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Cave nick and the bad seeds
wild god
lp [edizione] nuovo stereo eu 2024 bad seed / play it again sam
punk new wave
punk new wave
Copertina in cartoncino pesante, busta plastificata esterna con adesivo "Nick Cave & The Bad Seeds - The New Album", inner sleeve con foto e testi, etichetta bianca con scritte nere. Pubblicato nell' agosto del 2024, cinque anni dopo il precedente album in studio "Ghosteen" (2019), il diciottesimo album in studio di Nick Cave & The Bad Seeds. Descrizione completa a seguire.
Cccp fedeli alla linea
Felicitazioni! CCCP Fedeli Alla Linea 1984-2024
lp2 [edizione] nuovo stereo eu 1984 universal
punk new wave
punk new wave
Doppio album in vinile 180 grammi, copertina apribile, corredata di inner sleeves. Pubblicato in occasione della mostra inedita FELICITAZIONI! CCCP – FEDELI ALLA LINEA 1984-2024, che si terrà dal 12 ottobre 2023 fino all’11 febbraio 2024 ai Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia, per celebrare i 40 anni dei CCCP – Fedeli alla linea, questo doppio lp contiene diciotto brani che ripercorrono il cammino della storica band italiana. Questa la lista dei brani. 1. Live in Pankow 2. Spara Jurij 3. Emilia Paranoica 4. Morire 5. Mi ami? 6. Io sto bene 7. Curami 8. A ja ljublju SSSR 9. Manifesto 10. Radio Kabul 11. Guerra e pace 12. Svegliami 13. Palestina / Madre 14. Tomorrow (con Amanda Lear) 15. Amandoti 16. Depressione caspica 17. Maciste contro tutti 18. Annarella.
Cccp fedeli alla linea
Ortodossia 2 (felicitazioni! edition)
12" [edizione] nuovo stereo eu 1984 attack punk / universal
punk new wave
punk new wave
Ristampa dell' ottobre 2023, realizzata in occasione della mostra inedita FELICITAZIONI! CCCP – FEDELI ALLA LINEA 1984-2024, che si terrà dal 12 ottobre 2023 fino all’11 febbraio 2024 ai Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia, per celebrare i 40 anni dei CCCP – Fedeli alla linea; copertina pressoche' identica alla prima molto rara tiratura, corredata dell' originario inserto "The Reds are Coming" apribile in tre parti con testi, foto in bianco e nero e note. Il primo storico 12" della attack punk band bolognese, versione ampliata del 7" ep "Ortodossia" approntata per il mercato inglese (ma stampata anche per quello italiano, questa e' la stampa inglese) nel 1985. Contiene i tre brani originariamente contenuti nello storico 7" d'esordio (gli inni "Live in Pankow", "Spara Juri" e "Punk Islam") e la prima versione di "Mi Ami?", poi inclusa anche in versione diversa nel primo album del gruppo. Brani indimenticabili ed in qualche modo immortali, che hanno avuto, insieme a quelli del successivo ep "Compagni Cittadini Fratelli Partigiani" e dell' album "Affinita' Divergenze tra il Compagno Togliatti e Noi....", sul pubblico italiano lo stesso effetto dei primi dischi dei peraltro contemporanei Jesus & Mary Chain in Inghilterra (non cosi' sulla scena musicale, purtroppo), scardinando certezze apparentemente acquisite, e scatenando le ire dei detrattori quanto l' entusiasmo di un pubblico che si fara' sempre piu' largo, anche grazie all' instancabile e straordinaria attivita' dal vivo del gruppo (con apparato coreaografico adeguato). Un gruppo che ha lasciato una traccia profondissima nella storia del rock italiano, con la forza straordinaria di un messaggio forse elementare ma davvero incisivo e di una musica chiaramente ispirata al punk anarchico dei Crass, perfettamente in sintonia con le liriche declamate in italiano dallo spiritatissimo Lindo Giovanni Ferretti, poi nei CSI.
Celentano adriano
con giulio libano e la sua orchestra (ltd. blue vinyl)
lp [edizione] nuovo stereo eu 1960 jolly / vinyl magic
musica italiana
musica italiana
Ristampa limitata di 200 copie, in vinile blu pesante 180 grammi, copertina lucida pressoche' identica alla prima rara tiratura su Jolly. Uscito nel marzo del 1960, prima di "Furore", il primo storico album. Da Wikipedia:
"Come e' facilmente comprensibile dal titolo, tutte le canzoni del disco sono arrangiate dal maestro Giulio Libano, uno dei direttori d'orchestra che in quegli anni lavorava presso la Jolly come arrangiatore, noto anche come trombettista. La copertina raffigura Celentano con un berretto e la chitarra a tracolla mentre balla. Il disco racchiude alcuni brani già pubblicati su 45 giri nei due anni precedenti (come Il ribelle o Il tuo bacio e' come un rock, peraltro gli unici due brani del disco firmati da Celentano), e gli unici due inediti, Personality e Il mondo gira, sono pubblicati su singolo contemporaneamente; in seguito Personality verra' anche incisa da Mina e Caterina Valente. Un'altra canzone di questo disco, Teddy girl, viene riproposta pochi mesi dopo da I due corsari (alias Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci). Due brani del disco, Piccola e Ritorna lo shimmy, sono cantati in coppia con la cantante svizzera Anita Traversi. Tra i testi sono da ricordare quelli di Blue jeans rock e Il ribelle, poiché vi fa capolino la ribellione degli adolescenti verso i genitori, e Nikita rock, la prima canzone di Celentano in cui fa capolino la politica".
Celentano adriano
Furore (ltd blue)
lp [edizione] ristampa stereo ita 1960 jolly / vinyl magic
[vinile] Excellent [copertina] Excellent musica italiana
[vinile] Excellent [copertina] Excellent musica italiana
Copia ancora contenuta nella originaria busta plastificata esterna con adesivo Vinyl Magic, ristampa del 2021, in vinile 180 grammi, edizione in vinile blu, limitata in 200 copie, copertina pressoche' identica alla prima rara tiratura su Jolly. Uscito nel novembre del 1960, dopo "Adriano Celentano con Giulio Libano e la sua orchestra" e prima di "Peppermint twist", il secondo album. Da Wikipedia:
"Questo disco fu pubblicato poche settimane prima della partenza di Celentano per il servizio militare e, come il precedente, raccoglie alcune canzoni già pubblicate su 45 giri nei mesi precedenti. Gli unici due inediti che furono stampati su 45 giri solo dopo che l'artista abbandono' la Jolly sono Serafino campanaro, noto anche nell'interpretazione di Mina, e Hei Stella, inciso anche da I Due Corsari. Anche in questo disco tutte le canzoni sono arrangiate dal maestro Giulio Libano. La copertina raffigura Celentano accovacciato, vestito con un paio di jeans e una maglietta. La canzone piu' celebre dell'L.P. e' Impazzivo per te, successo di pochi mesi prima, che e' il primo testo scritto per il Molleggiato da Miki Del Prete, mentre Beretta scrive il testo di Pitagora, canzone che tratta l'argomento della scuola. Musicalmente questi e gli altri brani del disco sono dei rock'n'roll semplici ma ben arrangiati: uniche eccezioni le due canzoni lente, Nessuno credera' e A cosa serve soffrire, e la title track, Furore, che si avvicina a sonorita' jazz.
Celibate rifles
Dancing barefoot +3
12'' [edizione] originale stereo aus 1988 what goes on
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
Ep in formato 12", l' originale stampa inglese, copertina (con giusto assai lievi segni di invecchiamento) lucida senza barcode, label verde con logo bianco e rosso, catalogo WHAT GOES 14T. Pubblicato nel luglio del 1988 dalla Hot in Australia e dalla What Goes On in Gran Bretagna, magnifico davvero questo 12", uscito tra il quarto album in studio "Roman Beach Party" (1987) ed il successivo "Blind Ear" (1990), dalla grandissima band australiana di Sidney attiva dal '78. I quattro brani contenuti sono inediti su album o in versione inedita su album. La versione di "Dancing Barefoot" non e' assolutamente stravolta ma suonata con l' approccio che avrebbe avuto il Patti Smith Group se avesse calcato i palchi di Detroit anziche' di New York, davvero straordinariamente potente e bellissima; devastante e' la versione dal vivo del classico della band "Jesus on Tv", tra i loro brani piu' serrati di sempre; "The More things Change (alternative version)" e' puro Radio Birdman sound, anche questa travolgente e caratterizzata da un assolo di chitarra davvero incendiario; "Junk" ribadisce il concetto nel migliore dei modi. Il grandissimo gruppo di Damien Loveloch e Kent Steedman e' stato capace di tenere in vita aggiornandolo ai nuovi tempi il glorioso punk rock di scuola Saints e Radio Birdman, assolutamente senza far rimpiangere i modelli originali ma anche dotati di carisma e personalita' da vendere. Gran disco.
Celibate rifles
Roman beach party (+ promo photo)
Lp [edizione] originale stereo uk 1987 what goes on
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
L' originale stampa inglese su What Goes On, CORREDATA DI FOTO PROMOZIONALE REALIZZATA DALLA STESSA WHAT GOES ON, copertina lucida fronte retro senza codice a barre, etichetta verde con logo rosso e bianco e scritte nere, catalogo GOESON11, groove message ''beware of stick rabbit'' sul lato B. Pubblicato nell'ottobre del 1987, dopo ''The turgid miasma of existence'' (1986) e prima di ''Blind ear'' (1990), il quarto album in studio della grandissima band australiana di Sidney attiva dal '78, il primo dopo l' uscita dal gruppo della originaria sezione ritmica, ovvero il batterista Philip Jacquet ed il bassista Michael Couvret (entrati rispettivamente nei Lime Spiders e nei Voodoo Lust), sostituiti rispettivamente da Rudy Morabito e Paul Larsen (quest' ultimo ex Funhouse). La nuova line up non fa rimpiangere la vecchia, ed il fatto che il disco si apra con la micidiale e serratissima "Jesus on TV", che restera' uno dei loro classici negli anni a venire, rincuora non poco: effettivamente "Roman Beach Party" e' l' ennesimo grande disco di travolgente punk rock figlio di Saints e dei Radio Birdman quanto del migliore sound detroitiano, a base di brani talora devastanti caratterizzati da una sezione ritmica potente e da chitarre lancinanti che sciorirano i loro trascinanti riffs. Certo, a questi nuovi Celibate Rifles manca lo slancio creativo dei primi capolavori, e l' unico brano che si stacca in modo netto dal cliche' peraltro personalissimo ormai consolidato dalla band (bellissima e' anche "A Word About Jones") e' la lunga ed oscura ballata "Ocean Shore", ma non e' troppo il caso di lamentarsene, giachhe' chi sia avvezzo e queste sonorita' vi trovera' comunque motivo di grande piacere. Due anni dopo sara' la volta dell' ottimo "Blind Ear", che con un sound piu' maturo e meno "punk" traghettera' la band verso il nuovo decennio.
Celibate rifles
spaceman in a satin suite (ltd. blue marbled)
lp [edizione] originale stereo eu 1994 hot
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
La prima molto rara stampa, realizzata in sole 500 copie (numerate a mano su un adesivo posto sul fronte, questa la numero 451) in esclusiva in questa edizione europea, in vinile azzurro con effetto marmorizzato, copertina lucida (con tinta diversa rispetto alla versione in cd del disco, a differenza della ristampa su Bang! del 2024, corredata di inner sleeve con testi, etichetta viola con scritte e logo bianchi, catalogo HOT 1047. Il settimo album in studio della grandissima band australiana di Sidney attiva dal '78. Il gruppo di Damien Loveloch e Kent Steedman dimostra di essere ancora in splendida forma, con un disco che alterna alla loro maniera brani di travolgente e caldissimo punk rock di discendenza Saints e Radio Birdman ("Kev The Head" e' all' altezza delle loro migliori cose di sempre) ed altri che, a spezzare un po' la tensione, si aprono ad influenze diverse, soprattutto psichedeliche, creando degli ibridi di notevole fascino ("Whatever You Want"). Una tra le bands piu' valide ed amate della splendida e ricchissima scena australiana figlia dei Saints e dei Radio Birdman che resta tra le piu' appassionanti di tutti gli anni '80; proprio del punk rock di scuola detroitiana di questi gruppi la musica dei Celibate Rifles rappresenta non certo una delle tante piu' o meno efficaci fotocopie, ma una entusiasmante evoluzione, a base di brani talora devastanti e serratissimi, caratterizzati da una sezione ritmica di rara potenza e da chitarre lancinanti, talora articolatissimi ed imprevedibili, psicotici se non psichedelici oppure ballate ammantate di sotterranea e straordinaria tensione.
Celibate rifles
wonderful life (2x7")
7"2 [edizione] originale stereo aus 1990 truetone
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
Ep in formato doppio 7", con cinque brani, l' originale stampa, realizzata dalla australiana Truetone, copertina apribile senza barcode, catalogo TS 2386. Pubblicato nel marzo del 1990, contiene sul lato A del primo singolo una versione di "Wonderful Life" diversa da quella che era stata inclusa nell' album "Blind Ear" meno di un anno prima, e nelle altre tre facciate quattro brani altrimenti inediti: l' eccellente "5 Lamps", che riporta al sound martellante e potente di scuola Radio Birdman di molti dei brani dei primi Celibate Rifles, la cover di "Where the action is", successo del cantante australiano John Paul Young composto dagli ex-Easybeats Harry Wanda e George Young, una ottima "She's So Fine" proprio degli Easybeats e nientemeno che il classico disco "Hot Stuff", versione non troppo stravolta sebbene rinvigorita dal secco rock chitarristico della band.
Chainsaw kittens
Violent religion
Lp [edizione] originale stereo usa 1990 mammoth
[vinile] Excellent [copertina] Excellent indie 90
[vinile] Excellent [copertina] Excellent indie 90
L' originale stampa USA, copertina semilucida, fabbricata in Canada e con barcode, completa di inner sleeve con testi e foto, label grigia scura e nera con scritte argento e logo argento, catalogo MR0021. Pubblicato nel 1990 dalla Mammoth negli USA, il primo album, precedente "Flipped out in Singapore" (1992). Prodotto dal frontman della band Tyson Meade, il debutto su lp dei Chainsaw Kittens si presta ad accostamenti con il debutto su album dei conterranei Flaming Lips, "Hear it is" del 1986: entrambi mostrano una musica ancora acerba e molto legata al punk, ma già animata da una forte personalità e da una attitudine fermamente indie, oltreché decisamente eccentrica ed un po' folle. I Chainsaw Kittens prediligono ancor di più i ritmi veloci e l'approccio diretto del punk rock, sotto al quale si cela anche una nascosta vena melodicamente pop. Non sarà un caso che i Flaming Lips coverizzeranno la ballata acustica "She's gone mad" (aggiungendo la parola "Again" in fondo al titolo), che chiude qui la scaletta. Fronteggiati dal cantante e paroliere Tyson Meade (ex Defenestration), i Chainsaw Kittnes si formarono nel 1989 in Oklahoma, lo stesso Stato da cui provenivano i visionari Flaming Lips; c'è un collegamento, almeno in spirito, fra i due gruppi, portatori, in particolare nei loro primi anni, di chiare influenze punk, e di una manifesta eccentricità che sfocia in una apparente follia. I Chainsaw Kittens proponevano però una musica più legata al punk ed al protopunk, molto meno incline alla psichedelia rispetto ai Flaming Lips. Dopo un primo album autoprodotto, "Violent religion" (1990), Butch Vig produsse il loro secondo lp "Flipped out in Singapore", poi il terzo "Pop heiress" del 1994, seppure pubblicato in collaborazione con la major Atlantic, non sfondò presso il grande pubblico, seppure in quel periodo molte bands provenienti dalla scena indie stessero affermandosi anche commercialmente; seguirono "Scratchie" (1996) e "The all-American" (2000), prima dello scioglimento di un gruppo che è rimasto ancorato allo status di (meritato) culto.
Chambers brothers
the time has come
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1967 music on vinyl
soul funky disco
soul funky disco
ristampa in vinile 180 grammi per audiofili, pressoche' identica alla prima rara tiratura uscita per la Columbia in America nel 1967. Uscito nel 1967, dopo i primi "People Get Ready" (Vault, 1966), "Now" (Vault, 1966) e "Barbara Dane and The Chambers Brothers" (Folkways Records, 1966), e prima di "A New Time – A New Day" (Columbia, 1968), il quarto album, il primo lp su Columbia del gruppo dei fratelli Chambers. Il disco mette insieme splendidamente le radici soul e gospel del gruppo con un approccio nella gran parte degli episodi decisamente rock, che non di rado sfocia in influenze psichedeliche che catturano come meglio non si potrebbe il segno dei tempi, e se l'album e' certamente dominato dalla straordinaria "Time has come today", una cavalcata rock psichedelica lunga circa 11 minuti, che all' epoca costituiva la parte centrale dei loro concerti, tutto il disco e' da considerare un classico, tra gli esempi migliori mai uditi di musica nera e bianca. Iniziano cantando gospel nel Mississipi; nel '55 si trasferiscono a Los Angeles dove nei primi anni '60 entrano nel circuito folk blues. Nel '65 iniziano ad incidere per la Vault con un repertorio assai eclettico che spazia dal blues al gospel, dal R&B al R&R. Dello stesso anno è la loro partecipazione al festival folk di Newport e l'inserimento in organico del batterista bianco Brian Keenan che darà una impronta piu' rock alla loro musica.
Chameleons
John Peel sessions (2x12")
12"x2 [edizione] ristampa stereo uk 1981 blue apple music
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
ristampa rimasterizzata uscita nel dicembre del 2014, ormai fuori catalogo, con gli stessi brani della rara edizione originaria contenuti in due 12" in vinile 180 grammi a 45 giri, per una migliore resa sonora, copertina per l' occasione apribile, che riprende sul fronte l' immagine della prima edizione ma con una "cornice" rossa, catalogo BAMLP14. Il ricercatissimo album, uscito originariamente in poche copie per la Strange Fruit nel dicembre 1990; racchiude inedite e splendide versioni di 12 brani registrate in 3 differenti sessions realizzate negli studi della BBC tra il Giugno del 1981 ed il Maggio del 1984 per la trasmissione radiofonica curata dal compianto John Peel; classici affascinanti, imperdibili e memorabili realizzazioni della band originaria di Manchester, suprema perla oscura anglosassone dedita ad una new wave sognante sospesta tra post-punk e psichedelia, veramente inarrivabili. THE FAN & THE BELLOWS - HERE TODAY - LOOKING INWARDLY - THINGS I WISH I'D SAID - DON'T FALL - NOSTALGIA - SECOND SKIN - PERFUMED GARDEN - DUST TO DUST - RETURN OF THE ROUGHNECKST - ONE FLESH - INTRIGUE IN TANGIERST - P.S. GOODBYE: molti brani inediti su album o qui in versioni precedenti a quelle degli albums. Imperdibile. I Chameleons sono uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, e destinati anche per questo, nonostante l'incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici, ha pochi eguali nell'ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Chameleons
Script of the bridge
lp2 [edizione] ristampa stereo uk 1983 blue apple
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
doppio album in vinile 180 grammi, copia ancora incellophanata, e con adesivo di presentazione sul cellophane, ristampa del 2014 (non numerata, a differenza della precedente versione del 2012), rimasterizzata agli Abbey Road Studios, con i brani dell' originario album distribuiti su due vinili per una migliore resa sonora (scelta opportuna vista la straordinaria lunghezza del disco), copertina con medesimo disegno ma in tinta diversa rispetto alla originaria tiratura su Statik, catalogo BAMLP08. Il primo grande album della band di Manchester guidata da Mark Burgess, uscito nell' agosto del 1983, uno degli album d'esordio piu' innovativi ed originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, da parte di uno dei gruppi piu' scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, sin dal primo singolo del 1981, cosi' spesso pronta ad idolatrare effimeri gruppetti buoni per un singolo o due, ed invece incapace di cogliere la bellezza della musica di questo gruppo, sospesa tra post punk, psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immginifici e poetici. Da sempre amati nel resto dell' Europa e seguiti da un pubblico di culto, sono stati, non a caso, celebrati da innumerevoli albums postumi, e sono qui "fotografati" nel loro primigenito splendore, nell' album che contiene peraltro "Second Skin'', uno dei piu' bei brani di tutta la new wave britannica, primo tassello di una trilogia di albums che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Chameleons
What does anything mean? basically
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1985 statik / private
punk new wave
punk new wave
ristampa private press, in vinile pesante, copertina lucida senza barcode, non apribile. Uscito nel maggio del 1985 e giunto al 60esimo posto delle classifiche inglesi, il secondo capolavoro della band di Mark Burgess, da Manchester, uno dei gruppi piu' originali e sottovalutati degli anni ottanta, giustamente oggi riscoperti e celebrati. Dopo lo splendido album d'esordio "Script of the Bridge", questo disco conferma il gruppo come uno dei piu' innovativi ed originali prodotti dalla perfida terra d'albione nella prima meta' degli ottanta, sebbene anche uno dei piu' scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese (sin dal primo singolo del 1981), cosi' spesso pronta ad idolatrare effimeri gruppetti buoni per un singolo o due, ed invece incapace di cogliere la bellezza della musica di questa band, sospesa tra post punk, psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici. Da sempre amati nel resto dell' Europa e seguiti da un pubblico di culto, sono, non a caso, stati celebrati da innumerevoli albums postumi, sebbene a rappresentarli sia soprattutto una trilogia di albums ("Strange Times" il successivo) che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco piace, e' elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Chameleons
What does anything mean? basically (picture disc)
Lp [edizione] ristampa stereo eu 1985 blue apple music
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
Ristampa ufficiale del 2018, rimasterizzata, versione non numerata sull' adesivo posto sulla busta esterna plastificata (erano numerate le prime 500 copie), in vinile picture con artwork esclusivo, catalogo BAMLP18. Questa pubblicazione contiene una dedica alla memoria di John Lever, batterista storico del gruppo, purtroppo scomparso nel 2017. Uscito nel maggio del 1985 e giunto al 60esimo posto delle classifiche inglesi, il secondo capolavoro della band di Mark Burgess, da Manchester, uno dei gruppi piu' originali e sottovalutati degli anni ottanta, giustamente oggi riscoperti e celebrati. Dopo lo splendido album d'esordio "Script of the Bridge", questo disco conferma il gruppo come uno dei piu' innovativi ed originali prodotti dalla perfida terra d'albione nella prima meta' degli ottanta, sebbene anche uno dei piu' scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese (sin dal primo singolo del 1981), cosi' spesso pronta ad idolatrare effimeri gruppetti buoni per un singolo o due, ed invece incapace di cogliere la bellezza della musica di questa band, sospesa tra post punk, psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici. Da sempre amati nel resto dell' Europa e seguiti da un pubblico di culto, sono, non a caso, stati celebrati da innumerevoli albums postumi, sebbene a rappresentarli sia soprattutto una trilogia di albums ("Strange Times" il successivo) che ha pochi eguali nell' ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco piace, e' elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Chameleons vox (chameleons uk)
strange times... live
lp2 [edizione] originale stereo uk 2019 Moochin' About
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
doppio album, l' originale stampa, nella versione in vinile nero, limitata in 800 copie, copertina apribile, etichetta custom, catalogo MOOCHIN17. Pubblicato nel giugno del 2019, questo live album testimonia attraverso notevoli registrazioni effettuate dal vivo il 13 dicembre del 2018 alla Preston Guild Hall di Preston, Lancashire, Inghilterra, di un tour che ha visto la riproposizione dell' album "Strange Times" (originariamente pubblicato nel settembre del 1986), da parte della formazione nata per iniziativa di Mark Burgess, cantante e bassista degli inglesi Chameleons, dopo il definitivo scioglimento degli stessi e le dispute sull' uso del nome della band (nel frattempo Burgess ha pero' anche guidato Sun and the Moon, Sons of God, Invincible e Black Swan Lane). "Strange Times" e' riproposto nella sua interezza, con grande efficacia ed intensita', e con il medesimo ordine dei brani, che ne occupano le prime tre facciate ("Mad Jack", "Caution", "Tears", "Soul In Isolation", "Swamp Thing", "Time | The End Of Time", "Seriocity", "In Answer", "Childhood", "I'll Remember"), mentre la quarta facciata contiene i tre brani dell' ep realizzato dai Chameleons Vox nel 2017 "Where in the World" ("Denims & Curls", "Dali's Picture" e "Free For All", vechci brani dei Chameleons in nuove versioni in studio), con l' aggiunta del brano "Ever After", che in quell' ep era disponibile solo come download. I Chameleons sono stati uno dei gruppi piu' originali prodotti dalla perfida albione nella prima meta' degli '80, sebbene purtroppo scandalosamente ignorati dalla critica musicale di quel paese, e destinati anche per questo, nonostante l'incrollabile culto di cui sono stati fatti oggetto, ad un riconoscimento postumo importante ma mai pari agli effettivi meriti. La musica di questo gruppo, sospesa tra post punk e psichedelia, delicata e maestosa insieme, sognante ed oscura, con testi immaginifici e poetici, ha pochi eguali nell'ambito del post punk inglese. Reg Smithies, Dave Fielding, e Mark Burgess si conoscono dall'infanzia, vengono tutti da Middleton, sobborgo a nord di Manchester. Formano i Chameleons, cominciano a farsi conoscere in ambito locale, ma colpiscono presto l'attenzione del grande John Peel, leggendario DJ di Radio 1, che contribuisce alla diffusione del loro primo singolo, inciso per la Epic. Nel frattempo i Chameleons sono diventati quattro, con l'inserimento del batterista John Lever. Sono anni di grande fermento per la scena musicale britannica, i gruppi candidati a diventare "the next big thing" sono molti, e anche i quattro di Middleton possono giocare lo loro carte. Nel 1983 esce il primo album, "Script of the Bridge", un gioiello che e' salutato con favore da buona parte della critica specializzata. "They could be the next underground Cult, or the next U2", scrive Carole Linfield a chiusura della recensione pubblicata su Sounds. Il suono vigoroso dei Chameleons, con i crescendo delle chitarre e le pulsazioni decise del basso e della batteria, trova l'espressione compiuta nella voce profonda di Burgess, autore di tutti i testi. Si trovano molti rimandi ai suoni Sixties, e' forte l'influenza dark dei contemporanei Cure e Echo & the Bunnymen, e a tratti si riconosce la stessa intensita' degli irlandesi U2. Il disco e' un autentico gioiello, insieme elegante ed energico, melodico e intenso, qualche pezzo ha la potenzialita' per diventare un grande successo, ma per il grande pubblico i Chameleons restano poco conosciuti. Nel 1985 esce un secondo album, "What Does Anything Mean? Basically", che rimane all'altezza del precedente, e ugualmente porta consensi di critica e un successo solo parziale nel riscontro con un pubblico piu' vasto. Pero' la fama dei Chameleons si e' estesa a molti paesi europei, e l'interesse delle grandi case discografiche apre nuove prospettive per il loro futuro commerciale. Nel 1986 firmano per la potente Geffen, e poco dopo esce il terzo album, "Strange Times", destinato a una forte promozione sul mercato statunitense. Sono sulla rampa di lancio per il grande successo, sono in molti a credere che arriveranno al grande pubblico come sta accadendo ai Cure. E invece la fine del gruppo giunge improvvisa, a troncare anche i sogni dei discografici, all'indomani della morte del manager Tony Fletcher. Come se fosse venuto meno il collante, la ragione per essere un gruppo, i quattro Chameleons si separano bruscamente all'inizio del 1987. La storia finisce li', o almeno sembra. Per quasi tredici anni la storia comune dei quattro sembra davvero chiusa. Mark Burgess continua nel suo percorso dando vita in successione a The Sun and the Moon, Mark Burgess & the Sons of God, Invincible, Mark Burgess & Yves Altana. Pubblica dischi di costante insuccesso commerciale, continua l'attivita' dal vivo, e soprattutto scopre che l'affetto per i Chameleons non si e' spento, ma se possibile si e' rafforzato con gli anni. Le vendite dei tre album continuano a dare qualche frutto, i vecchi e i nuovi fans non smettono di chiedere a Burgess di suonare i classici del gruppo, e ancora piu' singolare e' il fatto che stelle come Liam Gallagher degli Oasis dichiarino pubblicamente il loro debito verso il gruppo di Middleton.
Chapman tracy
Tracy chapman
Lp [edizione] nuovo stereo eu 1988 elektra / private
punk new wave
punk new wave
Ristampa private press europea, copertina lucida, pressoche' identica alla prima rara tiratura, completa di inner sleeve con foto e testi. Pubblicato nell'aprile del 1988 dalla Elektra, giunto al primo posto in classifica sia in Gran Bretagna che negli USA, questo e' l'eponimo album d'esordio di Tracy Chapman, uscito prima di ''Crossroads'' (1989). Il magnifico primo album della cantautrice afroamericana originaria di Cleveland, Ohio, venuta fuori davvero dal nulla, che con questo disco registrato in punta di piedi, tra folk, blues e soul, conquisto' sulla spinta non tanto di una promozione discografica inizialmente blanda quanto della forza e della bellezza delle canzoni che lo compongono, le vette delle classifiche di mezzo mondo ed oltre. "Fast Car" forse il momento piu' bello di un disco che non poteva e non fu eguagliato dai successivi, ma tutti i brani del disco, davvero un piccolo capolavoro, meriterebbero la citazione, tra questi i singoli che seguirono appunto "Fast Cars", ovvero "Talkin' About A Revolution" e "Baby Can I Hold You".
Charlatans
Autumn Demos, August 1965
lpm [edizione] originale stereo ger 1965 line
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
[vinile] Excellent [copertina] Excellent rock 60-70
l' originale rara stampa pubblicata in esclusiva dalla etichetta tedesca Line nel 1982, copertina lucida senza barcode, etichetta bianca con quadrettatura verde, catalogo LMS3025 sulla copertina e OLMS3025 sull' etichetta. Questa pubblicazione di straordinario valore storico contiene registrazioni "perdute" del 1965 del gruppo di San Francisco che arrivera' all' incisione del suo unico album solo nel '69, dopo un momentaneo scioglimento e con formazione ampiamente rimaneggiata. Precursori della psichedelia californiana, registrarono nel '65 questi quattro brani , inediti ed autofinanziati con 100 dollari (!!!), antecedenti ai demos del 1966 per la etichetta Kamasutra, durante il contratto al "Red dog saloon'', santuario degli hyppies di virginia city, nevada, dove erano stati chiamati a sostituire i byrds. Nonostante l' anno di registrazione lo stile del gruppo, seppure ancora in embrione, rivela gia quell' equilibrio tra folk, country ed accenni psichedelici che li rendera' tra i massimi (oltre che tra i primi) esponenti della scena psichedelica californiana. Purtroppo come i demos successivi, questi brani ("Baby Won't You Tell Me", "The Blues Ain't Nothing", "No.1" e "Jack of Diamonds") non vennero pubblicati che solo dopo molti anni.
Charles ray
Have a smile with me
Lp [edizione] originale mono uk 1964 his master's voice
[vinile] Excellent [copertina] Very good soul funky disco
[vinile] Excellent [copertina] Very good soul funky disco
Prima stampa inglese in mono, copertina (con un piccolo strappo di un paio di centimetri in prossimità del lato superiore) laminata sul fronte e flipback su tre lati sul retro, pressata da Garrod & Lofthouse, etichetta nera con scritte argento e logo His Master's Voice in alto in rosso, scritta ''The Gramophone co ltd '' lungo il bordo, ''Sold in Uk subject to resale..." sopra il foro centrale, e "Recording First Published 1964" a sinistra, catalogo CLP1795. Pubblicato nel giugno del 1964 dalla His Master's Voice nel Regno Unito, dove non entrò in classifica, e dalla ABC Paramount negli USA, dove giunse al 36esimo posto nella classifica billboard 200, questo album uscì poco dopo "Sweet & sour tears" (3/64) e prima di "Together again" (1965). "Have a smile with me" è un lavoro dal contrasto fortissimo, e con ogni probabilità voluto, rispetto all'album che lo aveva di poco preceduto: laddove quello era composto da amare ballate sul tema del pianto, questo è invece fatto di canzoni leggere, festose e frizzanti, fra le quali troviamo una bella cover di "Move it on over" di Hank Williams; molto gradevoli gli accompagnamenti corali delle Raeletts, presenti in un buon numero di episodi. Questa la scaletta: "Smack Dab In The Middle", "Feudin' And Fightin", "Two Ton Tessie", "I Never See Maggie Alone", "Move It On Over", "Ma (She's Making Eyes At Me)", "The Thing", "The Man With The Weird Beard", "The Naughty Lady Of Shady Lane", "Who Cares (For Me)". Proveniente dalla Georgia, nel profondo Sud degli Stati Uniti, Ray Charles (1930-2004) è considerato il più importante fra i musicisti che hanno dato vita al soul, grazie alla sua capacità di amalgare il blues con il gospel e poi con il country ed il jazz. Cieco fin dall'infanzia, Charles riesce comunque a raggiungere una eccezionale padronanza del pianoforte, per non parlare delle sue capacità vocali; già negli anni '50 è portabandiera della nuova musica afroamericana che nel decennio successivo diventerà il soul; la sua carriera proseguirà di successo in successo nel corso della seconda metà del XX secolo.
Charles ray
In concert in the sixties (ltd.)
Lp [edizione] nuovo stereo uk 1961 1960s
soul funky disco
soul funky disco
Edizione limitata a 600 copie, copertina senza codice a barre, catalogo R&B115. Pubblicato nel 2023 dalla 1960s, questo album compila quattordici registrazioni dal vivo, di buona qualità sonora, effettuate fra il 1961 ed il 1970 da Ray Charles in vari paesi europei, fra cui l'Italia (in quel di Prato, Toscana), oltre ad una traccia registrata ad un festival di Newport negli USA e ad un paio di apparizioni televisive americane. Fra i musicisti presenti sul palco con Charles in queste performances, citiamo David Newman (sax alto e tenore, 1958-1965), Hank Crawford (sax baritono, 1958-1965), Marcus Belgrave (tromba, 1958-1962) e Billy Preston (organo, 1967-1968). Questa la scaletta, con luogo e data di registrazione fra parentesi: "One Mint Julep" (Parigi, maggio 1962), "What 'd I Say" (Ed Sullivan Show, dicembre 1967), "Talkin' Bout You" (Newport, luglio 1958), "Let's Go Get Stoned" (Parigi, ottobre 1968), "I Don't Need No Doctor" (Stoccolma, settembre 1968), "Tell the Truth" (Antibes, luglio 1961), "I'm Movin' On" (dall'album su ATCO "Do The Twist", 1961), "Hit The Road Jack" (Prato, gennaio 1970), "Unchain My Heart" (Parigi, maggio 1962), "Don't Set Me Free" (São Paulo, settembre 1963), "I Believe To My Soul" (Antibes, luglio 1961), "Busted" (Johnny Cash Show, febbraio 1970), "Yes Indeed" (Parigi, maggio 1962), "I Got A Woman" (Parigi, maggio 1962). Proveniente dalla Georgia, nel profondo sud degli Stati Uniti, Ray Charles (1930-2004) è considerato il più importante fra i musicisti che hanno dato vita al soul, grazie alla sua capacità di amalgare il blues con il gospel e poi con il country ed il jazz. Cieco fin dall'infanzia, Charles riesce comunque a raggiungere una eccezionale padronanza del pianoforte, per non parlare delle sue capacità vocali; già negli anni '50 è portabandiera della nuova musica afroamericana che nel decennio successivo diventerà il soul; la sua carriera proseguirà di successo in successo nel corso della seconda metà del XX secolo.
Charles ray
Ray charles (first lp - mono, ltd. crystal-clear)
Lp [edizione] nuovo mono eu 1957 atlantic / rhino
soul funky disco
soul funky disco
ristampa in mono del 2023, EDIZIONE LIMITATA IN VINILE TRASPARENTE, copertina pressoche' identica alla prima tiratura; lo storico ed acclamato primo album di Ray Charles, precedente ''The great ray charles'' (1957); l'album fu poi ristampato nel 1962 con il titolo di ''Hallelujah I love her so''. L'album contiene quattordici brani, tratti per lo piu' da singoli usciti negli anni precedenti (''I've got a woman'', per esempio, usci' gia' nel 1955), ma che singoli! L'album e' quasi un ''greatest hits'' che mette in rilievo l'eccezionale talento intepretativo fra gospel, torrido blues, ballate e pepato r'n'b, fra divertimento e lirismo, fra virtuosismo pianistico e vocale, decisamente un classico della musica popolare afroamericana e non solo. Questa la scaletta: ''Ain't that love'', ''Drown in my own tears'', ''Come back baby'', ''Sinner's prayer'', ''Funny (but I still love you)'', ''Losing hand'', ''A fool for you'', ''Hallelujah I love her so'', ''Mess around'', ''This little firl of mine'', ''Mary ann'', ''Greenbacks'', ''Don't you know'', ''I got a woman''. Proveniente dalla Georgia, nel profondo sud degli Stati Uniti, Ray Charles (1930-2004) e' considerato il piu' importante fra i musicisti che hanno dato vita al soul, grazie alla sua capacita' di amalgare il blues con il gospel e poi con il country ed il jazz. Cieco fin dall'infanzia, Charles riesce comunque a raggiungere una eccezionale padronanza del pianoforte, per non parlare delle sue capacita' vocali; gia' negli anni '50 e' portabandiera della nuova musica afroamericana che nel decennio successivo diventera' il soul; la sua carriera proseguira' di successo in successo nel corso della seconda meta' del XX secolo.
Charlottes (slowdive)
Lovehappy (ltd. 180 gr. rsd 2020 + bonus tracks)
Lp [edizione] nuovo stereo ita 1989 radiation reissues
indie 90
indie 90
Edizione limita a 500 copie in vinile da 180 grammi, REALIZZATA IN OCCASIONE DEL RECORD STORE DAY DEL 18 APRILE 2020, copertina senza codice a barre. Ristampa del 2020 ad opera della Radiation Reissues, pressoché identica alla prima tiratura, ma con tutti i brani dell'originario album contenuti sulla prima facciata, mentre la seconda contiene sei bonus tracks, tratte dai due 12" usciti nel 1990 ("Liar", "Blue" e "Venus", tratti da "Liar", uscito su Cherry Red, "Love in the emptiness", "Be my release" e "Could there ever be", tratti da "Love is the emptiness", uscito su Subway Organization). Originariamente pubblicato nell'agosto del 1989 dalla Subway Organization, il primo album, precedente "Things come apart" (1991). Acclamato dalla critica specializzata e promosso fra gli altri da John Peel, "Lovehappy" mostra la maturazione del muro sonico elaborato dalle chitarre della band, che rende il loro sound più aggressivo ed ottundente rispetto al primo 7"; un approccio che sarebbe stato ulteriormente elaborato, potenziato e stratificato nei due successivi EP del 1990; la musica del gruppo in "Lovehappy" si avvicina da un lato allo shoegazer, con la sua combinazione di canto melodico e sognante e sonorità psichedeliche ruvide e potenti, dall'altro ai giochi di feedback e pop dei Jesus and Mary Chain. Formatisi nel 1988 nella cittadina di Huntingdon, sulle ceneri dei Giant Polar Bears (autori di un demo e da cui provenivano Graham Gargiulo alla chitarra, David Fletcher al basso e Simon Scott alla batteria) che, perso il vecchio cantante per motivi tecnici e dovendo finire un tour con un ultimo concerto a Cambridge, i Charlottes reclutarono in fretta e furia la bionda Petra Roddis, autrice della fanzine "Fish on your head", che conosceva a memoria tutti i testi del gruppo. Dopo un 7" d'esordio, "Are You Happy Now", nel febbraio 1989 firmarono per la Subway per la quale incisero l' album "Love happy" e l'ep "Love in the emptiness". Successivamente la band firmo' un contratto per tre albums per la Cherry, per la quale escirono il 12" "Liar" e l'album "Things Come Apart", a gruppo però ormai sciolto. La Roddis tornò a studiare al college mentre gli altri continuarono per strade separate: Gargiulo (che aveva gia' suonato nei primi anni '80 nei Mithrandir autori di due singoli) sarà con Barefoot Contessa ed Helene, Fletcher (che prima dei Giant Polar Bears era stato con i Red Over White autori di due cassette dal vivo e contemporaneamente ai Charlottes suonò anche nei Nightjars) sarà nei Dogboy, infine Scott, che fu anche con i Bridewell Taxis autori di un 12"nel 1989, sarà con SLOWDIVE, Southern Fly, Lowgold e Televise, oltre che autore di diversi lavori solisti.
Cheap trick
cheap trick
Lp [edizione] seconda stampa stereo usa 1977 epic
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
copia ancora in gran parte incellophanata, la seconda stampa americana dell' album d'esordio, uscita poco dopo la prima tiratura, che aveva etichetta arancione, qui sostituita da quella blu, copertina cartonata senza codice a barre, catalogo PE 34400. Uscito nel gennaio del 1977 in America, un paio di mesi dopo in Inghilterra, non entrato nelle classifiche ne' americane ne' inglesi, l' album d' esordio, prima del secondo "In Color" sempre del 1977. Formati nell' Illinois da Rick Nielsen e Tom Peterson, gia' nell' ultima versione dei Nazz senza piu' Todd Rundgren in formazione e poi nei Fuse autori di un album nel '70, esordirono nel marzo del 1977 con questo esordio enormemente sottovalutato, all' epoca ignorato e rimasto ben lontano dalle classifiche di vendita ufficiali, e poi snobbato negli anni sia da quanti avrebbero seguito le successive produzioni della band, sia dal pubblico "underground", che ha sempre malvisto questo gruppo, ponendolo alla stessa stergua di tante bands di grana grossa senza arte ne' parte che hanno infestato il rock americano degli anni '80. "Cheap Trick" ed il suo ancora ottimo successore "In Color" sono invece due piccoli grandi dischi, tra i massimi esempi di "power pop" di sempre, a base di chitarre graffianti, un' attitudine tra glam, hard rock, punk e ritornelli deliziosamente 60's. Tra i brani, da ricordare la travolgente "Hot Love", la memorabile "He's a Whore", il 60's pop sopraffino di "Mandocello" o la cangiante "The Ballad Of T.V. Violence...". Un disco da riscoprire, imperdibile per qualcuno, deliziosamente superfluo per altri.
Checker chubby
Twist with chubby checker
Lp [edizione] nuovo stereo usa 1960 abkco
blues rnr coun
blues rnr coun
Ristampa del 2020 ad opera della ABKCO, pressoché identica alla prima tiratura. Originariamente pubblicato nel 1960 dalla Columbia nel Regno Unito, dove giunse al 13esimo posto in classifica, e dalla Parkway negli USA, dove uscì nell'ottobre di quell'anno ed arrivò alla terza posizione nella classifica billboard 200, il primo fondamentale e fortunatissimo album di Chubby Checker, precedente "For twisters only" (12/60). "Twist with Chubby Checker" è un cruciale documento dei primi fantastici anni della carriera musicale del cantante di Spring Gully, Carolina del Sud, quella piu' legata al twist, come mostra la presenza di classicissimi del genere quali ''The twist'' (giunta al primo posto nella classifica pop americana nel 1960) e ''The hucklebuck". Questa la scaletta: "Twistin' U.S.A.", "The "Ooh Poo Pah Doo" Shimmy", "The "C. C. Rider" Stroll", "The Strand", "The Chicken", "The Hucklebuck", "The Twist", "The Madison", ""Love Is Strange" Chalypso", "The "Mexican Hat" Twist", "The Slop", "The Pony". Cantante afroamericano originario della Carolina del Sud, Chubby Checker e' ricordato soprattutto per essere stato il ''re'' del twist nei primi anni '60, cosa che indubbiamente ha scolpito il suo nome della cultura popolare del '900: attraverso singoli quali ''Twist'', la sua versione del brano di Hank Ballard che ebbe un enorme successo di pubblico, ''The hucklebuck'', ''The fly'', ''Pony time'' e ''Let's twist again'', il suo soul/rock'n'roll ad alto ritmo e' entrato nell'immaginario collettivo, sopratutto di coloro che amano il lato piu' danzereccio della musica popolare. La fine dell'era del twist segno' il tramonto della sua carriera dal punto di vista commerciale, tuttavia Checker prosegui' la sua attivita', soprattutto dal vivo, nel circuito revivalista e piu' tardi nella disco.
Cheetah chrome and ghetto dogs (dead boys)
Cheetah chrome and the ghetto dogs (splatter vinyl)
10'' [edizione] originale stereo usa 1993 get hip
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
[vinile] Excellent [copertina] Excellent punk new wave
Ep in formato 10", l' originale stampa, realizzata dalla americana Get Hip, in vinile' bianco con parti rosa, copertina con barcode, completa di inserto catalogo della Get Hip che arriva al numero GH-1016 (GH-1013 e' quello di questo disco), label a spicchi gialli e arancioni, catalogo GH-1013. Pubblicato nel 1993 dalla Get Hip negli USA, questo 10'' rimane l'unica pubblicazione di questo progetto dell' ex Dead Boys Cheetah Chrome (voce e chitarra), accompagnato qui da alcuni veterani del rock undergrund dello Ohio, quali Mick Metoff (chitarra, gia' con Pagans e Clock, fra gli altri), Duke Snyder (basso, gia' nei Plague) e Dave Scott (batteria). Tre dei quattro brani, ''Here comes trouble'', ''All the way down'' e ''Used to be fun'', sono all'insegna di un intreccio fra sanguigno ed alcolico roots rock chitarristico stradaiolo e viscerale con spunti ''anthemici'' squisitamente americani dai forti rimandi agli anni '80, mentre il pezzo finale ''Still wanna die'', nel repertorio di Cheetah Chrome da molti anni (doveva far parte di un album nel 1979 prodotto da Genya Ravan, poi annullato, ma fu pubblicata su 7" dalla Ork nel '79, poi ripresa nel 1989 in un singolo con Jeff Dahl) e' assai piu' tirato e feroce, evidenziando il legame con il proto punk degli Stooges di "Raw Power", ed anche in questa nuova serratissima versione una marcata parentela con il sound dei Motorhead, oltre a far riaffiorare le radici punk di Chrome, membro storico dei grandi Dead Boys e prima ancora dei leggendari Rocket From The Tombs, band di Cleveland dalle cui ceneri nacquero appunto i Dead Boys (via Frankenstein) ed i Pere Ubu. Dopo lo scioglimento dei Dead Boys, Chrome ha collaborato con gli Angry Samoans, ed ha poi suonato con Ghetto Dogs e Shotgun Rationale (questi ultimi con membri di Testors e Replacements). Il suo primo album solista, ''Alive in Detroit'', venne registrato nel 1999 ed usci' finalmente nel 2000.
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