivi vinili, copia ancora fornita delle buste interne che pubblicizzano vari dischi del catalogo della Rca Italiana (tra cui i due albums dei Rokes ed il primo album dei Kinks. Originariamente pubblicato nel 1959 dalla RCA Victor, giunto al terzo posto in classifica negli USA, l'acclamato album dal vivo registrato al Carnegie Hall di New York il 19 ed il 20 aprile del 1959. Belafonte e' accompagnato da Millard Thomas (chitarra), Raphael Boguslav (chitarra), Danny Barrajanos (bongos, conga) e Norman Keenan (contrabbasso), oltre ad un'orchestra condotta da Robert Corman. Un disco di enorme successo, registrato in un momento di grande entusiasmo per la musica di Belafonte, e' un classico che ripercorre il decennio degli anni '50 nella carriera del cantante, con brani che vanno dal calypso alle canzoni ''chain gang'' (le canzoni cantate dai forzati, patrimonio della cultura musicale blues), dal folk allo spiritual, il tutto interpetato con riconosciuta maestria ed intensita'. Questa la scaletta: ''Introduction/darlin' cora'', ''Sylvie'', ''Cotton fields'', ''John Henry'', ''Take my mother home'', ''The marching saints'', ''Day 0'', ''Jamaica farewell'', ''Man piaba'', ''All my trials'', ''Mama look a boo boo'', ''Come back liza'', ''Man smart'', ''Hava nageela'', ''Danny boy'', ''Merci bon dieu'', ''Cu cu ru cu cu paloma'', ''Shenandoah'', ''Matilda''. Celeberrimo cantante afroamericano di origini giamaicane, Harry Belafonte e' ricordato soprattutto per le sue interpretazioni nello stile Calypso, esemplificate dalla famossisima ''The banana boat song'', e per le influenze della musica folk e di quella caraibica sulla sua opera. Ebbe il suo periodo di maggior splendore fra gli anni '50 e '60.
Belvin jesse
But not forgotten (casual jesse belvin)
Lp [edizione] ristampa mono usa 1959 united
[vinile] Excellent [copertina] Excellent soul funky disco
[vinile] Excellent [copertina] Excellent soul funky disco
ristampa degli anni '60, in mono, dell' album originariamente pubblicato dalla Crown nel 1959 con il titolo "The Casual Jesse Belvin"), copertina cartonata con indicazione "United Superior" sia sul retrocpertina che sull' etichetta, indirizzo sul retrocopertina "5810 S. Normandie Ave., Los Angeles, California", etichetta giallo / verde con logo e scritte nere, Pubblicato in Usa nel 1965 raccoglie i piu' celebri brani di uno dei piu' grandi rappresentanti del 'crooning nero' morto in un incidente automobilistico nel '60 con la moglie e l'autista.. il suo stile ricorda nat king cole e billy eckstine ma anche sam cooke e clyde mc phatter. famoso per aver scritto "earth angel" dei penguins. qui, la sua hit "goodnight my love". Ecco la lista del materiale incluso- Goodnight my love, Sentimental reasons, I love you for, I'll mess you up, Once upon a time, I'm in love, Girl of my dreams, My desie, Don't close the door, Senorita, I want to know why.
Belvin jesse
Just jesse belvin
Lp [edizione] ristampa stereo ger 1959 rca
[vinile] Excellent [copertina] Excellent soul funky disco
[vinile] Excellent [copertina] Excellent soul funky disco
Ristampa tedesca degli anni '80, pressoche' identica alla prima tiratura del 1959, copertina lucida fronte retro con barcode, label nera con scritte argento e logo RCA argentato a sinistra, catalogo NL89458, logo BIEM/GEMA in riquadro a sinistra. Originariamente pubblicato nel 1959 dalla RCA Victor, il penultimo album di Jesse Belvin, precedente ''Mr. Easy'' (1960, uscito postumo). Poco prima della sua tragica e prematura scomparsa, il grande cantante afroamericano realizza qui un album in cui si mette in evidenza la sua voce molto ''maschia'', in particolare contrasto con una base musicale molto morbida a base di jazz mainstream, pop ed arrangiamenti orchestrali. Questa la scaletta: ''Secret love'', ''Love is here to stay'', ''Ol' man river'', ''Now you know'', ''Zing! Went to the strings of my heart'', ''Guess who'', ''Witchcraft'', ''My funny valentine'', ''Funny'', ''Take me back to the island'', ''The masquerade is over'', ''Alright, okay, you win''. Il texano trapiantato in california Jesse Belvin (1932-1960) e' uno dei piu' grandi rappresentanti del ''crooning nero'', prematuramente scomparso in un incidente automobilistico con la moglie. Il suo stile ricorda Nat King Cole e Billy Eckstine ma anche Sam Cooke e Clyde McPhatter. Resta famoso per aver scritto ''Earth angel'' dei Penguins.
Belvin jesse
just jesse belvin
Lp [edizione] originale mono can 1959 rca victor
[vinile] Excellent [copertina] Very good soul funky disco
[vinile] Excellent [copertina] Very good soul funky disco
prima rara stampa canadese, copertina cartonata (con piccola striscia di nastro adesivo trasparente lungo circa 9 cm. della costola in alto), etichetta con "deep groove"; nera con scritte argento e logo "Rca Victor" argento in alto, con logo can cane, "long play" in basso e "new ortophonic high fidelity" sia sull' etichetta che sulla copertina; catalogo LPM2089. Originariamente pubblicato nel 1959 dalla RCA Victor, il penultimo album di Jesse Belvin, precedente ''Mr. Easy'' (1960, uscito postumo). Poco prima della sua tragica e prematura scomparsa, il grande cantante afroamericano realizza qui un album in cui si mette in evidenza la sua voce molto ''maschia'', in particolare contrasto con una base musicale molto morbida a base di jazz mainstream, pop ed arrangiamenti orchestrali. Questa la scaletta: ''Secret love'', ''Love is here to stay'', ''Ol' man river'', ''Now you know'', ''Zing! Went to the strings of my heart'', ''Guess who'', ''Witchcraft'', ''My funny valentine'', ''Funny'', ''Take me back to the island'', ''The masquerade is over'', ''Alright, okay, you win''. Il texano trapiantato in california Jesse Belvin (1932-1960) e' uno dei piu' grandi rappresentanti del ''crooning nero'', prematuramente scomparso in un incidente automobilistico con la moglie. Il suo stile ricorda Nat King Cole e Billy Eckstine ma anche Sam Cooke e Clyde McPhatter. Resta famoso per aver scritto ''Earth angel'' dei Penguins.
Benton brook
It's just a matter of time
Lp [edizione] originale stereo usa 1959 mercury
[vinile] Excellent [copertina] Very good soul funky disco
[vinile] Excellent [copertina] Very good soul funky disco
prima stampa USA, nella piu' rara versione stereo, copertina (con moderati segni di invecchiamento) cartonata, laminata sul fronte e liscia sul retro, label nera con ''deep groove'', logo e scritte argento, con logo Mercury in un ovale in alto, scritta ''long playing high fidelity'' lungo il bordo in basso, catalogo SR-60077. Pubblicato nel 1959 dalla Mercury, il primo album, precedente ''Endlessly'' (1959). Contenente la celebre title track, il cui singolo fu un grandissimo successo in patria, giungendo al primo posto nella classifica r'n'b ed alla terza posizione nella billboard hot 100, ''It's just a matter of time'' e' eccellente esempio di soul / r'n'b fortemente intrecciato al pop, contenente per lo piu' avvolgenti e lente ballate dalle atmosfere soavi e romantiche, alimentate da delicati arrangiamenti di archi: una formula che ben si sposa con il canto virile ma gentile di Benton, particolarmente suggestivo con il suo crooning sulla title track. Popolare cantante rock'n'roll e r'n'b a cavallo fra i tardi anni '50 ed i primi anni '60, durante i quali pubblico' numerosi singoli ed album, Brook Benton (1931-1988) nacque a Camden nella Carolina del Sud ma si trasferi' giovane a New York in cerca di fortuna nel mondo della musica. Formatosi con la musica religiosa afroamericana, Benton era in possesso di una bella voce baritonale; la svolta della sua carriera avvenne con il sodalizio con il paroliere e produttore Clyde Otis, insieme al quale elaboro' un r'n'b levigato ed arricchito dagli archi che frutto' non pochi hits nelle classifiche pop e r'n'b americane nel suo periodo di maggior splendore, quali ''It's just a matter of time'' (1959), ''The boll weevil song'' (1961) e ''Hotel happiness'' (1963), tutte entrate nella top 3 della billboard hot 100.
Berry chuck
Is on top (+ 2 tracks)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1959 jazz wax
blues rnr coun
blues rnr coun
Ristampa del 2023 in vinile 180 grammi, rimasterizzata con sistema DMM (Direct Metal Mastering), copertina pressoche' identica sul fronte a quella della originaria rara tiratura, ma con note e foto supplementari sul retro; questa riedizione include inoltre due brani aggiunti, "The downbound train" (b-side di un singolo pubblicato nel 1956) e "Run rudolph run" (pubblicata su singolo nel 1958). Il terzo fondamentale lp di Chuck Berry, pubblicato dalla Chess nel luglio del 1959, dopo ''One dozen berries'' (1958) e prima di ''Rockin' at the hops'' (1960). Il disco e' essenzialmente una raccolta di singoli, come la maggior parte degli album di Rock 'n' Roll degli anni '50 e dei primi '60.Contiene alcuni pezzi entrati nella leggenda del Rock 'n Roll, suonati tra gli altri con il grande Willie Dixon al basso, con la scaletta che ci regala ''Almost Grown'', "Carol", "Maybelline", ''Sweet little rock & roller'', ''Anthony boy'', "Johnny B.Goode", "Little Queenie", ''Jo jo gunne'', "Roll Over Beethoven", "Around And Around", ''Hey pedro'' e ''Blues for hawaiians'': solo i titoli dei brani danno un'idea della incalcolabile importanza del contenuto musicale di questo lp, senza contare l'eccezionale qualita' della musica di Berry negli anni '50. Una delle figure piu' importanti del rock and roll dei '50. Capace di fondere il rhythm and blues nero ed il country and western bianco; una fusione che insieme a testi innovativi per l'epoca, pieni di humour e dedicati ai giovani, dette origine ad un vero e proprio archetipo del rock and roll. Per questo e' stato definito il "padre fondatore" del genere; come disse John Lennon, "se il rock and roll avesse avuto un altro nome non avrebbe potuto essere che Chuck Berry". Charles Edward Anderson Berry, secondo alcune fonti nato a San Jose' in California nel '31, secondo altre a St. Louis nel '26, cresce comunque a St. Louis in una famiglia numerosa. Verso la meta' degli anni '40, per una condotta di vita non proprio irreprensibile, conosce per la prima volta il carcere. Si avvicina seriamente alla chitarra all'inizio dei '50 e nel '52 entra a far parte del Johnny Johnson Trio che, oltre a lui, comprende il pianista Johnson (che restera' al suo fianco per tutti i decenni successivi) ed il batterista Ebby Harding. Nel maggio del '55, per la Chess di Chicago, effettua la sua prima session, riproponendo un vecchio pezzo intitolato "Ida Red" con il nuovo titolo di "Maybelline", miscelando in esso blues, jazz, country e rockabilly. Nell'agosto dello stesso anno il brano e' al quinto posto della classifica di Billboard, supera il milione di copie e vince il "Billboard Triple Award" come disco piu' venduto. Il suo periodo piu' prolifico e creativo va dal '56 al '59, nel quale sforna un gran numero di successi, ormai divenuti dei classici del rock and roll, come "Roll Over Beethoven" e "Brown Eyed Handsome Man" (1956), "School Days" e "Rock and Roll Music" (1957), "Sweet Little Sixteen", "Johnny B. Goode", "Beautiful Delilah", "Carol" e "Sweet Little Rock And Roller" (1958), "Almost Grown", "Back In The Usa" e "Memphis Tennessee" (1959). Proprio in questi anni accompagna la sua frenetica attivita' dal vivo con la personalissima invenzione della "duck walk", la camminata dell'anatra. Verso la fine del '59 viene condannato a due anni di carcere ma, malgrado la sua assenza dalle scene, resta presente sul mercato con altre sue numerose hits. Torna in liberta' nel '63 e nel '64 effettua il suo primo tour inglese che lo porta a contatto con Animals, Beatles, Rolling Stones ed altri gruppi e musicisti che hanno trovato in lui una fonte di ispirazione. Verso la fine del '66 lascia la Chess e passa alla Mercury. Da qui in avanti la sua produzione conoscera' alti e bassi, senza mai giungere ai picchi del suo periodo d'oro.
Berry richard
Louie louie (1954-1961)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1955 ace
blues rnr coun
blues rnr coun
Vinile da 180 grammi di colore rosso, copertina lucida a busta, label marrone con scritte in marrone piu' scuro, catalogo HIQLP017. Pubblicata dalla Ace nel 2014, questa raccolta compila quattordici brani di Richard Berry: sulla prima facciata trovano spazio brani tratti dai 7'' su Flip usciti nel biennio1957-1958 (oltre ad un paio del 1961 su altre etichette), fra i quali troviamo la versione originale della sua ''Louie louie'' (per la prima volta su lp in cinquant'anni) e la quasi altrettanto iconica ''Have love will travel'', mentre la seconda facciata e' dedicata ai suoi singoli usciti su Flair fra il 1954 ed il 1955 ed a quelli su RPM pubblicati fra il 1955 ed il 1956. Questa la scaletta: ''Louie louie'' (1957), ''Have love will travel'' (1959), ''Besame mucho'' (1958), ''The mess around'' (1958), ''In a real big way'' (1961), ''Give it up'' (1961), ''Sweet sugar you'' (1957), ''Yama yama pretty mama'' (1956), ''Oh! Oh! Get out of the car'' (1955), ''Next time'' (1955), ''Big john'' (1955), ''Jelly roll'' (1955), ''Gettin' high'' (1954), ''Bye bye'' (1954). Il californiano Richard Berry (1935-1997) e' l'autore di quello che forse e' il brano piu' coverizzato di tutti i tempi, ''Louie louie'', uscito nel 1957 ed accreditato a Richard Berry & the Pharaos. Incredibile e' la storie di quella canzone: Berry compose ''Louie louie'' mettendo praticamente insieme la versione che un suo gruppo precedente, i Rhythm Rockers, aveva elaborato del brano di calypso di René Touzet's "El Loco Cha Cha", con la "Havana Moon" di Chuck Berry. Una melodia di semplicita' disarmante, ma assolutamente di quelle che non riescono ad uscire dalla testa, pochi accordi ed un ritmo contagioso fecero del brano un piccolo successo, ovviamente presto uscito anche come facciata A di un successivo singolo, e quando il gruppo di Berry si esibi' nel Pacific Northwest, molti gruppi locali iniziarono a suonare il brano, finche' la riuscitissima versione dei Kingsmen divenne un hit nazionale nel 1963, dopodiche' il brano continuo' ad essere suonato da un numero infinito di gruppi, divenendo un classico dei '60 paragonabile a pochi altri. Berry aveva pero' venduto i diritti del brano nel '59, e non si giovo' piu' di tanto di quel clamoroso successo, fino a che non ne reacquisi' i diritti alla fine degli anni '80.
Big mama thornton
hound dog / rock a bye baby
7" [edizione] nuovo mono usa 1953 peacock
blues rnr coun
blues rnr coun
Singolo in formato 7", ristampa pressoche' identica alla prima molto rara tiratura, con etichetta marrone ed argento, copertina ovviamente neutra; l' immortale storico singolo pubblicato nel febbraio del 1953 dalla grandissima cantante di Montgomery, Alabama, registrato addirittura nell' agosto del 1952, con quella "Hound Dog" (scritta da Leiber e Stoller) sul lato A che e' tra le piu' clamorose anticipazioni del rock'n'roll che sarebbe esploso qualche anno dopo, brano che ebbe gia' un notevole successo in questa versione ed avra' un successo ancora maggiore nella versione che ne dara' un paio di anni dopo Elvis Presley, versione peraltro ampiamente basata su questa. Sul retro un episodio minore, ma comunque brillante e trascinante, l' originale "Rock A Bye Baby", marchiato a fuoco dalla voce possente e viscerale di questa straordinaria "donnona" (il nome d'arte non era casuale), cantante, autrice dei suoi brani, multistrumentista. Si dice che dal vivo unisse la sensibilita' delle grandi cantanti country- blues come Memphis Minnie alla forza ed alle notevoli capacita' di palcoscenico tipiche invece delle leggende degli anni '20 come Ma Raney e Bessie Smith, cosa che non si fatica ad immaginare ascoltando molte delle sue incisioni. Proveniente da Montgomery, Alabama, la cantante blues Big Mama Thornton (1926-1984) era in possesso di una voce potente ed impositiva, che rifletteva un temperamento forte e scontroso; sebbene non goda di grandissima fama, e' stata una artista in certo modo seminale per la storia del rock, in quanto il suo unico grande successo, ''Hound dog'' (composto da Leiber e Stoller, e da lei registrato nell' agosto del 1952 e pubblicato nel febbraio del 1953), venne poi interpretato nel 1956 da Elvis Presley in chiave rock'n'roll fruttando un successo ancora piu' ampio; piu' tardi, fra i brani classici interpretati da Janis Joplin figurera' anche ''Ball and chain'', un'altra composizione di Big Mama che nella versione originale godette di buon successo.
Big mama thornton
just like a dog + 3
7"ep [edizione] nuovo mono eu 1954 el toro
blues rnr coun
blues rnr coun
Ep in formato 7"; pubblicato dalla spagnola El Toro nel 2021, questo ep contiene quattro preziose tracce originariamente pubblicate per la Peacock Records tra il 1954 ed il 1957 dalla grande cantante americana di Montgomery, Alabama, tra le madrine del rock'n'roll. Le trascinanti "Just Like a Dog" e "My Man Called Me" provengono da un singolo pubblicato nel 1957, e si inseriscono perfettamente nel contesto della recente esplosione del rock'n'roll, che d' altro canto lei stessa aveva anticipato, il viscerale stompin' blues di "Stop a-hoppin' on me" era stato pubblicato in un 78 giri del 1954, infine la divertentissima "I Smell A Rat", anche questa pubblicata nel 1954 in un 78 giri coaccreditato alla Johnny Otis Band. Proveniente da Montgomery, Alabama, la cantante blues Big Mama Thornton (1926-1984) era in possesso di una voce potente ed impositiva, che rifletteva un temperamento forte e scontroso; sebbene non goda di grandissima fama, e' stata una artista in certo modo seminale per la storia del rock, in quanto il suo unico grande successo, ''Hound dog'' (composto da Leiber e Stoller, e da lei registrato nell' agosto del 1952 e pubblicato nel febbraio del 1953), venne poi interpretato nel 1956 da Elvis Presley in chiave rock'n'roll fruttando un successo ancora piu' ampio; piu' tardi, fra i brani classici interpretati da Janis Joplin figurera' anche ''Ball and chain'', un'altra composizione di Big Mama che nella versione originale godette di buon successo.
Blakey art
A night at birdland volume 1
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1954 blue note
jazz
jazz
Vinile da 180 grammi, allegato coupon per il download dell'album da internet, copertina a busta. Ristampa del 2015 ad opera della Blue Note, pressoche' identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1956 dalla Blue Note, il primo dei due volumi contenenti registrazioni dal vivo (gia' pubblicate nel 1954 in tre omonimi volumi in formato 10") effettuate da Art Blakey con il suo quintetto al leggendario Birdland di New York, il 21 febbraio del 1954, con formazione composta da Art Blakey (batteria), Clifford Brown (tromba), Lou Donaldson (sax alto), Horace Silver (pianoforte) e Curly Russell (contrabbasso). Blakey ed i suoi dettero alcune infuocate perfomances quel giorno, con questo gruppo pre-Jazz Messengers che alcuni critici considerano uno dei suoi migliori, qui alle prese con un eccelso hard bop nel quale risplendono i talentuosissimi solisti, non ultimo il compianto Clifford Brown, capace di struggente lirismo come di scoppiettanti tirate con la sua tromba. Questa la scaletta: ''Split kick'', ''Once in a while'', ''Quicksilver'', ''A night in tunisia'', ''Mayreh''. Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art
A night at birdland volume 1 (original version on 10")
Lp [edizione] ristampa mono jap 1954 blue note / toshiba emi
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
Minialbum in formato 10", splendida e rara ristampa giapponese del 1999, in mono, completa dell' originario obi, ancora intatto, con prezzo indicato di 3000 Yen, copertina in cartoncino pesante, laminata fronte e retro, senza barcode, pressoche' identica alla prima tiratura, etichetta Blue Note bianca e blu, catalogo TOJJ-5037 BN-5037. Originariamente pubblicato nel 1954 dalla Blue Note, il primo dei tre volumi contenenti registrazioni dal vivo (che nel 1956 saranno raccolte in due volumi dallo stesso titolo) effettuate da Art Blakey con il suo quintetto al leggendario Birdland di New York, il 21 febbraio del 1954, con formazione composta da Art Blakey (batteria), Clifford Brown (tromba), Lou Donaldson (sax alto), Horace Silver (pianoforte) e Curly Russell (contrabbasso). Blakey ed i suoi dettero alcune infuocate perfomances quel giorno, con questo gruppo pre-Jazz Messengers che alcuni critici considerano uno dei suoi migliori, qui alle prese con un eccelso hard bop nel quale risplendono i talentuosissimi solisti, non ultimo il compianto Clifford Brown, capace di struggente lirismo come di scoppiettanti tirate con la sua tromba. Questa la scaletta: ''Split kick'', ''Once in a while'' e ''Quicksilver''. Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art
A night at birdland volume 2
Lp [edizione] ristampa stereo eu 1956 blue note / universal
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
Ristampa del 2015 in vinile 180 grammi, ormai fuori catalogo, rimasterizzata dai masters analogici originali, copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura, etichetta bianca e blu. Originariamente pubblicato nel 1956 dalla Blue Note, il secondo dei due volumi contenenti registrazioni dal vivo effettuate da Art Blakey con il suo quintetto al leggendario Birdland di New York, il 21 febbraio del 1954, e gia' pubblicate in tre omonimi 10" nel 1954, con formazione composta da Art Blakey (batteria), Clifford Brown (tromba), Lou Donaldson (sax alto), Horace Silver (pianoforte) e Curly Russell (contrabbasso). Blakey ed i suoi dettero alcune infuocate perfomances quel giorno, con questo gruppo pre-Jazz Messengers che alcuni critici considerano uno dei suoi migliori, qui alle prese con un eccelso hard bop nel quale risplendono i talentuosissimi solisti, non ultimo il compianto Clifford Brown, capace di struggente lirismo come di scoppiettanti tirate con la sua tromba. Questa la scaletta: ''Wee-Dot", "If I Had You", "Quicksilver" (alternate master), "Now's The Time" e "Confirmation". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art
A night at birdland volume 2 (original version on 10")
Lp [edizione] ristampa mono jap 1954 blue note / toshiba emi
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
[vinile] Excellent [copertina] Excellent jazz
Minialbum in formato 10", splendida e rara ristampa giapponese del 1999, in mono, completa dell' originario obi, ancora intatto, con prezzo indicato di 3000 Yen, copertina in cartoncino pesante, laminata fronte e retro, senza barcode, pressoche' identica alla prima tiratura, etichetta Blue Note bianca e blu, catalogo TOJJ-5038 BN-5038. Originariamente pubblicato nel 1954 dalla Blue Note, il secondo dei tre volumi contenenti registrazioni dal vivo (che nel 1956 saranno raccolte in due volumi dallo stesso titolo) effettuate da Art Blakey con il suo quintetto al leggendario Birdland di New York, il 21 febbraio del 1954, con formazione composta da Art Blakey (batteria), Clifford Brown (tromba), Lou Donaldson (sax alto), Horace Silver (pianoforte) e Curly Russell (contrabbasso). Blakey ed i suoi dettero alcune infuocate perfomances quel giorno, con questo gruppo pre-Jazz Messengers che alcuni critici considerano uno dei suoi migliori, qui alle prese con un eccelso hard bop nel quale risplendono i talentuosissimi solisti, non ultimo il compianto Clifford Brown, capace di struggente lirismo come di scoppiettanti tirate con la sua tromba. Questa la scaletta: ''Wee-Dot", "Mayreh" e "A Night In Tunisia". Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
Blakey art and jazz messengers
A night in tunisia (1958)
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1958 music on vinyl
jazz
jazz
ristampa in vinile 180 grammi per audiofili, copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura. Pubblicato originariamente dalla RCA nel 1958 (ma da non confondere con un album dallo stesso titolo uscito nel 1960 su Blue Note), inciso l'8 aprile del 1957 a New York con formazione a sei composta da Bill Hardman (tromba), Jackie McLean (sax alto), Johnny Griffin (sax tenore), Sam Dockery (pianoforte), Spanky De Brest (contrabbasso) ed Art Blakey (batteria). Questo album ad opera della seconda incarnazione dei Jazz Messengers propone un hard bop assai apprezzato da alcuni critici, contraddistinto dalla presenza di due sassofoni e dalle potenti e vitali percussioni del grande Art Blakey, in particolare evidenza nella celebre ''A night in Tunisia'' di Dizzy Gillespie, dove assume toni quasi tribali. Questa la scaletta dei brani: ''A night in Tunisia'', ''Off the wall'', ''Theory of art'', ''Couldn't it be you?'', ''Evans''. Art Blakey, con i suoi Jazz Messengers, e' stato uno degli alfieri della corrente hard bop; la sua carriera, cominciata negli anni '40 con Fletcher Henderson e poi nella seminale orchestra di Billy Eckstine, prosegue negli anni '50 con la fondazione dei Jazz Messengers, una vera fucina di talenti in cui suoneranno, nel corso degli anni, decine e decine di musicisti fra cui Horace Silver, Keith Jarrett, Wayne Shorter, Donald Byrd e Freddie Hubbard. Restio alle tendenze avanguardiste del free jazz, Blakey proseguira' sul suo percorso di matrice hard bop fino alla morte, sopravvenuta nel 1990, influenzando fortemente le nuove leve del jazz.
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